E pur si muove!
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E pur si muove! è una frase celebre della lingua italiana.
La frase, che molti ritengono pronunciata da Galileo Galilei al tribunale dell'Inquisizione al termine dell'abiura dell'eliocentrismo, in realtà è stata probabilmente 'inventata' dal giornalista Giuseppe Baretti, che aveva ricostruito la vicenda per il pubblico inglese in un'antologia pubblicata a Londra nel 1757, Italian Library.
A "muoversi", naturalmente, è la Terra, secondo quella teoria copernicana che Galilei aveva cercato di verificare sperimentalmente e che aveva difeso nel Dialogo sopra i Massimi Sistemi. Ma è molto improbabile che Galilei abbia veramente mormorato la frase davanti al tribunale dell'Inquisizione. Inventando l'aneddoto, Baretti voleva probabilmente difendere la dignità dello scienziato italiano, pure costretto all'atto di abiura. Anche ricorrendo alla minaccia della tortura, il potere non può modificare la coscienza di uno scienziato (e tantomeno le leggi fisiche). Giova anche però ricordare che al momento del processo da parte della Congregazione del Sant'Uffizio nel 1633 Galileo aveva 70 anni e per la legge dell'epoca chi aveva 65 o più anni non poteva venire torturato . Si dice anche che Galileo l'abbia detta lavorando dentro al duomo di Pisa vedendo un lampadario dondolare sotto l'effetto del vento( non verificata ). La frase viene ancora usata, nel lessico giornalistico e colloquiale, per esprimere un dubbio che resiste a tutte le rassicurazioni (o le intimidazioni) fornite dall'interlocutore.