Diego Armando Maradona
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Dati biografici | ||
Nome | Diego Armando Maradona | |
Soprannomi | El Pibe de Oro, El Diez, Pelusa | |
Nato | 30 ottobre 1960 Lanús (Buenos Aires) |
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Nazionalità | ![]() |
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Dati agonistici | ||
Disciplina | Calcio | |
Ruolo | Attaccante | |
Squadra | Ritirato | |
Carriera | ||
Giovanili | ||
1970-76 | ![]() |
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Squadre professionistiche ![]() |
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1976-81 | ![]() |
166 (116) |
1981-82 | ![]() |
40 (28) |
1982-84 | ![]() |
58 (38) |
1984-91 | ![]() |
259 (115) |
1992-93 | ![]() |
29 (7) |
1993 | ![]() |
5 (0) |
1995-97 | ![]() |
29 (7) |
Nazionale ![]() |
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1977-94 | ![]() |
105 (34) |
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«Il più grande campione che ho visto giocare è Diego Armando Maradona. Credimi, figlio mio, non esisterà mai più, nei secoli dei secoli, un altro come lui. Ha fatto dell'imperfezione la perfezione. Piccolo, gonfio, dedito ad albe stanche, svogliate e sbagliate, vittima di falsi amici e della volontà di andare oltre ogni regola, Maradona ha trasformato un semplicissimo pallone di cuoio in uno scrigno di bellezza.»
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(Darwin Pastorin - Lettera a mio figlio sul calcio)
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Diego Armando Maradona (Lanús (Buenos Aires), 30 ottobre 1960) ex calciatore argentino. Noto anche come El Pibe de Oro (il bimbo d'oro), è considerato il più grande calciatore di tutti i tempi; a prova di ciò, alla fine del 1999 Maradona è stato eletto miglior calciatore di sempre, in base ai dati di un sondaggio eseguito dalla FIFA su Internet, con amplissimi margini di voto rispetto a Pelé ed agli altri campioni del calcio di tutti i tempi.
A dispetto del fisico non aggraziato e della sua bassa statura (Gianni Brera coniò per lui la definizione di “divino scorfano”), unito al fatto di essere completamente mancino, Maradona, secondo i suoi tanti estimatori, ha personificato l'essenza del calcio, sopperendo ai limiti fisici con uno straordinario talento innato, legato alla sua fantasia, alla visione di gioco e al suo sinistro capace di colpire il pallone imponendogli traiettorie spesso inimmaginabili.
[modifica] Biografia e carriera
Figlio di Diego Maradona e Dalma Salvadora Franco, Maradona nacque il 30 ottobre 1960 nel Policlínico Evita di Lanús. Crebbe in una famiglia povera di Villa Fiorito (una villa miseria situata a sud del Gran Buenos Aires), trasferitasi lì da Corrientes. Ha tre sorelle maggiori e due fratelli minori, Hugo ed Eduardo, entrambi diventati poi calciatori professionisti.
All'età di dieci anni Maradona fu individuato da un talent scout inviato ad osservare la squadra di quartiere Estrella Roja della quale Diego era il talento più apprezzato. Entrò così a far parte delle Cebollitas (Cipolline), la squadra giovanile degli Argentinos Juniors di Buenos Aires.
[modifica] I primi passi in Argentina e nella Nazionale
Maradona ha iniziato la sua carriera calcistica nell'Argentinos Juniors nel 1976, debuttando il 20 ottobre 1976 nella partita fra gli Juniors e il Talleres, dieci giorni prima di compiere sedici anni. Iniziò così a giocare spezzoni di partite fino a diventare titolare fisso. I suoi primi gol negli Juniors arrivarono il 14 novembre: due reti al San Lorenzo; pochi mesi dopo il debutto in campionato, arrivò anche il debutto internazionale: l'allora allenatore della nazionale Cesar Luis Menotti lo convocò per l'amichevole fra Argentina e Uruguay del 27 febbraio 1977. Diventato capocannoniere del campionato argentino sembrò destinato a far parte dei convocati per i Mondiali del 1978, ma quando furono diramate le convocazioni ufficiali, Maradona non venne inserito nell rosa della squadra che poi si laureò campione del mondo, in quanto Menotti lo ritenne troppo giovane per affrontare un torneo di vitale importanza per l'Argentina, sia da punto di vista sportivo che politico.
In breve, però, Maradona divenne titolare fisso della sua Nazionale e giocò importanti partite che riscattarono la mancata convocazione. Tra queste, un'amichevole fra Argentina e Resto del Mondo il 25 giugno 1979, finita 2-1 per gli avversari, ma con l'unico gol degli Argentini segnato da Diego. Contemporaneamente continuò a giocare con la Nazionale Juniores, vincendo nello stesso anno i Mondiali di calcio giovanili in Giappone (finale vinta contro l'URSS 3-1 segnando un gol).
Nel 1979 e nel 1980 ha ricevuto il Pallone d'Oro sudamericano.
[modifica] Il Boca Juniors
Dopo esser stato tentato dal River Plate, rifiutò l'offerta e andò quindi al Boca Juniors. Qui incontrò un'ambiente ostile, i dirigenti erano contro di lui e l'allenatore Silvio Marzolini puntualizzò subito a Diego che non c'erano favoritismi. Per il passaggio alla nuova squadra fu organizzata un'amichevole con l'Argentinos, il 20 febbraio 1981. Diego giocò il primo tempo con i vecchi compagni e la rirpesa con Boca, davanti a 25.000 spettatori. L'amichevole finì 3-2, dopo un gol di Maradona per l'Argentinos. Due giorni dopo il debutto ufficiale alla Bombonera, Boca Juniors contro Talleres: risultato 4-1, con doppietta di Maradona. Un infortunio lo ferma per quattro giornate, ma al suo ritorno diventa l'idolo dei tifosi e segna 28 gol in 40 partite ed il Boca Juniors vince il campionato.
Intanto aumentarono i problemi finanziari del Boca. La squadra argentina organizzò una tournée di amichevoli imponente: 8 partite in 21 giorni in giro per il mondo, Los Angeles, Hong Kong, Malesia, Messico e Guatemala e Giappone. I soldi mancavano ancora e il Boca dovette privarsi di Diego, non potendo pagare completamente il suo trasferimento definitivo (Maradona era arrivato in prestito). Si fece quindi avanti il Barcellona, con l'offerta record di 15 miliardi di lire. L'ufficializzazione poté arrivare solo dopo i Mondiali del 1982, disputati proprio in terra spagnola. Questa volta Maradona venne convocato, diversamente dai Mondiali in patria di quattro anni prima.
[modifica] Spagna '82: il primo Mondiale
Nel primo turno l'Argentina, detentore del Mondiale, perse contro il Belgio. Sebbene poi gli Argentini sconfissero convincendo l'Ungheria ed El Salvador, la Nazionale incontrarono nel secondo turno due fra le favorite: il Brasile e l'Italia, quest'ultima futura vincitrice del torneo.
La prima partita contro l'Italia finì 2-1, il gioco di Maradona venne annullato da Claudio Gentile; non andò meglio contro il Brasile, 3-1 ed Argentina fuori dai giochi. Maradona giocò tutte e cinque le partite senza essere stato mai sostituito, segnando una doppietta con l'Ungheria, ma fu espulso durante la partita contro il Brasile all'ottantacinquesimo minuto.
[modifica] In maglia blaugrana: il Barça
Dopo il mondiale Maradona giocò la sua prima stagione con la maglia blaugrana dell'allora presidente Nuñez, deludendo però le aspettative. Diego rimediò diversi infortuni e il culmine venne raggiunto quando un'epatite lo allontanò dai campi per cento giorni. Il campionato del Barça andava male e anche le speranze di vincere la Coppa delle Coppe svanirono presto; infatti il Barcellona uscì ai quarti di finale contro l'Austria Vienna, e Diego poté giocare solo la partita di ritorno allo stadio Nou Camp di Barcellona a causa dell'epatite che ancora lo debilitava. La fine dell'anno fu una delusione totale, con il Barça solo quarto nel campionato spagnolo.
La stagione 1982-83 cominciò meglio, con Menotti in panchina del Barça. Il 4 giugno, a Saragozza, Diego trascinò il Barcellona alla vittoria della Coppa del Re, sconfiggendo in finale il Real Madrid allenato da Alfredo Di Stefano. A settembre, alla prima partita di Coppa delle coppe contro il tedesco FC Magdeburgo, Maradona segnò una tripletta e la partita finì ben 5-1. Diego si stava finalmente mettendo in mostra nel Barça, ma tutto si fermò alla quarta giornata di campionato, fra Barcellona ed Athletic Club. Mentre la partita era sul 3-0 a favore del Barça, subì un grave infortunio (che gli causerà la perdita del 30% della mobilità della caviglia) causato da un intervento deliberatamente violento del difensore dell'Athletic Andoni Goikoetxea (un fallo tanto violento e cattivo[1] che si parlerà di "goicocidio").
Rientrato ad inizio 1983, Maradona trascinò il Barcellona a ben sei risultati utili, fino a quando una sconfitta di 2-1 contro il Real Madrid fermò il Barça. Intanto a marzo riprese la Coppa delle coppe. Il Barcellona vinse l'andata contro il Manchester United (2-0) ma gli inglesi recuperarono al ritorno, con un 3-0, condannando così il Barça all'eliminazione. A Diego rimaneva ancora un trofeo da poter vincere: la Copa de la Liga, a giugno. Il Barça arrivò in finale contro il Real, 2-2 all'andata e 2-1 al ritorno, con un gol di Maradona in entrambe le partite: è il secondo trofeo vinto da Diego in Spagna.
I trionfi non arrivavano però in campionato e Maradona incominciava a subirne le spese. I tifosi erano contro di lui e nascevano contrasti con lo stesso presidente Nuñez. La stagione 1983-84 vide di nuovo il Barça lontano dal primo posto nella Liga. Diego giocò solo 16 partite in cui segnò comunque ben 11 gol. Dopo il campionato rimaneva comunque la Coppa del Re. A maggio si tenne la finale fra Barça e Athletic Club, dove dopo molto tempo si rincontrarono Maradona e Goikoetxea e, sebbene fossero passati mesi, la questione dell'infortunio di Diego non era ancora risolta. Infatti a fine partita, fra l'altro vinta dal Bilbao con un gol a zero, Maradona si avventerà contro il giocatore basco, causando una memorabile e plateale rissa tra i calciatori delle due squadre. In seguito si scuserà personalmente in un incontro ufficiale con il re di Spagna Juan Carlos, ma l'episodio segna la fine della sua esperienza spagnola.
I rapporti con il Barcellona e il suo presidente Nuñez erano ormai deteriorati, e Maradona, ripresosi completamente dall'incidente, fu ingaggiato, dopo un mese di difficili trattative, dal Napoli per l'allora cifra record di tredici miliardi e mezzo di lire. Il contratto fu firmato senza che il Napoli disponesse ancora dei soldi per acquistare il giocatore, che solo in un secondo momento vennero versati dal Banco di Napoli. Pare che l'allora presidente del Napoli Corrado Ferlaino, nell'ultimo giorno di mercato, non avesse ancora concluso la trattativa per portare il giocatore al Napoli: depositò quindi in federazione una busta vuota, facendo credere che contenesse il contratto firmato dal giocatore. In questo modo Ferlaino guadagnò il tempo necessario per concludere la trattativa, sostituendo successivamente la busta vuota con quella originale.
[modifica] I primi anni nel calcio italiano
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«Oh Mamma mamma mamma, Oh Mamma mamma mamma, sai perché mi batte il corazon, ho visto Maradona, ho visto Maradona, e Mammà innamorato son.»
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(Tifosi del Napoli)
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
Il 5 luglio del 1984, Maradona venne presentato ufficialmente allo stadio San Paolo ed è accolto da settantamila persone: bastarono un palleggio ed un tiro verso la porta della curva B e l'entusiasmo si trasformò in tripudio.
Nella prima stagione, però i sogni andarono in gran parte delusi, mal supportato da una squadra di mediocre valore Maradona dimostrò quasi esclusivamente le proprie doti di funambolo ma il suo contributo non poté essere utile per raggiungere grandi traguardi. Il Napoli disputò un girone di andata mediocre e solo nel finale riuscì a raggiungere una tranquilla posizione di centro classifica.
Era chiaro che da solo Maradona non avrebbe portato il Napoli a grandi risultati e la società dovette subito correre ai ripari. L’anno successivo arrivarono in azzurro rinforzi del calibro di Bruno Giordano, Salvatore Bagni, Claudio Garella, Alessandro Renica e sorprese dalle giovanili del Napoli, come Ciro Ferrara che debuttò in prima squadra proprio nel 1985-86. Quella stagione finì col Napoli al terzo posto, ma era solo un anticipo del vero trionfo.
[modifica] Messico '86: Argentina campione
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«Ho due sogni: il primo è di giocare la Coppa del Mondo, il secondo è di vincerla.»
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(Diego Armando Maradona)
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Il culmine della sua carriera coincide con la vittoria dei Campionati del Mondo del 1986, in Messico, quando ha letteralmente condotto per mano l'Argentina alla conquista del titolo. Durante i Mondiali del 1986 Maradona giocò in tutte le partite della sua Nazionale, senza mai venir sostituito, segnando 5 gol e facendo 5 assist.
Il suo gol segnato all'Inghilterra nei quarti di finale del Mundial messicano del 1986 è considerato il più bel gol della storia della Coppa del Mondo di Calcio. In quella corsa ad ostacoli dal centrocampo alla porta avversaria, Maradona ha realizzato il sogno di ogni amante del calcio: partire dalla propria metà campo, saltare tutti gli avversari, compreso il portiere e fare gol. Questo fu votato Gol del Secolo in un sondaggio del 2002 indotto dalla FIFA.
È quella la sua rete più celebrata, ma negli occhi degli appassionati di calcio restano le sue piroette, i passaggi illuminanti e le tante magie che hanno fatto di lui un campione inimitabile. Sempre in quella partita, carica anche di significati politici legati alla guerra delle Malvinas, un altro gol segnato di mano gli lasciò il soprannome di "La Mano de Dios".
Maradona segnò una doppietta anche nella semifinale contro il Belgio. Nella finale, gli avversari della Germania cercarono di contenerlo con una doppia marcatura, ma comunque Maradona riuscì a trovare lo spazio per effettuare l'assist per il gol vincente di Jorge Burruchaga. L'Argentina batté la Germania dell'Ovest 3-2 e Maradona alzò la Coppa del Mondo dopo aver dominato il torneo.
[modifica] La consacrazione nel Napoli
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«San Genna' non ti crucciare, tu lo sai, ti voglio bene / Ma 'na finta 'e Maradona scioglie 'o sangue dint' 'e vene.»
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(dal film Il Mistero di Bellavista di L. De Crescenzo)
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In maglia azzurra Maradona raggiunse l'apice della sua carriera e celebrità, portando il Napoli ai vertici del calcio italiano ed europeo. Grazie ad un'ottima squadra e alla sua guida, il Napoli vinse il suo primo scudetto nel campionato 1986/87 (allenatore Ottavio Bianchi), stagione memorabile anche perché dopo ben trentadue anni il Napoli riuscì a battere di nuovo la Juventus al "Comunale" di Torino.
Il giorno fatidico fu il 10 maggio 1987. La gara contro la Fiorentina fu solo una passerella per gli azzurri, bastava un pareggio (e pareggio fu con reti di Andrea Carnevale e Baggio) poi si scatenò la festa, la città intera si abbandonava all'euforia più sfrenata ma smentì clamorosamente quanti prevedevano i catastrofici effetti derivanti dalla follia di una massa enorme, incontrollata ed incontrollabile riversata nelle strade della città. Uno striscione esposto in curva B recitava: "La storia ha voluto una data, 10 maggio 1987".
La squadra vinse anche la sua terza Coppa Italia, conquistata vincendo tutte le gare, comprese le due finali disputate contro l'Atalanta. L'accoppiata scudetto/coppa è un'impresa che fino a quel momento era riuscita solo al Grande Torino ed alla Juventus.
Nella stagione (1987/88) il Napoli partecipò per la prima volta alla Coppa dei Campioni, ma uno sfortunato sorteggio mise contro il Napoli il Real Madrid; gli azzurri uscirono battuti dal Bernabeu per due a zero, nella gara di ritorno un goal di Francini illuse gli azzurri che al termine del primo tempo - giocato con impeto e agonismo impensabili - subiscono il goal di Butragueño che chiuse, di fatto, la gara.
In campionato il Napoli dominò fino alla ventesima giornata mantenendo cinque punti di vantaggio sulla seconda, ma improvvisamente - a dispetto di ogni più scontato pronostico - gli azzurri crollarono facendosi superare dal Milan allenato da Sacchi. Maradona fu comunque capocannoniere con 15 reti.
Si sospettò subito di infiltrazioni criminali e di scommesse clandestine, quattro titolari (Ferrario, Garella, Bagni e Giordano) vennero "epurati" ma per i tifosi quel campionato resta ancor oggi come una ferita aperta.
Nel (1989) la squadra cambiò radicalmente, per sostituire i quattro giocatori che avevano abbandonato la rosa e rinforzare la squadra, il Napoli ricorse a diversi acquisti, tra i quali spiccava quello di Alemão.
In campionato il Napoli ottenne vittorie storiche sulla Juventus per 3 a 5 e sul Milan per 4 a 1, ma la Serie A 1988/89 fu vinta dall'Inter dei record allenata da Trapattoni.
Gli azzurri ottennero un ottimo secondo posto, ma l'attenzione si concentrò sulla Coppa Uefa e, dopo aver superato avversarie blasonate come Juventus e Bayern Monaco, gli azzurri chiusero il torneo con la doppia finale contro lo Stoccarda nella quale conquistarono trionfalmente la prima affermazione del Napoli in campo europeo.
Nella stagione 1989/90 a Bianchi subentrò Albertino Bigon. Maradona non giocò le prime partite della stagione e venne sostituito da Gianfranco Zola; Diego tornò ben presto ritrovando l'amore dei tifosi. Il Napoli chiuse il girone d'andata in testa ma ad inizio febbraio perse una partita col Milan che lo raggiunge in classifica. Per il resto della stagione furono Napoli e Milan a lottare per lo scudetto. La situazione durò fino ad aprile, quando il Milan perse due partite di fila mentre il Napoli continuò a vincere. Al termine della stagione il Milan crollò fisicamente e psicologicamente ed il titolo di Campione d'Italia tornò così all'ombra del Vesuvio.
[modifica] Italia '90: l'inizio della crisi
Maradona capitanò l'Argentina anche nei Campionati del Mondo 1990, svoltisi in Italia. Un infortunio alla caviglia pregiudicò le sue prestazioni e infatti fu meno dominante rispetto ai Mondiali di quattro anni prima, ma comunque fu uno dei protagonisti del mondiale. L'Argentina fu quasi eliminata nel primo turno, qualificandosi solo in terza posizione. Negli ottavi di finale contro il Brasile Maradona fu autore dell'assist a Claudio Caniggia per il gol vincente. L'Argentina affrontò poi la Jugoslavia nei quarti di finale: l'incontro finì 0-0 dopo i tempi regolamentari e neanche i tempi supplementari bastarono a sbloccare il risultato; l'Argentina si qualificò per le semifinali solo ai rigori, benché Maradona sbagliò uno dei rigori. Anche la partita successiva contro i i padroni di casa dell'Italia si risolse ai rigori dopo un 1-1; questa volta Maradona segnò un rigore e l'Argentina si qualificò per la partita successiva. Nella finale l'Argentina perse contro la Germania per 1-0, non senza forti rammarichi e polemiche: infatti il gol della Germania fu segnato su rigore da Andreas Brehme nell'85esimo minuto dopo un fallo controverso su Rudi Völler.
[modifica] L'ultimo anno in Italia
Nella stagione 1990/91, la rosa del Napoli era di poco diversa da quella laureatasi campione d'Italia. La stagione cominciò con la vittoria nella Supercoppa Italiana del (1990) ottenuta battendo la Juventus allenata da Maifredi per 5-1. Il campionato, invece, cominciò male: nelle prime tre partite la squadra ottiene solo un punto.
L'inizio in Coppa dei Campioni sembrava favorevole al Napoli, che ottenne una convincente doppia vittoria sugli ungheresi dello Újpesti Dózsa. Al secondo turno però gli azzurri vennero eliminati dallo Spartak Mosca, implacabile ai rigori, dopo un doppio 0-0.
Iniziò un lento declino di Maradona, culminante con la fine della sua avventura professionale in Italia: il 17 marzo 1991 dopo un controllo antidoping effettuato al termine della partita di campionato Napoli-Bari diede il responso di positività alla cocaina. Alla fine con qualche miracolo il Napoli chiuse la stagione con un modesto ottavo posto.
Nel 2000 la maglia numero dieci di Maradona è stata ritirata dal Napoli in onore della sua straordinaria e irripetibile carriera.
[modifica] La cessione forzata al Siviglia
Dopo un anno e mezzo di squalifica, nel 1992, la carriera di Maradona continuò poi nel Siviglia. La cessione ebbe qualcosa di forzato, tant'è che dei sette milioni e mezzo di dollari dovuti al Napoli dalla squadra spagnola, ne arrivarono alla società italiana solo tre, con la FIFA che autorizzò il Siviglia a non completare il pagamento.
Al Siviglia Maradona reincontrò Carlos Bilardo, l'allenatore dell'Argentina ai mondiali del 1986. Il debutto in squadra per Diego arrivò lunedì 28 settembre contro il Bayern Monaco. Il debutto andò bene, ma il campionato andava male sin dall'inizio. Il 4 ottobre è il giorno della sua prima partita nella Liga con la maglia del Siviglia: sconfitta contro l'Athletic Club per 2-1.
Il campionato continuò fra alti e bassi, con Maradona sempre più contestato dai tifosi del Siviglia. Tornò intanto nella Nazionale argentina. Ottenuta la fascia di capitano, Diego guidò la Nazionale alla vittoria della Coppa Artemio Franchi contro la Danimarca. Venne anche eletto dalla Federcalcio argentina miglior giocatore di tutti i tempi.
Se in Argentina andava bene, in Spagna la situazione precipitò. Il Siviglia fallì la qualificazione per la Coppa Uefa e in 25 partite Diego collezionò un bottino di soli 4 gol.
Dopo una sola stagione, la carriera di Maradona nel Siviglia era già finita.
[modifica] Il ritorno al calcio argentino
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«Maradona giocava meglio di tutti, nonostante la droga, e non grazie ad essa.»
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(Anonimo)
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Maradona tornò quindi a giocare in Argentina, precisamente nel Newell's Old Boys; il 31 ottobre 1993, un giorno dopo il suo compleanno, ritornò a giocare in nazionale a Sydney contro l'Australia per gli spareggi di qualificazione al Mondiale USA 1994. La partita finì in pareggio con un gol per parte e la rete argentina di Abel Balbo propiziata da un cross di Diego. Il ritorno si svolse il 17 novembre dello stesso anno in casa, al Monumental: questa volta l'Argentina vinse, anche se con un solo gol, qualificandosi quindi per il Mondiale statunitense.
Il campionato col Newell’s andava male, a causa di alcuni acciacchi fisici Maradona giocava poche partite. A febbraio del 1994 Maradona sciolse il suo contratto con il Newell’s, recependo solo la metà dei soldi, comunque ben un milione e mezzo di dollari. L'ultima partita con la maglia rossonera fu contro l'Huracán, il 12 febbraio. Alla fine saranno solo sette le partite di Diego nel Newell’s, tra cui due amichevoli e cinque partite in campionato.
Per alcuni mesi Maradona si ritirò dalle competizioni di club, aspettando semplicemente il Mondiale. Diego tornò a giocare soltanto il 20 aprile, durante un'amichevole fra Argentina e Marocco; risultato finale 3-1 per l'Argentina, con Maradona che siglò una rete su rigore. Erano ben 1.255 minuti che non segnava in una partita.
Continuarono così le amichevoli pre-Mondiale. Fu organizzata inizialmente una tournée in Giappone, ma a Diego fu negato il visto di entrata per i precedenti con la droga. La Nazionale argentina decise di non partire senza Maradona e cambiò quindi le tappe della tournée, andando a sfidare Israele (3-0), Ecuador (1-0) e Croazia (0-0).
[modifica] USA '94: di nuovo doping
Arrivarono quindi i Mondiali, cominciati a metà giugno. La prima partita si disputa a Boston, contro la Nazionale di calcio della Grecia; l'Argentina passò facilmente in vantaggio nel primo tempo con una doppietta di Gabriel Batistuta ma nel secondo tempo Maradona realizzò uno splendido gol seguito dalla sua famosa corsa con urlo verso la telecamera di bordocampo. La partita finì 4-0, con un altro gol di Batistuta e l'Argentina avrebbe poi affrontato la Nigeria nella partita successiva. Sorprendentemente i nigeriani passarono in vantaggio al nono minuto con Samson Siasia seguito da una doppietta di Claudio Paul Caniggia che regalò agli Argentini la loro seconda vittoria nel Mondiale.
L'Argentina e Maradona sembravano inarrestabili quando ancora una volta l'antidoping fermò la carriera di Diego; Maradona fu trovato positivo all'efedrina, sostanza stimolante proibita. La FIFA successivamente lo espulse da USA '94 e gli Argentini, colpiti dalla sua assenza, furono eliminati al secondo turno. Maradona sostenne che era risultato positivo all'efedrina poichè il suo allenatore personale gli aveva dato la bevanda energetica Ripped Fuel, non avendo trovato la Ripped Fast che usava regolarmente in Argentina ed era permessa dalla FIFA. Secondo Maradona la versione degli Stati Uniti della bevanda conteneva l'efedrina, ma il suo allenatore non lo sapeva.
Maradona fu di nuovo squalificato e per la seconda volta per 15 mesi.
[modifica] Gli ultimi anni della carriera
Maradona provò quindi a lavorare come allenatore in due brevi periodi, guidando il Deportivo Mandiyú di Corrientes (1994) e il Racing Club (1995), ma senza molto successo.
Nel 1995 gli viene assegnato il Pallone d'Oro alla carriera. Non aveva mai potuto concorrere all'assegnazione del Pallone d'Oro quando era in attività perché i calciatori non europei erano allora esclusi dalla competizione.
Il 7 ottobre dello stesso anno Maradona tornò a giocare sul campo, con la maglia del Boca Juniors nella partita tra Boca e Colón che finì 1-0. Rimase nel Boca per due anni, prima di ritirarsi dal calcio il 30 ottobre 1997, nel suo trentasettesimo compleanno.
[modifica] Dopo il ritiro dall'attività agonistica
Nel 2000 Maradona pubblicò la sua autobiografia Yo Soy El Diego ("Io sono il Diego"), che divenne immediatamente un bestseller nel suo paese.
Alla fine dello stesso anno, in base ai dati di un sondaggio eseguito dalla FIFA su Internet, Maradona è stato eletto miglior calciatore del secolo, con il 53.6% dei voti.
Nel 2001 l’Asociación del Fútbol Argentino (AFA) chiese alla FIFA l’autorizzazione per ritirare la maglia numero 10 dell’Argentina in onore di Maradona, ma la FIFA non esaudì la richiesta.
Nel 2002 Maradona ha vinto un altro sondaggio della FIFA, vale a dire quello del Gol del Secolo, grazie al suo secondo gol contro l’Inghilterra nei Mondiali del 1986.
L’Argentinos Juniors ha rinominato il suo stadio Estadio Diego Armando Maradona il 26 dicembre 2003.
Il 27 aprile 2005 è stato nominato direttore sportivo del Boca Juniors. Nel 2005 è stato impegnato nella conduzione di una trasmissione televisiva molto seguita in Argentina intitolata "La Noche del 10". In una puntata di questa trasmissione ha ospitato ed intervistato Pelè, colui che gli contende la palma di miglior giocatore di ogni tempo.
Il 9 giugno 2005, in occasione dell'addio al calcio di Ciro Ferrara a Napoli, Maradona, dopo quattordici anni di assenza, è ritornato nella città partenopea, e il pubblico del San Paolo, anche a distanza di anni, gli ha riservato un calore eccezionale. E' da ricordare l'incontro con i suoi vecchi tifosi che, vedendolo affacciato dalla finestra dell'hotel che lo ospitava, hanno intonato tutti i cori del periodo d'oro del Napoli.
Il 22 giugno 2005 Maradona tornò al Boca Juniors come vicepresidente, dopo una deludente stagione del Boca, coincisa con il centenario della squadra. Il suo contratto iniziò il 1 agosto 2005 e tra le sue prime raccomandazioni ci fu la decisione di assumere Alfio Basile come nuovo allenatore. Con Maradona che era a stretto contatto con i giocatori, il Boca vinse il titolo Apertura 2005, il titolo Clausura 2005, la Copa Sudamericana 2005 e la Recopa Sudamericana 2005.
Il 15 agosto 2005 Maradona debuttò come il conduttore di un programma televisivo argentino, La Noche del 10 ("La Notte del numero 10"). Il suo ospite principale nella serata d'apertura fu Pelé, con cui Diego ebbe un'amichevole chiacchierata; la maggior parte degli ospiti delle serate successive provenivano dal mondo del calcio, come Zidane, Ronaldo ed Hernán Crespo, ma intervennero anche altre importanti personalità come Fidel Castro e Mike Tyson.
Il 6 giugno 2006, in occasione della manifestazione di beneficenza "Giugliano Cuore", nell'omonima cittadina a nord di Napoli, Diego è stato coinvolto in una spiacevole situazione: fermato e accompagnato in caserma dalla Guardia di Finanza, gli sono stati pignorati due Rolex d'oro a seguito di un suo vecchio contenzioso con il fisco italiano (dopo accurate perizie è risultato evasore fiscale per circa 31 milioni di euro)[2].
Il 26 agosto 2006 Maradona abbandonò la sua posizione di vicepresidente del Boca dopo alcuni disaccordi con l'AFA, che scelse Basile come nuovo allenatore della Nazionale argentina.
Nel 2006, in occasione degli ottanta anni del Napoli Calcio, si è visto assegnare il Pallone d'Oro come miglior giocatore della storia partenopea. Il Boca Juniors ha voluto inoltre onorare Maradona con un statua posta all'interno dello stadio Bombonera.
[modifica] Procuratori
Jorge Cyterszpiller, un amico d'infanzia, fu il primo procuratore di Maradona. Lui fondò la Maradona Producciones ma non incise alcun grande successo con il merchandising, poichè qualsiasi prodotto che era immesso nel mercato veniva velocemente imitato da falsificatori. Su suo consiglio, Maradona iniziò a farsi pagare per le interviste, una mossa che generò alcune controversie.
Dopo essersi separato da Cyterszpiller, il nuovo procuratore di Maradona divenne Guillermo Coppola, un dipendente bancario che iniziò a rappresentare giocatori come un hobby ed era già un grosso procuratore nella metà degli anni ottanta. Coppola sorvegliò i più grandi contratti della carriera di Maradona, ma fu anche coinvolto nello scandalo di droga nei primi anni novanta. Le strade di Maradona e Coppola si separarono aspramente e loro si riferiscono alla fine delle loro relazioni ancora come una "ferita aperta".
[modifica] Vita personale
Maradona sposò la sua fidanzata Claudia Villafañe il 7 novembre 1989 a Buenos Aires, dopo la nascita delle loro figlie, Dalma Nerea (nata nel 1987) e Giannina Dinorah (nata nel 1989). Nella sua autobiografia Maradona ha ammesso che non è sempre stato fedele a Claudia, benchè la definisca l'amore della sua vita.
Maradona e Villafañe divorziarono nel 2004. La figlia Dalma ha da allora affermato che il divorzio era la migliore soluzione per tutti, dato che i suoi genitori sono rimasti in termini amichevoli. I due sono stati visti insieme in diverse occasioni, come ad esempio gli incontri dell'Argentina durante la Coppa del Mondo 2006.
Durante le pratiche di divorzio, Maradona ha ammesso di essere il padre di Diego Sinagra (nato nel 1986 a Napoli), come fu affermato dalla giovane madre Cristiana Sinagra.
Dopo il divorzio Claudia s'imbarcò in una carriera di produttore di teatro, mentre Dalma sta cercando di diventare attrice; lei ha espresso il desiderio di frequentare l'Actor's Studio a Los Angeles.
[modifica] Problemi di salute
Dopo il suo ritiro Maradona ha continuato ad avere problemi di salute. Sin dagli anni '90 Maradona ha combattuto contro la tossicodipendenza, che incluse visite in cliniche svizzere e cubane. Tra il 2002 e il 2005, Maradona passò la maggior parte del suo tempo a Cuba.
Il 18 aprile 2004 alcuni dottori riferirono che Maradona aveva subito un attacco di cuore in seguito ad un overdose di cocaina; fu ricoverato quindi in terapia intensiva di un ospedale di Buenos Aires. Numerosi fan si riunirono intorno alla clinica. Giorni dopo l'attacco di cuore, un'infermiera fu sorpresa a fotografare Maradona con un telefono cellulare e fu prontamente licenziata dall'ospedale.
Dopo che mostrò miglioramenti, a Maradona fu staccato il respiratore il 23 aprile e rimase in terapia intensiva per alcuni giorni prima di essere dimesso il 29 aprile. Ritornò a Cuba a maggio.
Maradona ha sempre avuto una vita sregolata e la tendenza a mettere sù peso, soffrendo sempre di più l'obesità dalla fine della sua carriera calcistica. Solo l'applicazione di un by-pass gastrico in una clinica di Cartagena (Colombia) il 6 marzo 2005 gli ha permesso di perdere l'enorme sovrappeso che metteva a repentaglio la sua stessa vita. Il 29 marzo 2007 Maradona è stato nuovamente ricoverato all' ospedale Guemes di Buenos Aires a causa di un malore, dovuto sia ad un nuovo aumento di peso sia ad un abuso di sigari cubani (da sottolineare il fatto che Maradona aveva sempre evitato di fumare). Il malore è stato ritenuto dai medici "non preoccupante" ma ha costretto Diego ad una degenza di quindici-venti giorni. A riguardo il suo medico personale ha dichiarato: quello che mi preoccupa è il suo entourage, perchè tutti quelli che gli si avvicinano lo fanno per approfittarsi di lui. E da quando ha cominciato con il cosidetto showbol (il calcio al chiuso) mangia e beve in quantità eccessive.
[modifica] Vedute politiche

Durante gli anni '90 Maradona ha sostenuto la presidenza del neoliberale Carlos Menem in Argentina. Negli anni più recenti Maradona ha mostrato più simpatia per le ideologie di sinistra. E' diventato amico di Fidel Castro durante le sue cure a Cuba. Ha un ritratto di Castro tatuato sulla sua gamba sinistra e uno di Ernesto Che Guevara sul suo braccio destro. Nel 2005 ha visitato il Venezuela per incontrare il presidente venezuelano Hugo Chávez, che lo ricevette a Miraflores. Dopo questo incontro Maradona affermò che lui era venuto con l'obiettivo di incontrare un "grande uomo" ma che invece aveva incontrato "un gigante". Ha dichiarato la sua opposizione verso l'imperialismo, specialmente durante il Summit delle Americhe del 2005 a Mar del Plata. Qui protestò contro la presenza di George W. Bush in Argentina, vestendo una T-shirt con sù scritto Stop Bush, riferendosi a lui come "immondizia umana". [3]
[modifica] Reputazione
Dal 1986, è comune per gli Argentini all'estero sentire il nome di Maradona come un segno di riconoscenza, anche in posti remoti. In Argentina Maradona è spesso descritto con termini leggendari.
A Buenos Aires alcuni fan hanno fondato la "Chiesa di Maradona." Il quarantatreesimo compleanno nel 2003 rappresentò l'inizio dell'anno 43 D.D. - "Después de Diego" o Dopo Diego - per i suoi 200 membri. Successivamente i membri sono diventati decine di migliaia attraverso il sito ufficiale della chiesa.
Una pubblicità televisiva per la bibita brasiliana Guaraná Antarctica vedeva Maradona come un membro della nazionale di calcio brasiliana, indossando la divisa gialla e cantando l'inno nazionale brasiliano con i giocatori brasiliani Kaká e Ronaldo. La pubblicità prosegue con Maradona che si sveglia realizzando di essere in un incubo dopo aver bevuto troppa Guaraná Antarctica. Ciò generò molte controversie nei mass media argentini dopo il suo rilascio (sebbene la pubblicità non doveva essere trasmessa in Argentina, i fan l'hanno notata attraverso YouTube.
Nel maggio 2006 ha accettato di partecipare a Soccer Aid (un programma per aumentare il denaro per l'Unicef. Maradona ha dimostrato la sua abilità con il pallone segnando anche un rigore durante la partita fra Inghilterra e Resto del Mondo.
[modifica] Numeri
- 693 Partite ufficiali disputate
- 242 in Argentina (Argentinos Juniors 166, Boca Juniors 71, Newell's Old Boys 5)
- 58 col Barcellona
- 259 col Napoli
- 29 col Siviglia
- 105 con la Nazionale argentina
- 361 Goal
- 116 col Argentinos Juniors
- 35 col Boca Juniors
- 38 col Barcellona
- 115 col Napoli
- 7 col Siviglia
- 8 nella Nazionale Argentina under 21
- 34 nella Nazionale Argentina
- 8 in Coppa del Mondo
[modifica] Carriera estesa
Campionato argentino | |||||||||
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Squadra | Anno | Metropolitano | Nacional | ||||||
P | G | P | G | ||||||
Argentinos Juniors | 1976 | - | - | 11 | 2 | ||||
1977 | 37 | 13 | 12 | 6 | |||||
1978 | 31 | 22* | 4 | 4 | |||||
1979 | 14 | 14* | 12 | 12* | |||||
1980 | 32 | 25* | 13 | 18* | |||||
Boca Juniors | 1981 | 28 | 17 | 12 | 11 | ||||
Squadra | Anno | Clausura | Aperura | ||||||
P | G | P | G | ||||||
Newell's Old Boys | 1993 | - | - | 5 | 0 | ||||
Boca Juniors | 1995 | - | - | 11 | 3 | ||||
1996 | 13 | 2 | - | - | |||||
1997¹ | 1 | 0 | 5 | 2 |
Liga spagnola | |||||||||
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Squadra | Anno | Campionato | Copa del Rey | C. delle Coppe | Copa de la Liga | ||||
P | G | P | G | P | G | P | G | ||
FC Barcelona | 1983/84 | 20 | 11 | 5 | 3 | 4 | 5 | 6 | 4 |
1984/85 | 16 | 11 | 4 | 1 | 3 | 3 | - | - | |
Sevilla FC | 1992/93 | 26 | 4 | 3 | 3 | - | - | - | - |
Serie A italiana | |||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Squadra | Anno | Campionato | Coppa Italia | C. dei Campioni | Coppa UEFA | ||||
P | G | P | G | P | G | P | G | ||
SSC Nápoli | 1984/85 | 30 | 14 | 6 | 3 | - | - | - | - |
1985/86 | 29 | 11 | 2 | 2 | - | - | - | - | |
1986/87 | 29 | 10 | 10 | 7 | - | - | 2 | 0 | |
1987/88 | 28 | 15* | 9 | 6* | 2 | 0 | - | - | |
1988/89 | 26 | 9 | 12 | 7 | - | - | 12 | 3 | |
1989/90 | 28 | 16 | 3 | 2 | - | - | 5 | 0 | |
1990/91² | 18 | 6 | 3 | 2 | 4 | 2 | - | - |
Nazionale argentina | |||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Squadra | Anno | Coppa del Mondo | Copa América | Sudamericano | Amichevoli | ||||
P | G | P | G | P | G | P | G | ||
Nazionale Juniores | 1977 | - | - | - | - | 3 | 0 | 2 | 1 |
1978 | - | - | - | - | - | - | 5 | 4 | |
1979 | 6 | 6 | - | - | 5 | 1 | 3 | 1 | |
Nazionale maggiore | 1977 | - | - | - | - | - | - | 3 | 0 |
1978 | - | - | - | - | - | - | 1 | 0 | |
1979 | - | - | 1 | 0 | - | - | 7 | 2 | |
1980 | - | - | - | - | - | - | 10 | 7 | |
1981 | - | - | - | - | - | - | 2 | 1 | |
1982 | 5 | 2 | - | - | - | - | 5 | 0 | |
1985 | 6 | 4 | - | - | - | - | 4 | 3 | |
1986 | 7 | 5 | - | - | - | - | 3 | 2 | |
1987 | - | - | 4 | 3 | - | - | 2 | 1 | |
1988 | - | - | - | - | - | - | 3 | 1 | |
1989 | - | - | 6 | 0 | - | - | 1 | 0 | |
1990 | 7 | 0 | - | - | - | - | 3 | 1 | |
1993³ | 2 | 0 | - | - | - | - | 1 | 0 | |
1994 | 2 | 1 | - | - | - | - | 5 | 1 |
* Capocannoniere.
¹ Giocò anche una partita nella Supercopa Sudamericana contro il Colo-Colo.
² Giocò anche una partita nella Supercoppa Italiana.
³ Giocò anche nella Coppa Artemio Franchi.
[modifica] Palmares
[modifica] Trofei di club
- 1981 Primera División argentina (Boca Juniors)
- 1983 Copa del Rey (FC Barcelona)
- 1987 Serie A (SSC Napoli)
- 1987 Coppa Italia (SSC Napoli)
- 1988 Capocannoniere della Serie A (SSC Napoli)
- 1989 Coppa Uefa (SSC Napoli)
- 1990 Serie A (SSC Napoli)
- 1991 Supercoppa Italiana (SSC Napoli)
[modifica] Trofei internazionali
- 1979 Mondiali di calcio giovanili: Vincitore
- Mondiali di calcio Messico 1986: Vincitore
- Mondiali di calcio Italia 1990: 2° Posto
- 1993 Coppa Artemio Franchi: Vincitore
[modifica] Curiosità
- A Napoli è presente l'"Altarino di Maradona": una piccola edicola dedicata al famoso calciatore. Si trova in via San Biagio dei Librai di fronte al largo Corpo di Napoli, poco dopo la statua al dio Nilo. L'altarino contiene una foto di Maradona nonché un suo capello conservato in una teca.
- Il primo e l'ultimo goal di Maradona in Serie A sono stati entrambi segnati contro la Sampdoria ed entrambi su rigore.
- Il suo bisnonno materno Matteo Carioli nacque a Curzola, Dalmazia (ora in Croazia, ai tempi parte dell'impero Austro-Ungarico) ed emigrò in Argentina, dove nacque Salvadora, nonna di Maradona. Salvadora chiamò sua figlia Dalma per via dell'origine dalmata, e, a sua volta, Maradona ha chiamato Dalma la sua figlia più grande.
- I suoi 105 match e 34 reti con la Seleccion Argentina erano record, ma oramai sono stati superati da Diego Simeone per le presenze e da Gabriel Omar Batistuta per i gol.
- Tra il 2006 ed il 2007 il regista italiano Marco Risi ha diretto un film sulla vita di Diego. Tale film, intitolato "La mano de Dios" vede nella parte del Pibe de Oro l'attore Marco Leonardi.
- Diego non è stato l'unico Maradona ad approdare nel campionato italiano. Nella stagione 1987/88 giunse infatti nel nostro paese il fratello Hugo, che giocò una decina di partite con la maglia bianconera dell'Ascoli allora allenato da Ilario Castagner.
- Ai tempi della militanza nell'Argentinos Juniors Diego fu preso di mira dallo storico portiere del Boca Juniors, Hugo Gatti. Il portiere cercò di intimorire Maradona prima di una partita, dicendogli che col suo fisico non avrebbe mai potuto giocare al calcio: per tutta risposta Diego gli fece ben quattro gol.
[modifica] Altri progetti
Wikiquote contiene citazioni di o su Diego Armando Maradona
Commons contiene file multimediali su Diego Armando Maradona
[modifica] Note
- ↑ Una ripresa del fallo di Goikoetxea su YouTube
- ↑ La Gdf sequestra due orologi a Maradona
- ↑ Chavez e Maradona alla guida della massiccia campagna contro Bush
[modifica] Collegamenti esterni
![]() |
Diego Armando Maradona su DMoz (Segnala su DMoz un link pertinente all'argomento Diego Armando Maradona) |
Predecessore: | Calciatore sudamericano dell'anno | Successore: |
---|---|---|
Mario Kempes | 1979, 1980 | Zico |
1 Ardiles · 2 Baley · 3 Barbas · 4 Bertoni · 5 Calderón · 6 Díaz · 7 Fillol · 8 Galván · 9 Gallego · 10 Maradona · 11 Kempes · 12 Hernández · 13 Olarticoechea · 14 Olguín · 15 Passarella · 16 Pumpido · 17 Santamaría · 18 Tarantini · 19 Trossero · 20 Valdano · 21 Valencia · 22 Van Tuyne · 23 - · Commissario Tecnico: Menotti
1 Almirón · 2 Batista · 3 Bochini · 4 Borghi · 5 Brown · 6 Passarella · 7 Burruchaga · 8 Clausen · 9 Cuciuffo · 10 Maradona · 11 Valdano · 12 Enrique · 13 Garré · 14 Giusti · 15 Islas · 16 Olarticoechea · 17 Pasculli · 18 Pumpido · 19 Ruggeri · 20 Tapia · 21 Trobbiani · 22 Zelada · 23 - · Commissario Tecnico: Bilardo
1 Pumpido (Comizzo) · 2 Batista · 3 Balbo · 4 Basualdo · 5 Bauza · 6 Calderón · 7 Burruchaga · 8 Caniggia · 9 Dezotti · 10 Maradona · 11 Fabbri · 12 Goycochea · 13 Lorenzo · 14 Giusti · 15 Monzón · 16 Olarticoechea · 17 Sensini · 18 Serrizuela · 19 Ruggeri · 20 Simón · 21 Troglio · 22 Cancelarich · 23 - · Commissario Tecnico: Bilardo
1 Goycochea · 2 Vázquez · 3 Chamot · 4 Sensini · 5 Redondo · 6 Ruggeri · 7 Caniggia · 8 Basualdo · 9 Batistuta · 10 Maradona · 11 Medina Bello · 12 Islas · 13 Cáceres · 14 Simeone · 15 Borelli · 16 Díaz · 17 Ortega · 18 Pérez · 19 Balbo · 20 Rodríguez · 21 Mancuso · 22 Scoponi · 23 - · Commissario Tecnico: Basile