Webcinema
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Il Webcinema è rappresentato da quelle opere di net.art che utilizzano immagini in movimento e intendono raccontare una storia. Il webcinema costituisce il legame visuale e narrativo nell’ambito cinematico tra la narrazione statica e centralizzata e i modelli pensati per gli schermi digitali, che sono mobili e strutturati sulla matrice del network. La tecnologia che ha ridefinito le metodologie per raccontare delle storie nella nostra epoca è internet, o più specificatamente, il network. Il webcinema è definito dal fatto che internet è digitale, interattivo ed è un network bidirezionale. Tutti questi fattori rendono il cinema realizzato per internet differente dalla televisione e dal cinema tradizionale.
Questa parola è stata utilizzata per la prima volta da Nora Barry, che nel libro “Webcinema: l'immagine cibernetica” di Luca Barbeni, così ne descrive la nascita: “risulta difficile definire esattamente il momento in cui è nato il webcinema, allo stesso modo in cui è difficile trovare una data precisa per il cinema tradizionale. Sicuramente le fondamenta sono state poste anche dal molto lavoro realizzato nei primi anni Novanta dai lavori in Quicktime sui cd-rom e dai giochi per computer. Tuttavia penso si possa dire che il webcinema sia nato nel 1997, l’anno in cui sono stati rilasciati su internet gli strumenti per realizzare e distribuire video web. Nel gennaio 1997 Macromedia rilasciò Flash 1.0 e il mese seguente Real Networks lanciò Realvideo 1.0. Nel luglio dello stesso anno Apple distribuì una versione per internet di Quicktime. L’introduzione dei formati Realvideo e Quicktime per internet rese possibile la distribuzione dei video sul web a doppino telefonico. Non meno importante, nello stesso anno la maggior parte dei modem raggiunse la velocità di 28 kpbs, una velocità tale da permettere agli utenti di collegarsi a siti web e visionare contenuti multimediali. Come per il cinema tradizionale, la cui esistenza per noi comincia con le sue apparizioni pubbliche, il webcinema aveva bisogno di un pubblico per esistere.”
Webcinema descrive quei progetti che hanno in comune l’utilizzo di immagini in movimento e suoni, e che si differenziano tra di loro a livello strutturale per la contaminazione con i differenti nuovi media che si sono diffusi su internet: le chat, i video giochi multiuser, i forum, i database.
La narrazione interattiva assume la forma di uno story space, come lo definisce Jay Bolter, aperto all’esplorazione e all’interazione dell’utente. Con questo tipo di linguaggio l’artista non presenta una narrazione lineare univoca, ma prepara una serie di scene, di azioni, di immagini, di storie legate tra di loro, che a seconda delle scelte dello spettatore vengono montate in differenti successioni, in modo da generare differenti storie per ogni utente.
Il webcinema visto sotto il punto di vista della liberazione del creatore dal contesto produttivo classico del cinema, può essere considerato come una sorta di seconda nouvelle vague, in quanto questo linguaggio ha ulteriormente scardinato le classiche metodologie di produzione delle immagini in movimento. Se la nouvelle vague ha portato la telecamera fuori dagli studi e l’ha liberata dai cavalletti per cederla alla flessibilità della mano, il webcinema costituisce il passo successivo verso un cinema completamente individuale e personale.
L’intimità e l’individualità riguardano non solo l’autore, ma anche lo spettatore, che si trova in una situazione percettiva assolutamente unica, come spiegherò successivamente. Nel webcinema il fruitore si trova percettivamente in una situazione a metà tra il libro e la televisione. Come per la lettura, il destinatario dell’opera è solo e soprattutto molto vicino alla superficie dell’opera, il monitor; però, come per la televisione, vi sono immagini in movimento e suoni, inoltre vi è l’interattività che costituisce una novità unica.
