Discussione:Castello di Malpaga
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Questo discorso deve essere inserito in un articolo sul mecenatismo e non riguarda il castello di Malpaga. --MM (msg) 16:51, 7 giu 2006 (CEST)
Il mecenatismo è una tendenza, un costume di vita che i condottieri seguono
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«conformandosi all'andamento del gusto e ai comportamenti della classe dominante del loro tempo»
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(Mallett M. - Signori e mercenari. La guerra nell'Italia del Rinascimento./)
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Ogni condottiero di successo è partecipe di questa tendenza ed ha disponibilità enormi di denaro contante con cui finanziare grandiose opere civili e militari, acquistare o commissionare opere d'arte, pagare e mantenere, diremo sponsorizzare, poeti e letterati, eccelsi e minori, tra i quali basta ricordare Petrarca e Dante Alighieri e, nel caso del Colleoni, Antonio Cornazzano, anche se l'accostamento non è dei migliori.
Opere come quelle di Vittorino da Feltre, di Alberti, di Pisanello sono possibili perché vi sono committenti come i condottieri Gianfranco Gonzaga e Sigismondo Malatesta. Monumenti grandiosi come il Palazzo ducale di Urbino del Laurana o le opere di Piero della Francesca sono possibili perché vi è un condottiero come Federico II di Montefeltro che li vuole e li può finanziare, non certo con i proventi delle sue povere terre; lo stesso vale per il Castello Sforzesco di Milano in cui Francesco Sforza profonde enormi capitali o per il Mantegna che opera per il Gonzaga, il cui casato si distingue per la sfarzosa e gioiosa attività edile che arricchisce Mantova, e la cui vita brillante è esempio per molti Corti europee. Questi sono solo gli esempi più significativi che testimoniano questo nuovo spirito e che la enorme ricchezza, acquisita con l'attività bellica, consente di attuare con magnificenza e munificenza.