Panthera onca
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Giaguaro | ||||||||||||||||
![]() Panthera onca |
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Stato di conservazione | ||||||||||||||||
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Classificazione scientifica | ||||||||||||||||
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Nomenclatura binomiale | ||||||||||||||||
Panthera onca Linneo, 1758 |
Il giaguaro (Panthera onca, Linneo 1758) è un grosso felide diffuso nell'America centro-meridionale. È strettamente imparentato con i felidi del Vecchio Mondo come il leone (Panthera leo), la tigre (Panthera tigris) e il leopardo (Panthera pardus) e con le principali specie di felidi delle Americhe.
La lunghezza del corpo varia da 1,1 a 1,9 m, l'altezza al garrese è di circa 70 cm, il peso oscilla tra i 57 e i 113 kg. I giaguari possiedono la più potente struttura mascellare di tutti i felini.
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Anche se i giaguari somigliano molto nell'aspetto ai leopardi, il loro habitat naturale e il loro ruolo nella catena alimentare li avvicinano molto alle tigri.
L'habitat del giaguaro è estremamente variabile: si va dalle foreste pluviali del Sudamerica e del Centroamerica agli spazi aperti del Messico. A volte questi animali si spingono fino negli Stati Uniti sudoccidentali, in particolare in Arizona); infatti erano un tempo diffusi anche in California e Texas. Sono comunque piuttosto rari nelle zone montuose. Estremamente abili nel nuotare e nell'arrampicarsi, preferiscono vivere in prossimità dei fiumi e delle paludi e nelle foreste dense, dove una fitta copertura permette di appostarsi o avvicinarsi alle prede senza farsi vedere.
Il giaguaro è un cacciatore solitario che vive in compagnia dei suoi simili solo per accudire i cuccioli. Grazie alle loro possenti mascelle, i giaguari possono cacciare prede di grosse dimensioni quali cervi, tapiri e pecari. In caso di necessità, possono arrivare a cacciare qualsiasi tipo di preda: rane, topi, uccelli, pesci e persino animali domestici. Solitamente, i giaguari attaccano la preda perforandone il cranio con un morso. Del resto, il morso del giaguaro può persino perforare il guscio di una tartaruga (Emmons, 1987). I giaguari possono correre piuttosto velocemente, sebbene non abbiano molta resistenza e preferiscano non percorrere lunghe distanze.
Il colore di base della pelliccia è di solito giallo-arancione, con numerosi anelli o rosette sui fianchi e macchie sulla testa e sul collo. È possibile distinguere questa specie dal leopardo per la presenza di macchie all'interno delle rosette. Le rosette del giaguaro sono inoltre più grandi di quelle del leopardo.
Un fenomeno denominato melanismo può creare giaguari che appaiono interamente neri (anche se le macchie sono ancora visibili a un esame ravvicinato). Questi animali vengono chiamati pantere in America (come i leopardi neri nel Vecchio Mondo) ma non sono una specie separata.
I giaguari maschi raggiungono la maturità sessuale all'età di circa tre o quattro anni, le femmine un anno prima. Le femmine possono partorire fino a quattro cuccioli, dopo una gestazione di 90-110 giorni, ma non ne allevano più di due fino all'età adulta. I piccoli nascono ciechi e possono vedere dopo due settimane. Restano con la madre non più di due anni e poi se ne vanno per stabilire un proprio territorio, vasto tra 25 e 150 km² (a seconda della disponibilità di prede).
Allo stato selvatico vivono fino a 10-11 anni, in cattività alcuni giaguari sono vissuti anche 20 anni.
Il termine giaguaro deriva da una parola in lingua tupi-guarani. Secondo un esploratore europeo, infatti, jaguara significava "una bestia che uccide la sua preda con un solo balzo". Il nome indigeno originario era comunque Jaguarete (con Jagua che, curiosamente, in guarani significa "cane").
In alcune tradizioni Maya, p.es. tra i Lencas, Giaguaro è anche un titolo reale attribuito a un principe o principessa reale o a un monarca al potere.
L'ampio areale del giaguaro significa che non dovrebbe essere in pericolo di estinzione nel prossimo futuro, tuttavia la specie è andata declinando come numero di esemplari in alcune aree, principalmente per la scomparsa del suo habitat. Tipico è il caso delle foreste e delle praterie pluviali, trasformate in terreni coltivati.
Indice |
[modifica] Caccia
Predatore silenzioso, il giaguaro è all'apice della catena alimentare delle Americhe. La caccia alle grandi prede si compone essenzialmente di tre parti: appostamento, avvicinamento, attacco.
[modifica] Appostamento
La prima fase è semplice: il giaguaro osserva, spesso appostato su un albero, le prede, scegliendo quella più adatta.
[modifica] Avvicinamento
Una volta scelta la preda, il giaguaro deve solo mostrare un minimo di discrezione per evitarne la fuga. Il manto maculato lo mimetizza perfettamente tra la vegetazione ma se si trova costretto ad attaccare nelle grandi pianure desertiche della Patagonia o del Messico, si apposta nei cespugli e all'improvviso si lancia.
[modifica] Attacco e uccisione
All'improvviso, il felino si butta sulla malcapitata preda. A differenza della tigre e degli altri grandi felini, non morde al collo ma spezza la scatola cranica con un terribile morso. Una volta uccisa la vittima, la divora e porta i resti su un albero.
[modifica] Collegamenti esterni
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