Asola
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Stato: | ![]() |
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Regione: | ![]() |
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Provincia: | ![]() |
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Coordinate: |
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Altitudine: | 42 m s.l.m. | ||
Superficie: | 73 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 129 ab./km² | ||
Frazioni: | Barchi, Borghetto, Castelnuovo, Gazzuoli, Quattro Strade, San Pietro, Sorbara | ||
Comuni contigui: | Acquanegra sul Chiese, Canneto sull'Oglio, Casalmoro, Casaloldo, Casalromano, Castel Goffredo, Fiesse (BS), Gambara (BS), Mariana Mantovana, Piubega, Remedello (BS) | ||
CAP: | 46041 | ||
Pref. tel: | 0376 | ||
Codice ISTAT: | 020002 | ||
Codice catasto: | A470 | ||
Nome abitanti: | asolani | ||
Santo patrono: | San Giovanni Crisostomo | ||
Giorno festivo: | 27 gennaio | ||
Sito istituzionale | |||
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Asola è un comune di 9.778 abitanti della provincia di Mantova.
Indice |
[modifica] Storia
La storia di Asola si può interpretare come una continua ricerca di autonomia, che non fu mai indizio di isolamento, bensì di spinta propulsiva nel tentativo di coltivare un'identità propria e di conservare un volto riconoscibile. Asola, quale centro abitato, fu probabilmente fondata nel II secolo a.C. dai Galli Cenomani. Divenuta municipium romano nel 180 a.C. passò, dopo la caduta della Roma imperiale, sotto la dominazione dei Longobardi e dei Franchi. Alla fine del Medio Evo, durante il lento formarsi e consolidarsi delle Signorie, Asola, pur soggetta all'influenza bresciana, seppe ritagliarsi uno spazio d'azione suo proprio e formare, con i borghi limitrofi, un distretto relativamente autonomo ( detto "quadra") il quale, con confini leggermente modificati, ottenne in seguito anche il distacco e l'autonomia dalla Diocesi di Brescia cui era soggetto. Fu a lungo contesa dai Gonzaga, signori di Mantova, dai Visconti di Milano e da Brescia. Scelse liberamente nel 1440 di assoggettarsi alla Repubblica di Venezia. La Serenissima seppe valorizzare la strategica posizione di confine della cittadina e la trasformò in fortezza; la governò saggiamente promuovendone l'economia e la cultura e, sopra ogni cosa, ne rispettò il forte e sentito desiderio di crescere nella liberalità e nell'autonomia, lasciando intatto l'antico privilegio di città nulli subdita. La chiesa principale di Asola fu cattedrale, ossia sede vescovile, perché non soggetta ad alcuna giurisdizione ecclesiastica fino al 1818. Asola fu "fedelissima" a Venezia per più di 350 anni. Con la caduta della Repubblica Veneta nel 1797 ad opera dei Francesi, entrò a far parte della Repubblica Cisalpina e poi, nel 1802, del Regno d'Italia fondato da Napoleone I°. Nel 1814 passò sotto il dominio austriaco. Molti asolani presero parte alle guerre risorgimentali e Asola stessa fu meta di illustri personaggi come Carlo Alberto, Umberto I° e Giuseppe Garibaldi. Nel 1859 Asola fu liberata ed annessa, con la Lombardia, al Regno di Piemonte. Si istituirono scuole di ogni ordine e grado (dall'asilo per l'infanzia voluto da Ferrante Aporti, al ginnasio-liceo finanziato da Antonio Schiantarelli ed ebbero impulso le attività produttive. Lo sviluppo urbanistico mantenne intatta l'eleganza del centro abitato. Sulla grande piazza XX settembre, affiancata da comodi portici, si affacciano la cattedrale ed il Palazzo Municipale; da qui si ripartono, a raggiera, le vie principali. Asola ha dato i suoi natali a personaggi illustri. Fra essi ricordiamo Andrea Torresano, detto "l'asolano", che, appena in Italia fu conosciuta l'arte della stampa, aprì una stamperia a Venezia e, col genero Aldo Manuzio ed il figlio Gian Francesco d'Asola diede tanto impulso all'arte tipografica da produrre edizioni ricercate da bibliofili di tutto il mondo. Paolo Tosio fu scrittore e collezionista d'arte e legò a Brescia la ricca pinacoteca che da lui prende il nome. Marino Parenti fu scrittore e bibliografo del '900, fu apprezzato dai migliori pensatori del secolo. Riconosciuta "nobile città murata" nel Medioevo riebbe il titolo di città nel 1951 in virtù dei suoi monumenti e della sua storia millenaria.
[modifica] Monumenti e luoghi di interesse artistico
[modifica] La Cattedrale di S. Andrea
Dal 1509, quando la chiesa maggiore era stata elevata alla dignità di collegiata, al 1818, quando il papa Pio VII la aggregò alla diocesi di Mantova, la comunità asolana visse l'autonomia religiosa che da tempo rivendicava. Fu infatti una prelatura nullius (cioè non soggetta ad altre diocesi) cui presiedeva un abate commendatario; nessuno degli abati portò mai il titolo di vescovo di Asola, ma solitamente essi erano vescovi (titolari di diocesi in partibus infedelium, cioè antiche diocesi dei Paesi caduti sotto i musulmani) ed Asola, con le parrocchie della quadra, costituì una diocesi pressoché autonoma. Ecco perché la chiesa principale portò il titolo, ancora in uso, di cattedrale. Questa, dedicata a Sant'Andrea Apostolo e Santa Maria Assunta, non fu sempre la chiesa principale della città. La precedettero la pieve di Santa Maria Assunta, eretta prima del Mille nel borgo di allora, a un chilometro dal centro attuale (essa, ormai diroccata, nel 1564 fu demolita, e il titolo passò alla chiesa maggiore) ed entro le mura quella di Sant'Erasmo (nel 1890, con delibera del comune, trasformata in teatro). Nel 1377, al centro della fortezza, si diede inizio alla costruzione di una seconda chiesa gotica, dedicata a Sant'Andrea Apostolo: rivelatasi questa troppo piccola per le necessità dell'abitato, il 18 marzo 1470 i deputati civici deliberarono di ampliarla. Nacque così il tempio attuale, che del precedente mantenne soltanto il presbiterio e il campanile. La nuova fabbrica, su progetto di Guglielmo Cremonese, fu avviata il 19 agosto 1472 con la posa della prima pietra, benedetta dall'abate Francesco Catanio, essendo podestà Trojan Avogadro. Per singolare coincidenza, nel 1470, anche nella vicina città di Mantova si decise di trasformare la già esistente chiesa di S. Andrea, dando inizio ai lavori nel 1472: ma mentre a Mantova l'architetto Leon Battista Alberti creò una delle prime basiliche rinascimentali, ad Asola Guglielmo si attenne alla tradizione, ideando una chiesa gotica in armonia con la precedente, pur se incomparabilmente più solenne e grandiosa. La fabbrica, cui dopo Guglielmo sovrintese l'asolano Francesco Biondello, fu terminata nel 1514; ma già il 27 gennaio (cioè nella festa del futuro patrono San Giovanni Crisostomo) del 1501 era stata consacrata, con rito celebrato dall'arcivescovo di Lepanto Marco Saracco su richiesta del vicario dell'abate commendatario Giovanni Giusto, presenti il provissore di Venezia Andrea Gritti, poi doge, e il podestà Lodovico Nassino. Sino a tutto il Settecento la cattedrale fu oggetto di assidue cure e abbellimenti. Nel Cinquecento si arricchì dei numerosi pregevoli affreschi recentemente rimessi in luce, nonché di tele e tavole dei grandi artisti bresciani (il Moretto, il Romanino e il genero di quest'ultimo, Lattanzio Gambara); del secolo successivo sono i monumentali altari delle navate laterali e del transetto, nonché la cappella di San Giovanni Crisostomo. Caduta la Serenissima e soppressa la commenda, per la cattedrale cominciarono tempi difficili (i francesi di Napoleone I coprirono gli affreschi sotto uno strato di intonaco; quelli di Napoleone III nel 1859 adibirono il tempio a magazzino), mentre la crisi economico-sociale, attraversata dal territorio mantovano durante e dopo il risorgimento, impediva persino la normale manutenzione. Al degrado di tanto monumento, tra i più cospicui nell'arte lombarda tra gotico e rinascimento, si va ponendo rimedio da qualche decennio, con ampi restauri, accurati recuperi e la salvaguardia delle opere dismesse, per le quali è stato creato accanto al tempio il relativo museo.
[modifica] Altre chiese nel centro abitato
San Rocco, tempietto rinascimentale, affrescata da A. Fedeli, con una 'deposizione' che risente della tradizione pittorica cremonese, dei Disciplini Bianchi (Santa Maria della Misericordia) e dei Disciplini Rossi (Santa Maria al Lago o in Betlem). Da visitare, nella frazione Barchi, la chiesa di San Luigi Gonzaga, dove è un Crocefisso ligneo del Piantavigna, già in Cattedrale. Fra le architetture civili, situato nella piazza principale è il Palazzo Pretorio ora sede municipale, col Salone del Consiglio Maggiore, del Consiglio dei Dieci, stucchi e medaglioni dei Dogi e la elegante Loggia Veneta, costruita nel 1610 su progetto dell'architetto Lantana. Nella Piazza è collocata una fontana monumentale raffigurante Ercole che schiaccia l'idra, copia in marmo dell'opera dello scultore Carra (secolo XVI). Lungo la via Garibaldi si possono ammirare le facciate di tre importanti palazzi. Il Palazzo della Congregazione di Carità, in un imponente ed elegante stile neoclassico; il palazzo Terzi dalla sobria facciata con il balcone dal quale si affacciò Garibaldi nel giugno del 1862 per parlare agli asolani e, all'interno, un parco di vegetazione varia ed esotica, il palazzo del Conte Beffa Negrini, poeta amico del Tasso, con facciata barocca adorna di trofei di marmo e un solenne portale. Non lontano dalla piazza XX Settembre è l'Abside romanica di Sant'Erasmo, quanto resta di una ricca chiesa trasformata dal 1890 nel Teatro Sociale.
[modifica] Museo Civico "Goffredo Bellini"
Il museo fu costituito agli inizi degli anni Venti, quando il Cavaliere Goffredo Bellini, collezionista asolano, sulla scia degli appassionati studiosi locali del secolo precedente cominciò a dare una prima e provvisoria organizzazione a una vastissima raccolta di oggetti di ogni genere e di ogni epoca, legati in gran parte alla storia della città e del territorio, risultato non solo delle sue personali ricerche, ma anche frutto di munifiche donazioni di concittadini interessati alla conservazione di un patrimonio storico e culturale comune. Nel Museo Civico confluirono pezzi di alto valore, come la stele egizia, la coppa attica a figure nere, dipinti e arredi lignei appartenenti alla collezione privata del Bellini e giunti in suo possesso tramite il mercato antiquario. Dalla collezione originaria si è giunti allo stato attuale dell'esposizione anche grazie all'attenzione di privati cittadini che hanno segnalato nel corso degli anni soprattutto i rinvenimenti archeologici, consegnando al museo i reperti che sono venuti a costituire una parte significativa della raccolta museale, grazie anche al deposito di alcuni oggetti da parte della Soprintendenza Archeologica. All'origine il museo ebbe sede nel Palazzo del Monte di Pietà che sorge ancor oggi in via Garibaldi, designato fin dall'inizio del 1600 ad ospitare questa istituzione assistenziale, che confluì nel XIX secolo nella Congregazione di Carità, di cui il Bellini divenne segretario. Nei decenni successivi il museo subì frequenti trasferimenti, fino al definitivo allestimento presso l'originaria e prestigiosa sede del ristrutturato Palazzo Monte dei Pegni. Al visitatore si offre una panoramica che spazia attraverso i millenni della storia, con un'esposizione organizzata per percorsi cronologici e tematici completati da un sintetico apparato didascalico. Sono attualmente visitabili quattro sale: quella d'ingresso ospita una breve sezione introduttiva al museo, con la presentazione di alcuni oggetti della collezione Bellini, la stele egizia di Kewey e la coppa attica con soggetti dionisiaci. Segue la sala dedicata alla preistoria e alla protostoria, preceduta da una selezione della raccolta di fossili di varia provenienza. La sezione preistorica comprende numerosi reperti, per lo più frutto di ricerche effettuate tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, provenienti da varie zone del territorio asolano e non solo, che offrono un'interessante testimonianza della presenza umana in quest'area fin dalle epoche più remote. Il passaggio alla terza sala, dedicata ai Celti e ai Romani è evidenziato da un'iscrizione relativa alla costruzione di un balneum ad Asola nel IV secolo d.C. e dalla riproduzione fotografica di una stele funeraria ora murata nell'angolo esterno della chiesa parrocchiale. Nella prima vetrina sono esposti manufatti di tradizione celtica: si tratta di oggetti d'ornamento quali bracciali, torques, fibule, ma anche armi e attrezzi vari che attestano lo stabilirsi di gruppi cenomani, poi assorbiti nell'orbita romana nel corso del II e del I secolo a.C. Agli aspetti della vita quotidiana in epoca romana sono dedicate le successive vetrine, dove sono esposti, in buono stato di conservazione a seguito di recenti interventi conservativi, vetri, monete, lucerne, anfore, macine per il grano, pesi da telaio, oltre a un significativo numero di ceramiche fini da mensa come patere e coppe a vernice nera e coppette di ceramica "a pareti sottili". Vi sono, inoltre, reperti connessi con il popolamento del territorio in età longobarda: ornamenti e accessori di bronzo, quali fibbie, ganci per cintura, armille. L'ultima sala è riservata al ricco patrimonio storico-artistico del museo. Qui si può ammirare la raccolta di quadri, parte dei quali va riferita al periodo in cui la Serenissima estendeva i suoi domini fino ad Asola, estrema roccaforte occidentale dalla metà del 1400 fino al 1797. A questi si aggiunge un gruppo di opere attribuite al pittore Luigi Impaccianti, attivo nel XIX secolo, di cui è in preparazione una mostra da realizzare entro il 2003, corredata da un catalogo delle opere dell'artista.
ORARIO Il Museo è aperto al pubblico nei seguenti giorni e con questi orari: lunedì - venerdì: 09.00 - 12.30 mercoledì: 20.30 - 22.30 sabato: 09.00 - 12.30 (su richiesta, contattare la Biblioteca tel. 0376 720645) domenica: 15.00 - 17.30
[modifica] Archivio storico
Gli archivi sono sempre esistiti. Come in ogni famiglia si conservano per ragioni affettive, le vecchie lettere, le fotografie familiari o d'altri parenti di cui si è talora persino perduto il ricordo, ma anche per necessità o obbligo, le ricevute delle bollette pagate, ecc. così il Comune di Asola, fin dagli albori della sua storia, ha dovuto organizzare la conservazione della propria memoria, dei propri documenti fondamentali (scritti su pergamena o su carta, non fa differenza). La buona sorte, ma forse anche la passione per le carte di persone come il nostro Lodovico Mangini, che ha saputo organizzarle e custodirle diligentemente , ha permesso che giungessero fino a noi pergamene del XV secolo, ma soprattutto i registri appartenenti, per la maggior parte, al periodo della dominazione veneta (1440-1797), riportanti i verbali delle sedute degli organi deliberativi della comunità, i suoi resoconti delle spese, dei crediti e dei capitoli dei suoi funzionari; le trascrizioni di privilegi e scritture notarili nei quali il Comune entra come parte contraente; la compilazione degli statuti e quant'altro la curiosità sarà stimolata a scovare. Alla parte più antica, si affianca in perfetta successione cronologica, la sezione napoleonica e, a partire dal 1815, la documentazione asburgica, che raccolte in titoli (Acque,Governo,…) costituiscono pur esse una miniera inesauribile di notizie per ricostruire le vicende storiche locali del periodo francese e austriaco. Infine la sezione postunitaria e moderna (1860-1958), costituiscono la parte più recente dell'archivio storico asolano, ma non la meno importante in quanto traccia scritta dell'istituzione comunale e del vivere della Comunità dall'unità d'Italia alla Repubblica, attraverso la rivoluzione industriale, la modernizzazione, le grandi trasformazioni e lotte sociali, le guerre mondiali che hanno caratterizzato la storia.
Parte antica (1401-1860) |
Pergamene (1401-1719), n. 88 (Ducali, 1450-1719); Atti notarili pubblici, (1407-1499); Atti notarili privati, (1401-1587) Registri (1385-1809), n.88, ordinati cronologicamente per materia: Registri delle Provvisioni, della Cancelleria, di Privilegi e Concessioni Sezione Napoleonica (1772-1820), bb.59 Sezione Asburgica (1815-1860), bb.109 |
Sezione postunitaria (1868-1910) |
Carteggio e Atti, bb. 107 Registri / Serie particolari, regg. 259 |
Sezione moderna (1898-1958) |
Carteggio e Atti,bb. 107 Registri/ Serie particolari, regg. 1524 |
FONDI SPECIALI
- Carte e mappe (1752-1850, circa) n° 39, Ordinamento cronologico.
- Leggi e decreti (1756-1852), n° 143, Ordinamento cronologico.
- Manoscritti e opere di pregio. Lodovico Mangini, Dell'Historie, n° 1-5; Copia del Bravatta, n° 6; Dichiarazione dell'antica originaria cittadinanza di Bergamo delli discendenti del quondam Signor Giovanni Battista quondam Signor Antonio Maria Schiantarelli Quarenghi (1790), n° 7.
Oltre all'archivio storico comunale vero e proprio, significativi per qualità e consistenza sono anche gli archivi dell'E. C. A., dell'Ospedale, degli Istituti assistenziali soppressi (Pio elemosiniere, ex Monte Pegni, Pia causa Rizzardi, Pia causa Predaroli, Asilo infantile), del Legato Antonio Schiantarelli e del Patronato scolastico.
ORARIO Lunedì e Mercoledì: 8.30 - 12.30, 14.30 – 17.30; Martedì, Giovedì, Venerdì e Sabato: 8.30 - 12.30
[modifica] Paesi gemellati
Leingarten, Germania, dal 2004
Lésigny (Senna e Marna), Francia, dal 2004
[modifica] Curiosità
- Nel 1860, gli asolani Gaetano Benedini e Goffredo Ghirardini partecipano come volontari alla spedizione dei Mille al comando di Giuseppe Garibaldi.
- Il ciclista asolano Battista Danesi ha vinto nel 1911 e nel 1914 il Campionato italiano di ciclismo su pista nel mezzofondo.
- Per tre anni consecutivi (1952, 1953 e 1954) l'asolano Giovanni Rondani si conferma campione italiano assoluto di tennis tavolo.
- Nel corso degli anni Sessanta la formazione asolana di tennis tavolo trova stabile collocazione ai vertici del pongismo nazionale, vincendo per due volte il titolo di campione d'Italia a squadre (1964 e 1970).
- L’alpinista asolano Fausto De Stefani è uno tra i pochi al mondo ad aver scalato (dal 1983 al 1998) con successo tutti gli ottomila, ossia le quattordici cime che superano gli 8000 metri sul livello del mare.
- Nel 1995, in occasione dei Campionati Europei Juniores di nuoto, la nuotatrice asolana Anna Simoni si aggiudica la medaglia d'oro negli 800 stile libero e le medaglie d'argento nei 400 e nei 4x200 stile libero. A queste vittorie vanno aggiunti 10 titoli italiani assoluti (1 invernale v.25, 4 primaverili, 5 estivi) conquistati in diversi anni.
- Nel 2004, il ciclista asolano Cristian Moreni si aggiudica il Campionato italiano di ciclismo su strada per professionisti, manifestazione sportiva annuale che assegna il titolo di campione d'Italia.
[modifica] Amministrazione comunale
Sindaco: Giovanni Calcina dal 14/06/2004
Centralino del comune: 0376 733011
Email del comune: asolacom@dolmen.it
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti