Laus
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ΛΑΟΣ, toro androprosopo, testa all'indietro.
NΟΣ in rilievo e retrogrado, toro androprosopo, testa all'indietro in incuso.
Il Laus (o Laos in greco) era uno dei fiumi che segnava il confine tra la Lucania e i Bruzi. L'altro era il Chratis (Crati).
Il fiume corrisponde all'attuale Lao. Sboccava nel Sinus Laus (Golfo di Policastro), nel Inferum mare.
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[modifica] Laos, città
Sulla riva destra c'era la città dello stesso nome fondata dagli abitanti di Sibari che erano fuggiti dalla distruzione della loro città, avvenuta nel 510 a.C. in seguito alla guerra contro Crotone. Al tempo di Plinio la città era già scomparsa. Corrisponde all'attuale Marcellina, frazione di Santa Maria del Cedro, adiacente a Scalea. I tipi della monetazione di Laos (il toro) indicano i legami con Sibari, le cui monete avevano lo stesso tipo. Secondo il grande storico romano Strabone, Laos era grande quanto Pompei. I resti delle città si trovano sul colle Palecastro, in frazione Marcellina, i cui numerosi reperti rinvenuti sono oggi conservati nell’antiquarium di Scalea e al Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria. Gli scavi dell’area archeologica sono purtroppo ostacolati dallo sviluppo urbanistico dell’odierno centro abitato, cresciuto proprio al di sopra di Laos.
Vicino alla sorgente del fiume Laos sorgeva la città di Ursentum (Orsomarso).
[modifica] Laus Pompeii
Esisteva anche una città denominata Laus Pompeii o Laus Pompea, tra Mediolanum e Cremona, fondata da Pompeo Strabone (Plinio). Era situata nel territorio degli Insubri, nella Gallia transpadana, sulla Via Æmilia, tra Ad Nonum (nel territorio di Melegnano), che era a ca. 11 km e Tres Tabernæ (14,5 km), uno dei centri con questo nome.
Fu capitale dei Longobardi nel Medio Evo. È l'attuale Lodi Vecchio.
[modifica] Laus Iulia
Era il nome di una colonia dedotta da Giulio Cesare a Corinto.
