Aureliano
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- Per il nome proprio di persona, si veda Aureliano (nome)
Aureliano | ||
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Imperatore romano | ||
Regno | 270 – 275 | |
Nome completo | Lucius Domitius Aurelianus | |
Titoli | Restitutor Orbis | |
Nascita | 9 settembre 214 | |
Sirmio | ||
Morte | 275 | |
vicino Bisanzio | ||
Predecessore | Quintillo | |
Successore | Marco Claudio Tacito | |
Consorte | Ulpia Severina |
Lucio Domizio Aureliano (latino: Lucius Domitius Aurelianus; Sirmio 9 settembre 214-vicino Bisanzio, 275) fu imperatore romano dal 270 alla sua morte.
Aureliano è stato sicuramente uno dei più grandi condottieri di tutta la storia di Roma antica. Egli è ricordato oltre che per sue grandi doti militari, anche per essere uno dei grandi imperatori degli ultimi secoli di vita dell'Urbe. Aureliano come tanti altri (Diocleziano, Costantino I ecc.) si adoperò con tutte le sue forze per fermare la decadenza e per cercare di risollevare la "res publica" romana. A questo scopo e per rinforzare l'unità culturale e politica dell'Impero, introdusse dalla Siria il culto del dio Sole, celebrato il 25 dicembre.
Indice |
[modifica] Biografia

Di umili origine contadine, era nato forse a Sirmio, in Illiria, e compì la sua carriera nell'esercito arrivando a ricoprire i più alti gradi. Nel suo breve regno, durato appena 5 anni, dal 270 al 275, egli riuscì a tamponare tutte le falle del sistema difensivo romano. A tale proposito, rilevante è stata l'opera di fortificazione delle città, inclusa l'Urbe, che ebbe una nuova e possente cinta muraria (mura aureliane) che si sviluppò per circa 19 chilometri ed é ancora visibile per un lungo tratto, segno evidente oltre che della sua volontà di rendere sicuro l'impero, anche del cambiamento della strategia romana da offensiva a difensiva.
Sul fronte esterno, riportò lo stato all'unità eliminando l'Impero Gallico e il regno di Palmira, sconfiggendo rispettivamente Tetrico e la regina Zenobia. Per tale azione egli ricevette il titolo di "Restitutor Orbis" dal Senato e celebrò un magnifico trionfo.
Preoccupato per gli intrighi del Senato, che tentava con ogni mezzo di riacquistare l'antico potere perso a favore dell'elemento militare, Aureliano cercò in tutti i modi di accentrare il potere nelle sue mani anche prendendo a pretesto le reali condizioni di corruzione, malversazione e disservizio nei quali versavano la maggior parte dei pubblici uffici, Zecca inclusa. Proprio mentre si apprestava ad indagare e punire i reati commessi in relazione alla coniazione delle monete d'argento, ebbe luogo una gravissima sollevazione popolare (274) probabilmente sobillata dagli stessi funzionari della Zecca che temevano di essere puniti e che fu domata con molte difficoltá.
Malgrado le oggettive difficoltá interne, egli non volle perdere di vista l'ormai secolare "problema partico" e verso la fine dell'estate del 275, si apprestò a preparare una spedizione contro i Sassanidi. Raccolto un forte esercito, era ormai nelle vicinanze di Bisanzio dove la flotta avrebbe dovuto trasbordarli dall'altra parte del Bosforo, quando fu assassinato da uno dei suoi segretari, per vendetta privata. La sua morte fece cadere tutti i Romani nello sconforto più totale.
[modifica] Culto del Dio Sole
Nell'anno 274 Aureliano introdusse a Roma il culto del Dio Sole, cercando di imporlo come culto di stato. Edifica un santuario (situato nel Campus Agrippae, l'attuale piazza San Silvestro) dedicato a questa divinità e proclama (per la prima volta in Occidente) il 25 dicembre giorno di festa in onore del nuovo dio: il Dies Natalis Solis Invicti. L'imperatore stesso si dichiarò suo supremo sacerdote.
Aureliano aveva appena concluso la riunificazione dell’Impero Romano, reduce dalla vittoria sulla regina Zenobia del Regno di Palmira. La vittoria era stata resa possibile dallo schierarsi della città-Stato siriana Emesa a fianco dell’esercito romano in un momento di sbandamento delle milizie: Aureliano all’inizio della battaglia decisiva disse di aver avuto la visione benaugurante del dio Sole, venerato ad Emesa.
Come più tardi Costantino I con il cristianesimo, Aureliano vedeva nell'adozione del culto del Sol Invictus un forte elemento di coesione culturale e politica dell'Impero, dato che, in varie forme, il culto del Sole era già presente in molte regioni dell'impero, dall'Egitto all'Anatolia, tra le popolazioni celtiche e quelle arabiche, tra i Greci e gli stessi Romani.
Inoltre, Aureliano ordino' che il primo giorno della settimana fosse dedicato al dio Sole, chiamandolo appunto "Giorno del Dio Sole": questa tradizione fu sostituita da Constantino I nel 331, che per favorire la diffusione del cristianesimo come nuova religione dell'Impero, dedicò tale giorno al Signore[citazione necessaria]. Tuttavia, nel nord Europa, rimase la denominazione decisa da Aureliano, da cui derivarono il Sontag tedesco ed il Sunday inglese.
La festa del Sol Invictus si affermò in brevissimo tempo come la festa più importante dell'Impero, con grande partecipazione popolare a Roma, anche perché si innestava ed andava a concludere la festa romana più antica, i Saturnali.
[modifica] Cronologia
- 214 circa - Nascita di Aureliano
- 269 - Partecipa alla campagna nei Balcani contro Goti ed Eruli, che vinse a Naisso.
- 270 - Viene proclamato Imperatore
- 271 - Sconfigge gli Iutungi in Italia
- 272 - Sconfigge gli Iutungi sul Danubio
- 273 - Sconfigge Zenobia e Tetrico e riconquista i territori del regno autonomo di Palmira e dell'Impero delle Gallie
- 274 - Respinge popolazioni germaniche sul Danubio
- 274 - Doma con difficoltà una violentissima sollevazione popolare
- 274, 25 dicembre: per volontà di Aureliano, per la prima volta tale giorno è celebrato in tutto l'Impero come festa della natività del dio Sole.
- 275 - Rinuncia alla Dacia, circondata dai barbari, e muore ucciso
[modifica] Bibliografia
- Eutropio, "Breviarium ab Urbe condita" lib. IX,13-15
- Antonio Spinosa, "La grande storia di Roma", 2000, Mondadori editore
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Predecessore: | Imperatori romani (Impero Romano) |
Successore: |
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Quintillo 270 |
Aureliano 270 - 275 |
Tacito 275 - 276 |