San Carlo Borromeo
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Cardinale | |
![]() Carlo Borromeo della Chiesa cattolica |
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![]() San Carlo Borromeo dipinto da Giovanni Ambrogio Figino |
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Proclamato | 31 gennaio 1560 da papa Pio IV |
Nato | 2 ottobre 1538, Arona |
Ordinato | |
Consacrato | |
Vescovo | |
Deceduto | 3 novembre 1584 |
Cardinale Titolo cardinalizio Collegio cardinalizio · Concistoro Tutti i cardinali dati |
Carlo Borromeo (Arona, 2 ottobre 1538 - Milano, 3 novembre 1584) è santo per i cattolici. Figlio di Giberto II e Margherita Medici di Marignano, crebbe in una famiglia ricchissima, reagì all'occupazione degli spagnoli della rocca di Arona di proprietà dei Borromeo. Nel 1559 si laureò a Pavia creando una residenza chiamata Almo Collegio Borromeo che costituisce oggi uno dei collegi di merito di Pavia. Nello stesso anno il fratello della madre, Giovan Angelo Medici di Marignano, venne eletto papa col nome di Pio IV e invitò a Roma Carlo e il fratello primogenito Federico; nominò quindi Carlo cardinale e suo segretario. Nel 1562 Federico morì improvvisamente e Carlo vide nell'evento un segno divino che lo spinse ad impegnarsi a fondo nelle opere religiose.
Ordinato sacerdote nel 1563 e subito dopo consacrato vescovo, partecipò alle ultime fasi del Concilio di Trento diventando uno dei maggiori promotori della controriforma. Nel 1565 lasciata la corte pontificia, prese possesso della diocesi di Milano, nella quale da circa 80 anni mancava un vescovo residente e nella quale si era radicata una situazione di degrado con prelati dediti alle mondanità e preti non preparati e spesso "scostumati". Qui si spese per il rafforzamento della moralità e della preparazione del clero, della riorganizzazione delle attività pastorali e caritative e della promozione di nuove iniziative. Rinunciando a rendite e benefici e vendendo beni propri finanziò la costituzione di nuove iniziative pastorali e assistenziali, in controtendenza rispetto alle abitudini correnti della maggior parte dell'alto clero. Negli anni del suo episcopato, dal 1565 al 1584 si dedicò alla diocesi milanese costruendo nuove chiese, scuole e collegi, si impegnò nelle visite pastorali, curò la stesura di norme importanti per il rinnovamento dei costumi ecclesiastici.
Si impegnò in opere assistenziali in occasione di una durissima carestia nel 1570 e, soprattutto nel periodo della terribile peste del 1576-1577, detta anche "peste di San Carlo".
Nella diocesi impose regole severe, come la separazione di uomini e donne nelle chiese e la repressione degli adulteri; inoltre, pretese la sottomissione alle regole vescovili di religiosi e laici, scontrandosi con le autorità civili e ricorrendo anche alle scomuniche. Soppresse il potente ordine degli Umiliati e, dopo essere sfuggito a un attentato di cui fece poi condannare e giustiziare quattro dei responsabili. Ottenne una parte dei fondi dell'ordine soppresso e poté cedere Brera ai Gesuiti e finanziare costruzioni come il collegio Elvetico e la chiesa di San Fedele. Fu accusato di eccessivo rigorismo dalle autorità civili milanesi.
Nonostante le diete di Ilanz del 1524 e del 1526 avessero proclamato la libertà di culto nella Repubblica delle Tre Leghe in Svizzera, Borromeo combatté il protestantesimo nelle valli svizzere, imponendo rigidamente i dettami del Concilio di Trento. Nella sua visita pastorale in Val Mesolcina del 1583, fece processare per stregoneria centocinquanta persone. Questo è uno dei processi per stregoneria meglio documentati nella storia del periodo. Tra gli arrestati un centinaio erano donne e molti furono i torturati, (la tortura era una prassi comune per chiunque venisse arrestato con l'accusa di stregoneria, inoltre era sufficiente negare l'esistenza delle streghe per essere condannati a morte). I condannati al rogo furono undici (dieci donne e il prevosto) e otto donne tra queste vennero gettate nel rogo appese a testa in giù.
Morì il 3 novembre 1584 al rientro a Milano da una missione sul lago Maggiore a Cannobio, Arona e Ascona.
Fu canonizzato santo il 1 novembre del 1610.
Indice |
[modifica] Il San Carlone
![]() |
Per approfondire, vedi la voce Colosso di San Carlo Borromeo. |
Viene ricordato da una gigantesca statua ad Arona chiamata il Sancarlone; tale opera ha ispirato la costruzione della Statua della libertà. Come santo viene festeggiato il 4 novembre.
[modifica] Immagini devozionali
[modifica] Bibliografia
- Claudio Zarri, La chiesa dei Santi Alessandro e Carlo - 1742-1992, Tipografia Viscardi, Alessandria, 1992
[modifica] Collegamenti esterni
- Biografia di San Carlo di P. Canetta
- Biografia di San Carlo Borromeo
- Dati riportati su www.catholic-hierarchy.org alla pagina [1]