Sante Ancherani
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Sante Ancherani, nato a Cotignola (Ravenna) il 6 settembre 1882 e morto a Roma il 9 settembre 1971 è stato un calciatore simbolo della Lazio dei primi del ‘900.
Romagnolo di nascita si può considerare romano a tutti gli effetti. Giunse nella capitale all’età di quattro anni al seguito della famiglia che aveva lasciato la natia Cotignola e trascorso una breve parentesi a Tuscania. Dotato di una agilità fisica notevole, venne scoperto per caso dei soci fondatori della “Società Podistica Lazio” nel febbraio 1900 quando senza allenamento o preparazione percorse per la prima volta cento metri di corsa in Piazza d’Armi in appena 13 secondi. A seguito di questa performance venne accolto a braccia aperte nella grande famiglia della Lazio ricevendo la tessera numero 6 del club (un foglietto di carta che conserverà nel portafoglio per tutta la vita). Nel giro di pochissimi mesi Santino (così veniva chiamato affettuosamente da amici e familiari) si fece conoscere e soprattutto amare per la sua disponibilità e spirito di sacrificio. Oltre ad essere velocissimo sui 100 metri era quasi imbattibile sulle lunghe distanze. Poderoso nuotatore si rese protagonista di imprese coraggiose salvando la vita ad almeno sette persone che avevano tentato di suicidarsi gettandosi nel Tevere. Il suo grande amore fu però il calcio, uno sport allora quasi sconosciuto del quale però Ancherani intuì tutte le prospettive ed il fascino. Oltretutto era uno sport nel quale riusciva benissimo: il ruolo di leader gli venne affidato d’ufficio dai compagni di squadra. Era lui che dettava le formazioni, che sceglieva i giocatori, che segnava i gol. Sempre lui portò a Roma dall’Inghilterra il primo paio di scarpini bullonati: li affidò al suo calzolaio di fiducia perché li ricostruisse identici per i sui compagni di squadra. Impersonò tutte quelle figure che nel calcio moderno si sono ormai perdute: il condottiero, l’organizzatore, il capo carismatico, il goleador e l’allenatore in campo e fuori. Famosi i suoi 3 goal che dietero la vittoria alla Lazio sulla neonata Virtus nel maggio 1902 a Parco dei Daini a Villa Borghese. Fu lui la mente che guidò la Lazio nella storica vittoria nel Campionato Interregionale, organizzato a Pisa nel giugno 1907. I biancocelesti giocarono alle 10 contro il Lucca (3-0), alle 14 con il Pisa (4-0) e alle 16 affrontano il Livorno (1-0): tre vittorie in otto ore! Un’altra delle passioni di Santino fu la musica. Suonava infatti nella banda comunale di Alberto Vassalla come seconda tromba. Due passioni diverse che lo tenevano impegnato allo stesso modo. E a chi gli faceva notare che musica e calcio fossero inconciliabili, Ancherani era solito indicare un calesse che era sempre presente ai bordi del campo di allenamento e che gli consentiva di raggiungere rapidamente i colleghi orchestrali subito dopo aver terminato gli impegni sportivi. Col passare del tempo però l’attività con la banda comunale lo coinvolse sempre di più e quindi agli inizi del 1912 si trovò nelle condizioni di dover operare una scelta definitiva e tra le due passioni optò per la musica. A seguito di quella decisione la Lazio lo perdeva come atleta ma non come tifoso. La passione per i colori biancocelesti restò intatta nel suo cuore accompagnandolo per tutta la vita. Fino agli anni settanta non fece mai mancare la sua appassionata presenza sugli spalti dello stadio Olimpico in occasione degli impegni casalinghi della compagine capitolina. Si spense purtroppo nel 1971 senza poter assaporare la gioia di vedere la sua Lazio raggiungere finalmente nel 1974 quel traguardo tanto agognato a mai raggiunto prima: la conquista del tricolore.