Classe Ammiragli (sommergibile)
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Classe Caracciolo | |
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![]() Sommergibile Cagni alla banchina lavori del cantiere di Monfalcone. A terra sono allineati gli accumulatori della batteria pronti per essere imbarcati |
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Descrizione generale | |
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Tipo | Sommergibile |
Classe | Caracciolo |
Cantiere | Cantieri Navali di Monfalcone |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento | 1.702,5 t in superficie, 2.184,7 t in immersione t |
Lunghezza | 87,9 m (fuori tutto) m |
Larghezza | 7,97 m m |
Pescaggio | 5,86 m m |
Profondità operativa | 105 m, coefficiente di sicurezza 3 m |
Velocità | 16,9 nodi in emersione, 8,5 nodi in immersione nodi |
Autonomia | 19.500 mn a 9 nodi in superficie, 107 miglia a 3 nodi in immersione |
Equipaggio | 7 ufficiali e 64 sottufficiali e comuni |
Equipaggiamento | |
Armamento | *8 tubi lanciasiluri da 450 mm a prora
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La classe di sommergibili Ammiragli, era una serie di 4 vascelli (Saint Bon, Cagni, Caracciolo, Milloprodotti) per la marina italiana nei tradi anni '30. Talvolta è anche indicata come classe Cagni, dal nome della unità capoclasse, oppure classe Caracciolo, dal nome della terza unità.
Il loro compito era la lotta al naviglio mercantile, e per questo ruolo avevano almeno una caratteristica davvero interessante, relativa all'armamento. Avevano infatti siluri da 450 mm, come nel precedente conflitto mondiale, ma con un sommergibile molto più grande e potente, cosicché l'adozione di piccoli siluri su di uno scafo molto grande comportò la presenza di una quantità di siluri enorme: ben 36 armi, quasi un record per l'epoca. I tubi di lancio erano ben 8 a prua, 6 a poppa, e per ottimizzare le prestazioni i siluri usati erano di nuovo tipo, che costituiva una via di mezzo tra i 450 mm tipici e i 533. I siluri italiani erano dotati, nel caso dei 450mm., di 110kg, mentre i 533 avevano 270kg. di testata. I 450 mm dei 'Cagni' erano invece dotati di una carica da 200kg, come i siluri aerolanciati di questo calibro.
Il gran numero di tali armi garantiva una lunga autonomia di fuoco, cosa rara nel caso dei sommergibili dell'epoca, e il numero di tubi poteva garantire un'elevata probabilità di centrare bersagli importanti, se si intendeva sacrificare un'elevato numero di siluri per singoli bersagli. Erano presenti anche ben 2 cannoni da 100 mm e 4 mitragliatrici da 13,2 mm antiaeree con affusti a scomparsa.
In pratica tutto questo non funzionò, un po' per le carenze tecniche che palgarono tutti i sottomarini italiani, un po' per le esigenze operative. Accadde così che per rifornire il Nord Africa fosse necesraio usare anche i sommergibili, che avevano meno probabilità di essere intercettati dalla RN, e le grandi navi di questa classe avevano spazi sufficienti per portare un certo quantitativo di rifornimenti, mentre altri tipi di sub erano davvero troppo piccoli. Tuttavia, i sub oceanici della classe non erano ideali per muoversi nel Mediterraneo, e così le tre navi della classe impiegate vennero affondate in una quindicina di missioni.
Solo l'Ammiraglio Cagni, la capoclasse, operò come previsto nell'Atlantico, con l'affondamento di 10.000 t di mercantili.
Malgrado le molte promesse, tale classe di sommergibili non ebbe dunque un'effetto apprezzabile sugli eventi bellici.
[modifica] Le unità
Nome | Cantiere | Impostazione | Varo | Consegna |
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Amm. Simone Antonio Pacoret de Saint Bon | CRDA Monfalcone | 16 settembre 1939 | 6 giugno 1940 | 12 marzo 1941 |
Amm. Umberto Cagni | CRDA Monfalcone | 16 settembre 1939 | 20 luglio 1940 | 21 luglio 1941 |
Amm. Enrico Millo | CRDA Monfalcone | 16 ottobre 1939 | 31 agosto 1940 | 5 luglio 1941 |
Amm. Francesco Caracciolo | CRDA Monfalcone | 16 ottobre 1939 | 16 ottobre 1940 | 15 settembre 1941 |