Antenne radiotelevisive centralizzate
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Con il termine Antenne televisive centralizzate si possono intendere due distinti fenomeni:
- La cablatura di un intero quartiere o di una città (città cablata)
- La realizzazione spontanea o imposta da regolamenti comunali o dalla stessa legge di impianti condominiali che sostituiscono le antemnne dei singoli appartamenti.
[modifica] La città cablata
La realizzazione di impianri di cablatura di un intero quartiere è risalente nel tempo: Milano due fu dotata in costruzione dalla Edilnord che l'aveva realizzata negli anni '70 di una rete, in cavo coassiale, al solo fine di evitare la pluralità di antenne giudicate esteticamente non gradite. Peraltro proprio perché era rimasta libera una connessione, nacque Telemilanocavo e dopo diverse vicessitudini l'impero televisivo di Mediaset.
Telecom lanciò poi progetti molto ambiziosi, con una tecnologia mista di cavi coassiali uniti a un cavo a fibra ottica. Il progetto più avanzato ha riguardato la città di Siena. La vera realizzazione della città cablata l'ha, invece, compiuta Fastweb a Milano, che ha unificato i progetti intrapresi da un nutrito gruppo di imprese. Con la nuova tecnologia non si trattava, ormai della sola unificazione delle antenne, ma di una cablatura di tutte le telecomunicazioni, in primo luogo internet. I risultati economici sono stati, però parzialmente inferiori alle attese e per ora sembra che la situazione di Milano rimarrà un fenomeno isolato.
[modifica] Antenne televisive centralizzate condominiali
Il problema delle Antenne radiotelevisive centralizzate condominiali è stato sollevato da una consultazione proposta dal Ministro delle Comunicazioni, in vista di una regolamentazione normativa della questione.
Il Codice delle Comunicazioni Elettroniche (decreto legislativo 1° agosto 2003, n. 259, articolo 209 comma 4). prevede infatti una regolamentazione tramite decreto ministeriale della materia.
L'evoluzione della tecnologia relativa agli impianti di ricezione radiotelevisiva ha permesso ora di poter distribuire, con ottima qualità, da un unico punto la ricezione dei segnali televisivi.
L'opinione pubblica, a partire dai centri storici delle città d'arte si sta cominciando a rendere conto della necessità di contenere e gradualmente eliminare il fenomeno, antiestetico ed antieconomico della “selva delle antenne” , fenomeno che oltretutto sarebbe destinato ad aggravarsi con la diffusione della televisione digitale. Il nodo più difficile è quello di non ostacolare la ricezione di nessuna emittente; diconsentire alla singola unità abitativa, collegata all'antenna condominiale, almeno le stesseprestazioni di una antenna singola; e di consentire la massima flessibilità nella ricezione anche contecnologie del futuro.
Lo schema di decreto lascia immutata la libertà di installazione di antenne individuali per la ricezione diprogrammi televisivi, prevista da norme legislative tuttora in vigore, ma favorisce, a livello volontario, la diffusione delle previste antenne centralizzate. Il decreto è pensato immediatamente applicabile solo per le nuove installazione, e prevede altresì unperiodo transitorio di tre anni per l'adeguamento delle installazioni già esistenti. Una volta attuato, lo stesso impianto condominiale, ovviamente con modalità diverse, renderà contemporaneamente disponibile sia l'attacco per la televisione analogica (almeno fino al 2012), sia per la televisione digitale terrestre, sia per la televisione satellitare.