Carrozza Due Piani
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Carrozza Due Piani | |
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CARROZZA | |
![]() Carrozze e semipilota Due Piani in livrea originaria. Fotografata presso la Stazione di Udine, giugno 1997 |
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Anni di progettazione | 1978 |
Anni di costruzione | 1979-1987 |
Anni di esercizio | 1981 - oggi |
Quantità prodotta | 382 rimorchiate e 78 semipilota prodotte in 4 serie |
Costruttore | Officine Casaralta |
Dimensioni | 24.280 x 2.846 x 4.320 mm |
Capacità | 161 pax sulle rimorchiate, 143 sulle semipilota |
Distanza dal Piano del ferro | piano inferiore: 385 mm; piano superiore: 2.306 mm; estremità: 1.275 mm; vestiboli: 990 mm |
Interperno | 17.800 mm |
Passo dei carrelli | 2.400 mm |
Massa vuoto | 42 ton |
Velocità massima omologata | 140 km/h |
Le Carrozze Due Piani sono carrozze ferroviarie pensate per aumentare il numero di passeggeri trasportabili da un singolo treno: la differenza in termini di posti a sedere tra una Due Piani e una carrozza Vicinale Piano Ribassato è del 60% in più, su veicoli di lunghezza simile e di peso identico.
Negli anni '70, con l'affermazione del pendolarismo di massa verso le grandi città le Ferrovie dello Stato si sono trovate a dover potenziare in poco tempo la capacità dei propri servizi.
Le Due Piani, prodotte dalle Officine Casaralta di Bologna, pur non essendo mezzi molto avanzati tecnologicamente né particolarmente innovativi (il doubledecker nasce già alla fine del 1800 in Prussia e viene sviluppato in Francia negli anni '20), si sono dimostrate essere una soluzione efficiente e rapida ad una serie di gravi problemi che le Ferrovie dello Stato stavano affrontando in quel periodo.
Innanzi tutto erano carrozze molto leggere, grazie alla cassa in acciaio speciale al rame e all'utilizzo massiccio di legno e laminati plastici, tant'è che pesavano meno di alcune carrozze monopiano ancor oggi in circolazione. L'alta capacità permetteva di creare convogli più capienti e più corti, meglio adatti all'utilizzo su stazioni corte come quelle suburbane. La costruzione spartana e gli arredi interni molto semplici -e piuttosto poco confortevoli- rendevano la manutenzione molto rapida anche in caso di vandalismi, frequenti in aree cittadine. Le porte di dimensioni notevoli, 1800 mm contro i 1400 di una normale monopiano, e poste in vestiboli ribassati permettevano un'incarrozzamento agevole e molto veloce anche in condizione di sovraffollamento.

L'unica vera evoluzione tecnologica di questi mezzi è l'adozione di sospensioni pneumatiche invece delle tradizionali sospensioni a molle, montati su carrelli speciali ribassati e a passo corto, costruiti appositamente e chiamati "Fiat 2P".
Pur essendo state costruite tutte con dotazioni di sola seconda classe, negli anni '90 si è provveduto al riadattamento di alcuni esemplari con aree di prima classe: una scelta a detta di molti poco felice, visto che i treni regionali non prevedono la prima classe e le carrozze in questione sono poco adatte a treni a lunga percorrenza. Queste carrozze sono tuttora esistenti, per quanto declassate, e sono usate in composizione con altre Due Piani normali.
Sono stati prodotti anche degli esemplari semipilota, dalla caratteristica testata bombata: una parte di queste hanno perso l'originale livrea bianco greggio-arancio-viola per delle pellicolature pubblicitarie. A partire dagli anni '90 le Due Piani portate in manutenzione sono state tutte ri-pellicolate con la livrea unificata XMPR.

Le Due Piani hanno rappresentato per il traffico pendolare un'epoca che sta volgendo alla conclusione: i primi modelli prodotti sono in corso di dismissione a causa dei naturali fenomeni di ossidazione delle parti metalliche e per il deterioramento delle solette in legno, mentre i restanti sono stati sottoposti a revamping e adeguamento tecnologico. A partire dal 2005 Trenitalia ha cominciato la sostituzione dei veicoli più usurati con le nuove carrozze Vivalto, che seppur un poco meno capienti offrono standard di comfort, estetica, sicurezza e prestazioni maggiori.

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