Antineoplastici
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I farmaci antineoplastici sono medicinali che inibiscono e combattono lo sviluppo dei tumori. Nel sistema di classificazione anatomico terapeutico e chimico sono classificati come L01D. Siccome le neoplasie sono diverse da tipo a tipo e addirittura si differenziano anche all'interno di una stessa "popolazione", vengono somministrati solitamente più farmaci antineoplastici secondo una procedura chiamata polichemioterapia.
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[modifica] Classificazione
La classificazione non è ancora stata uniformata ma si possono distinguere alcune ampie categorie:
- Citotossici
- Ormoni e antiormoni (terapia endocrina o ormonale)
- Antimitotici
[modifica] Citotossici
I farmaci citotossici (o citostatici o antiproliferativi) sono una categoria di antineoplastici che agisce interagendo con il DNA bloccandone la duplicazione o con i componenti del DNA impedendone la formazione.
[modifica] Agenti alchilanti
Gli alchilanti agiscono direttamente sul DNA di qualsiasi tipo di cellula tumorale senza specificità. Possono intervenire sulle basi del DNA oppure rompendo l'intera molecola di DNA o ancora bloccando la trascrizione o la duplicazione. L'azione principale di un alchilante consiste però nel legarsi all'altezza della posizione N-7 della guanina formando un legame trasversale tra due eliche complementari. Questo legame (detto anche legame a ponte o cross-link porta alla rottura della catena polinucleotidica di DNA che viene quindi danneggiato e non è più in grado di duplicarsi e completare la sintesi proteica. Essendo poi un farmaco aspecifico viene solitamente iniettato per endovena in quanto la sua efficacia non dipende dal tempo di esposizione ad esso quanto alla sua concentrazione.
[modifica] Agenti antimetaboliti
Gli antimetaboliti agiscono specificamente sui componenti delle basi azotate del DNA. In particolare interferiscono con le reazioni che portano alla formazione dell'anello pirimidinico o di quello purinico. Gli antimetaboliti possono sia interferire con la formazione di questi componenti sia sostituirsi ad essi rendendoli antagonisti (o antimetaboliti). In questo caso, a differenza degli alchilanti, è importante il tempo di esposizione; infatti più esso aumenta e maggiore sarà il numero di molecole che reagiranno.
[modifica] Ormoni
Gli ormoni vengono utilizzati in particolare per le neoplasie agli organi più sensibili ad essi, come il seno nella donna e la prostata nell'uomo, soprattutto in seguito all'intervento chirurgico per eliminare eventuali cellule rimaste ed evitare la formazione di metastasi. Poiché questi organi si sviluppano rispettivamente grazie agli ormoni estrogeni e testosterone, quando nell'organo si forma un tumore anch'esso è sottoposto all'influenza (e quindi allo sviluppo) da parte degli ormoni. La terapia ormonale consisteva inizialmente nel somministrare testosterone alle donne con cancro alla mammella, e invece estrogeni agli uomini con tumore alla prostata. Attualmente la terapia si basa principalmente su derivati del testosterone e antiormoni, soprattutto di antiestrogeni nel caso della donna. Nelle donne in menopausa alte dosi di estrogeni hanno invece effetti maggiori del testosterone. La terapia ormonale è usata anche per trattare neoplasie all'endometrio (utero), leucemie e linfomi.
[modifica] Antimitotici
I farmaci antimitotici, come dice il nome stesso, impediscono la mitosi cioè la riproduzione cellulare. In particolare essi favoriscono la formazione dei microtubuli e ne impediscono la depolimerizzazione. Gli antimitotici, come il cis-platino (o cis-diclorodiaminoplatino), manifestano però diversi effetti collaterali quali ipersensibilità, tossicità ematologica, e neuropatie.