Il club Dumas
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Il club Dumas o L'ombra di Richelieu | |
Titolo originale | El club Dumas |
Autore: | Arturo Pérez-Reverte |
Anno (1a pubblicazione) : | 1993 |
Genere: | Romanzo |
Sottogenere: | Thriller |
EDIZIONE RECENSITA | |
Anno: | 1997 |
Editore: | Marco Tropea (Net) |
Traduzione: | Ilide Carmignani |
Pagine: | 382 |
ISBN | 8851520003 |
Progetto Letteratura |
Il club Dumas (o L'ombra di Richelieu) è un romanzo di Arturo Pérez-Reverte, pubblicato nel 1993 e dal quale è stato tratto il film dal titolo La nona porta, diretto da Roman Polanski. Il libro contiene alcune illustrazioni di Francisco Solé, disegnate dietro indicazione di Arturo Pérez-Reverte.
[modifica] Personaggi
Il protagonista: Lucas Corso, mercenario di bibliofilia o più semplicemente "cacciatore di libri su commissione", svolge indagini sui libri come si fa con i crimini. Stimato nel mondo del mercato dei libri antichi da collezione, ha lavorato per importanti personalità d'Europa, di Milano, Parigi, Londra e Barcellona.
Altri personaggi:
- Irene, il diavolo mascherato da ragazza che accompagna Corso nel suo viaggio.
- Il libraio Flavio La Ponte, miglior amico di Corso, nonché suo socio; viene descritto come un uomo fin troppo aperto al mondo e un playboy poco romantico.
- La vedova Taillefer, Liana Lausauca da signorina: giovane, alta, bella, bionda, dalle curve morbide e dagli occhi blu glaciali.
Si potrebbe definire semplicemente una donna dalle tante opportunità. Ebbene, di opportunità ne aveva avute e le aveva sapute cogliere al balzo: si era maritata con un uomo che di regali costosi sarebbe stato in grado di concedergliene tanti, e in più, se così si può dire, avrebbe potuto dare un morso alla mela di riserva quando la sua, marcia e amara, non sarebbe stata in grado di dargli quello che una donna giovane e ben dotata veramente vuole.
- Varo Borja, mercenario di libri appassionato del diavolo.
- Boris Balkan, influente appassionato di libri antichi.
[modifica] Trama
Un importante e ormai anziano collezionista spagnolo, Enrique Taillefer, la cui raccolta di libri antichi è fra le più famose al mondo, commissiona al migliore amico di Corso, Flavio La Ponte, la vendita di un capitolo manoscritto della prima edizione de “I tre moschettieri” di Alexandre Dumas, che porta il nome de “Il Vino D’Angiò”. Il signor Taillefer muore, però, prematuramente; si sarebbe impiccato al lampadario dello studio.
Qui entra per la prima volta in scena Corso, che viene incaricato dal suo confidenziale amico La Ponte, dubbioso sull’autenticità del fascicolo Dumas del defunto Taillefer, per riuscire a scoprire se è originale. Corso ha, per primo, un colloquio con Boris Balkan, influente appassionato di libri antichi che, dopo una lunga ed istruttiva chiacchierata e scambio di idee, non riesce comunque a provare l’autenticità del capitolo de “I tre Moschettieri” o, almeno, non vuole. Dunque Corso si reca nella villa della vedova Taillefer, Liana Lasauca. La vedova garantisce a Corso l’autenticità del documento in suo possesso, non riuscendo comunque a comprendere il motivo per cui suo marito avrebbe venduto quello originale di Dumas, a cui fra l’altro era anche affezionato. Quello stesso giorno Corso va da Varo Borja, che così viene descritto: “…seguiva la pista di libri rari in ogni mezzo per impossessarsene…”, “…il suo catalogo non includeva mai più di una cinquantina di titoli scelti…”. Questa volta Corso arriva in ritardo, e ciò che lo aspetta non è certo una delle solite valutazione di libri; una missione vera e propria, si potrebbe definire. In un edificio in stile moderno lo aspetta il suo nuovo cliente Varo Borja, che, sotto lo sfondo magico dell’Alcazar, aperto dietro le grosse vetrate, gli mostra una delle più attraenti collezioni di libri. Ma la parte intrigante sta nel protagonista, che appare, senza variazioni, in ogni singolo volume della biblioteca: il diavolo; era stato il lavoro di una vita mettere insieme tutti quei libri, e qualcuno avrebbe potuto anche uccidere per averli. La “missione” di Corso però riguarda solo un’opera: Le Nove Porte Del Regno Delle Ombre, uno dei tre identici volumi sparsi per l’Europa e unici rimasti dopo che le altre copie originali erano state bruciate insieme all’autore Aristide Torchia dalla Santa Inquisizione, che aveva massimo potere nel 1600. Aristide Torchia era stato bruciato vivo perché aveva scritto quel libro con la complicità di Lucifero in persona. In fondo al volume, nove incisioni, forse tratte dal Delomelanicon, il libro di Lucifero, unica chiave di un viaggio oscuro.
Corso sarebbe partito alcuni giorni dopo per Lisbona e poi verso Parigi per confrontare la copia di Varo Borja con le altre due: una della collezione Fargas e l’altra della collezione Ungern. Da quel momento, ogni volta che usciva si sentiva osservato, in pericolo, e in seguito si sarebbe accorto che le sue impressioni non erano fondate: qualcuno cospirava alle sue spalle, forse per rubare uno dei libri. Un lungo viaggio avrebbe atteso il detective Corso, seduzioni pericolose, tradimenti e scienze occulte. Un viaggio affrontato assieme ad una ragazza intrigante, accattivante, "un angelo caduto dal cielo". Due opere, “Il Vino d’Angiò” e “Le Nove Porte”, unite da un legame inspiegabile, un viaggio che, alla fine, appare come un gioco, guidato da forze sovrannaturali.
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