Cartello
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In economia, un cartello è un accordo tra più produttori indipendenti di un bene o un servizio per porre in essere delle misure che tendono a limitare la concorrenza sul proprio mercato, impegnandosi a fissarne alcuni parametri quali le condizioni di vendita, il livello dei prezzi, l'entità della produzione, le zone di distribuzione, ecc.
Si tratta generalmente di accordi temporanei, in quanto la convenienza economica di ciascuno dei partecipanti, che restano entità giuridicamente indipendenti, è continuamente soggetta a revisione, e persiste un forte incentivo alla 'rottura' del cartello soprattutto da parte delle aziende più efficienti sul mercato.
D'altra parte, la teoria microeconomica mostra l'interesse a colludere e che le imprese che si accordano sul prezzo ottengono tutte un profitto maggiore di quello avrebbero facendosi concorrenza.
Questo pone un problema di etica manageriale poiché le pratiche anticoncorrenziali sono tradizionalmente ritenute scorrette; se è vero che garantiscono un profitto maggiore della concorrenza e che il dovere del management è massimizzare il profitto per gli azionisti-soci, queste pratiche, in quanto fonte di massimo profitto, divengono quasi un "dovere" dei dirigenti.
La direzione d'impresa dovrebbe in quest'ottica privilegiare gli azionisti ai consumatori, il profitto che viene dalla collusione al rapporto qualità/prezzo che viene dalla concorrenza.
A causa degli effetti distorsivi della libera concorrenza, i cartelli sono generalmente vietati dalle leggi antitrust nazionali e internazionali; esistono tuttavia alcuni cartelli riconosciuti e legali che regolano il prezzo di alcuni beni, ad esempio l'OPEC, che è costituita direttamente dagli stati produttori di petrolio e come tale non è soggetta alla disciplina antitrust.