Classe Ticonderoga (incrociatore)
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Classe Ticonderoga | |
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![]() USS Port Royal, un incrociatore AEGIS varato nel 1994. Notare le altissime sovrastrutture, il radar SPY-1 sistemato nelle pareti |
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Descrizione generale | |
Tipo | incrociatore missilistico |
Classe | Ticonderoga |
Matricola | CG-47 |
Entrata in servizio | 1983 |
Caratteristiche generali | |
Stazza lorda | 9600t. t |
Lunghezza | 172,8m. m |
Larghezza | 16,8m. m |
Pescaggio | 9,5m. m |
Propulsione | 4 turbine a gas GE LM 2500 da 80.000hp complessivi, su 2 assi |
Velocità | 32nodi nodi |
Autonomia | n.mi. a nodi ( km a km/h) |
Equipaggio | 360 |
Equipaggiamento | |
Sensori di bordo | SPY-1 AEGIS ,radar combinato da scoperta aerea phased array con 4 schiere di antenne; 1 radar di scoperta a lungo raggio SPS-49, 1 di scoperta in superficie SPS-10;1 radar di controllo tiro cannone SPG-10, 4 radar illuminazione SAM SPG-62;1 sonar a scafo SQS-23, 1 rimorchiato SQR-19, 1 sistema NAVSAT 1 SATCOMM |
Sistemi difensivi | 1 serie ESM SLQ-32, 4 lanciachaff/flare SUPER RBOC |
Armamento | artiglieria alla costruzione: 2 cannoni Mk 45 da 127mm., 2 CIWS Phalanx da 20mm. 2 lanicamissili Mk 26 con 88 armi , poi 2 Mk 41 con 122,
siluri: 2 TLS Mk 32 con 14 siluri Mk 46 |
Mezzi aerei | 2 SH-2/SH-60 |
Note | |
Soprannome | ’Tico’ |
La classe Ticonderoga è una classe di incrociatori lanciamissili, con compiti antiaerei. Anche nota come classe Aegis, in quanto per lungo tempo l’unica fruitrice di tale sistema di combattimento integrato, rappresenta la classe di incrociatori antiaerei definitiva della marina USA.
Si tratta di navi che hanno fatto fare un grande salto in avanti alle capacità operative dell’US Navy, grazie al nuovo radar AN/SPY-1, che riprendeva il concetto del FRESCAN SPS-32 del Long Beach, ma sviluppato con tecnologie moderne ed elettronica allo stato solido, abbinato a missili molto migliorati rispetto a quanto disponibile negli anni ’60.
Indice |
[modifica] Sviluppo
La classe delle navi in parola venne ideata con lo scopo di uniformare le capacità delle grandi unità antiaerei della marina statunitense verso un tipo che fosse più semplice e efficiente possibile, senza tuttavia dimenticare che la minaccia dei missili sovietici rendeva necessario , per pararne gli attacchi , tenere gli standard richiesti ad elevato livello.
Essa nasceva soprattutto dalla paura che un’azione di saturazione da parte dei bombardieri sovietici potesse far sì che le pattuglie di intercettori della Marina americana venissero superate, e che lanci di missili a lungo raggio ed eventualmente con testate nucleari potessero sopraffare anche le difese, considerate forti ma non imperforabili, delle navi di scorta americane, mettendo a quel punto le portaerei in grave pericolo. Questo era successo già nella Seconda guerra mondiale, soprattutto con i kamikaze.
Nell’era atomica la tecnologia aveva spostato ben avanti la frontiera delle possibilità operative, e ora i nuovi kamikaze erano i missili antinave da 400km di portata. La limitazione di avere radar convenzionali per controbattere le minacce provenienti da vari settori venne tenuta in conto già negli anni ’50, al termine dei quali venne introdotto il radar SPS-32 sulle nuove,avveniristiche navi USA a propulsione nucleare, l’Enterprise e il Long Beach, ma sebbene questi apparati funzionassero, erano troppo costosi e necessitanti di molti perfezionamenti tecnologici. Il successivo SPG-59 era ancora più ambizioso, e associato direttamente ad un sistema missilistico, il Typhoon, che riusciva addirittura a superare le prestazioni dei Talos.
Ma il costo e le difficoltà del programma, oltre alla spesa per la guerra del Vietnam, fecero fallire questi sogni ipertecnologici, e per circa 15 anni non vi furono seguiti pratici, preferendo tornare a radar più tradizionali e facili da realizzare, come l’SPS-48.
Verso la fine degli anni ’60, però, era nuovamente in fase di studio un radar di caratteristiche avanzate, integrato nel programma ASMS, basato sulla tecnologia dei dipoli in fase (phased array) aggiornata ai più recenti standard. Questo apparato era l’SPY-1 della Raytheon, che avrebbe dovuto andare all’incrociatore Virginia. Ma siccome per quando venne approntato il radar esso era già in fase di costruzione e non poteva essere modificato facilmente, si preferì destinarlo alle navi classe ‘Ticonderoga’, che derivavano dai caccia ‘Spruance’ e avevano propulsione convenzionale. I ‘Virginia migliorati’ erano ovviamente previsti con l’AEGIS, ma non vennero mai realizzati e così l’unico incrociatore nucleare dotato di radar a dipoli in fase è rimasto il Long Beach. Nelle costruzioni navali le scelte di principio sono quasi sempre smentite dalla storia.
[modifica] Tecnica
Cosa sia diventato il sistema di combattimento per una nave da guerra lo dimostra chiaramente la stessa 'ridenominazione' dei Ticonderoga e ‘Burke’, chiamati più sbrigativamente ‘unità AEGIS’.
Se prima dell'SPY-1 le navi da guerra erano progettate anzitutto come mezzi navali, con relativi armamenti installabili entro le strutture, e i sensori erano solo in terza posizione tra le esigenze della progettazione, dopo le cose si sono fatte ben diverse. Gli apparati elettronici non sono rimasti solo un supporto per sparare meglio o vedere a distanza, arrangiati in qualche parte delle sovrastrutture dove potevano essere installati in maniera decente, e integrati tra di loro in modi rudimentali, ma sono divenuti la ragione stessa della nave, totalmente integrati con gli elaboratori di bordo e le armi. Le esigenze, come anche i costi, che essi hanno son diventate prioritarie nel concepire tutta l’unità destinata a portarli.
Il sistema AEGIS è basato su di un radar multifunzionale e una serie di elaboratori. Sulle sovrastrutture sono presenti 4 antenne a dipoli in fase, costituite ciascuna da una superficie di 13,32mq (3,7x3,7m.) in cui esistono 4080 elementi radianti, detti ‘sfasatori’, che vengono commutati per emettere radiazioni simultaneamente su diverse direzioni contemporanee, cioè operando come tante piccole antenne, che deflettono elettronicamente in azimuth e elevazione il loro raggio e cercano attraverso lo spazio aereo circostante.
Con le 4 antenne fisse, sistemate sul torrione e sull’alta sovrastruttura poppiera, si coprono i 360 gradi ed esse –e la memoria dell’elaboratore- consentono di seguire oltre 200 bersagli simultaneamente, come se fossero molteplici occhi che guardano e osservano ogni singolo oggetto, quando la tipica antenna meccanica opera come un faro, ruotando attorno al proprio asse ed emettendo un unico fascio d’onde.
Una versione di mezzo è data da apparati come l’SPS-48 o l’EMPAR, che ruotano ma operano una scansione elettronica in elevazione ,senza muovere l’antenna sul piano verticale. Il vantaggi, tra l’altro, è di necessitare di una sola antenna per nave.
L’AN/SPY-1 ha anche un nome significativo, è infatti un radar multiruolo, in quanto questo significa ‘Y’, mentre i predecessori erano apparati per la sola scoperta (‘S’) o per il tiro (‘G’).
Nonostante questo, come gli occhi dei ragni, che vedono tutt’attorno ma non a grandi distanze, l’AEGIS ha maggiore enfasi sul numero di bersagli e la simultaneità dell’osservazione che sulla portata massima, ed è per questo che sui ‘Ticos’ esiste anche un radar a lungo raggio SPS-49, mentre per il controllo del tiro vi sono radar separati, gli SPG-62. Il sistema radar principale provvede a fornire le coordinate del bersaglio ai missili Standard, mentre i radar illuminano gli obiettivi nella fase finale del volo (circa 10km). I sistemi phased array del Patriot e l’EMPAR hanno invece anche la capacità di fornire l’illuminazione diretta del bersaglio, senza altri radar specializzati.
Il sistema AEGIS viene gestito tramite elaboratori, originariamente gli AN/UYK-7, poi rimpiazzati con i AN/UYK-43 e AN/UYK-44 della produzione più recente, e infine processori di origine commerciale.
Con essi il radar può seguire centinaia di bersagli di vario genere a varie quote e direzioni, in una visione tridimensionale, e presentarli su monitor multifunzionali, convergendo i fasci elettronici su un singolo oggetto, come su numerosi simultaneamente. Con i data link JTDS è possibile scambiare i dati rilevati con altre piattaforme, e con altri data link radio si può dirigere in sequenza i missili lanciati su singoli bersagli, attivando l’illuminazione radar solo nella fase finale.
Il sistema di controllo computerizzato ha anche un nome, ma poco significativo, Mk1. Il software originario ,del 1983, aveva 820.000 righe, ma nei vari aggiornamenti, chiamati Baseline, è diventato molto più complesso; il Baseline 4 del 1989 aveva 1 milione di ricghe, ma il -5 phase III ha 6,5 milioni di righe.
Non si tratta solo di Software: il sistema di combattimento AEGIS richiede anche un’hardware pesantissimo, 610 tonnellate nel caso del Ticonderoga, 656 nel caso della produzione più recente, con un numero di componenti passato da 865 a 924.
Non c’è da stupirsi che le navi di tale classe, con tanto peso in alto, siano state criticate per la scarsa stabilità laterale. Oltretutto, il radar è in posizione elevata sul livello del mare, perché per quanto avanzato, l’AEGIS non è un radar con capacità di vedere oltre l’orizzonte, e in termini di portata di scoperta, nonostante quello che i suoi sostenitori spesso riportano, non ha nessun vero vantaggio su di un radar convenzionale con lo stesso output di potenza: non cambia niente se un dato livello di energia è irradiato da tante piccole antene o da una sola grande.
Una differenza, però, esiste ed è che un radar Pahsed array costa fino a 100 volte quanto un apparato convenzionale di uguale portata, ed è molto più impegnativo da portare per una nave. Per questo essitono radar come l’Arabelle e l’EMPAR, molto meno costosi e pesanti: ruotando velocemente rendono quasi ininfluente la mancanza di simultaneità dell’osservazione a 360 gradi, ed essndo Phased array attivi possono anche guidare i missili fino all'impatto.
Per quanto riguarda la progettazione del resto della nave, il Ticonderoga ha uno scafo derivato da quello degli Spruance, forse grazie all’esperienza dei Kidd (praticamente, il sistema d’arma dei Virginia nello scafo degli Spruance), ed è motorizzato da 4 turbine a gas GE LM 2500, diffuso ed affidabile apparato propulsivo, con 2 turbine accese per la crociera, tutte e 4 per la massima velocità.
Le sovrastrutture, come si è visto, estremamente alte, sono in alluminio, per contenere i pesi a scapito dei costi e della resistenza agli incendi, ma non c’era altro modo per ridurre l’altezza baricentrica.
Nessuna concezione della 'Sthealtness' era all'epoca in auge, e la RCS dei 'Ticos', (come anche la traccia IR data dalle turbine a gas), ovvero la superficie radar equivalente, dev'essere estremamente elevata, a causa delle ampie superfici verticali e prive di una qualche inclinazione. NOtare che la plancia di comando è sopra l'antenna del radar SPY-1, non sotto come normalmente accade.
Non stupisce che le grandi navi in parola tendano a rollare in maniera vistosa durante le tempeste. I fumaioli sono raggruppati in 2 complessi, uno per blocco di sovrastrutture.
In termini di armamento, i ‘ticos’ hanno avuto fin da subito 2 cannoni Mk 45 da 127mm, uno a prua e 1 a poppa, mentre i CIWS Phalanx sono stati installati sulle sovrastrutture, in posizione elevata, per un migliore campo di tiro, ma hanno settori ciechi a prua e poppa.
I lanciasiluri sono i classici Mk 32 con armi Mk 46.
Soprattutto, però, esistono 2 lanciamissili, che nelle prime 5 unità erano gli Mk 26, con il modello 2 da 44 armi. Esso poteva lanciare missili Standard e ASROC, ma non gli Harpoon, che trovano posto nei soliti 2 fasci quadrupli a mezza nave.
A parte ciò, dopo le prime 5 navi, nel 1987 è arrivato l’Mk 41, con 8 moduli da 8 missili l’uno. Dal momento che 3 celle sono usate per la gru di ricarica missili (è possibile eseguirla anche in mare aperto) ogni lanciamissili, in ragione di questo utile attrezzo, perde 3 celle e si riduce a 61, sia dei soliti tipi SM-2 e ASROC,ma anche con l’aggiunta dei Tomawhak, ciò che rende possibile trasformare a seconda delle esigenze le navi AEGIS in unità ASW, AA, per attacco terrestre (come fatto durante Desert Storm).
Ma stranamente, gli Mk 41 sono rimasti ancora senza Harpoon (strano davvero, visto che hanno dimensioni compatibili con quelle degli altri missili).
Per il controllo del tiro i 4 SPG-62, con le loro antenne paraboliche, sono sistemati 2 a prua, sopra la plancia, e 2 a poppa. Non si è ripetuto l'errore della classe Virgina, e i 4 radar consentono di ingaggiare fino a 10-12 bersagli alla volta.
Con la realizzazione dei Ticos la marina USA non si è voluta far mancare nulla, e così esiste sia un sonar di prua a bassa frequenza, che uno rimorchiato, più ben 2 elicotteri ASW, per la prima volta in un’incrociatore dell’ US Navy. Anche qui, la differenza con i Virginia è netta, mentre è chiaro che il ‘package’ ASW è ripreso dagli Spraunce, le cui dotazioni ASW ed elicotteristiche non sono state interessate dal cambio di ruolo (da unità Asw ad AAW).
[modifica] Servizio
I Ticos sono entrati in linea come navi antiaeree, con compiti offensivi limitati, e nei primi 4 anni ne sono state realizzate solo 5.
Il Ticonderoga , curiosamente, venne subito impiegato per bombardare posizioni siriane e druse in Libano, nel 1983-84, e l’US Navy rischiò qualcosa con tale nave così sofisticata e utilizzata sotto costa per azioni di cannoneggiamento eseguibili da qualunque altra unità.
In seguito, i Ticos hanno prestato servizio in altri punti caldi del mondo: uno di essi, il Vincennes, abbatté nel 1988 un Airbus iraniano, scambiandolo per un’aereo militare ostile: morirono 280 persone e si causò grande scalpore internazionale. Soprattutto,da parte di molti osservatori si puntualizzò che una macchina aveva preso in maniera semiautonoma la decisione di ingaggiare e distruggere un velivolo , uccidendo persone, ciò che rimanda a molte citazioni celebri della fantascienza (da 2001: odissea nello Spazio all’episodio di Star trek in cui un computer automatico di combattimento sperimentalmente installato sull’Enterprise distrugge altre astronavi in una esercitazione in cui le scambia per vascelli ostili).
Nella guerra del ’91,antistoricamente detta ‘del Golfo’(in quanto tale nome era stato già usato per il conflitto Irak-Iran, un po’ come se la Seconda guerra mondiale diventasse ‘la grande guerra), i Ticos erano presenti in almeno 9 unità, e lanciarono dozzine di missili Tomawhak .
Ma uno di essi, ancora il Princeton, finì su una o 2 mine da fondo e risultò danneggiato al punto che si temette potesse spezzarsi in chiglia, affondando in due tronconi. 2 mine da poche migliaia di dollari avevano quasi distrutto un’incrociatore da 1 miliardo, e questo spiega bene perché non c’è una difesa imperforabile (o almeno, contro le mine non è stata trovata).
In seguito i ticos hanno continuato ad evolversi e ad essere aggiornati, ma di recente le prime 5 unità, ancora relativamente giovani, piuttosto che essere aggiornate con i VLS MK 41, sono state messe fuori servizio, per i soliti problemi di budget che affliggono anche la US Navy. Le altre 22 unità continuano a navigare come le ultime esponenti della categoria ‘incrociatori’ nella marina statunitense ( i ‘Burke’ sono classificati cacciatorpediniere).
La missione degl iAEGIS si è ulteriormente evoluta, con l’introduzione di una nuova missione della nave e del suo sistema d’arma: la difesa ATBM, contro missili antiaerei utilizzati come armi antibalistiche contro missili in arrivo: non è chiaro quale sia il livello della portata dei missili e la capacità del sistema (non è chiaro se davvero esista un sistema missilistico capace d iassicurare la difesa contro missili balistici), ma sono stati svolti a partire dalla metà del 1995 numerosi test, con i radar AEGIS modificati per tracciare le traiettorie balistiche degli ordigni.
Tracciare le traiettorie balistiche è relativamente facile, esitono da decenni radar per rilevare mortai e proiettili di artiglieria, persino di arma da fuoco.
La reale validità di un sistema di difesa del genere è difficile da valutare ,ma come minimo la nave AEGIS deve affrontare l’ostico problema del fatto che i missili balistici sono puntati verso obiettivi di terra, magari lontano dal mare.
I missili sono gli Standard SM-2 dei block più recenti, con numerose modifiche, inclso un nuovo tipo do testata ad energia cinetica. Ma la ridotta massa delle armi possibili per la struttura degli AEGIS e dei loro lanciatori rende comunque arduo dare ai missili una potenza paragonabile agli ATBM basati a terra.
[modifica] Limiti degli AEGIS
Da quanto sopra si evince che gli AEGIS abbiano una straordinaria potenza di fuoco,flessibilità operativa e anche una disponibilità operativa elevata (nelle navi più vecchie radar e lanciamissili erano spesso inefficienti, ma con i lanciatori verticali multipli e i radar a schiera, un singolo guasto non rende il sistema inutilizzabile, come accadeva con le rampe binate o i radar convenzionali), come anche una capacità operativa facilmente aggiornabile alle necessità grazie alla flessibilità d'uso dei moderni calcolatori e a quella dei sistemi d'arma come il VLS.
Gli AEGIS hanno una tale flessibilità operativa che, grazie ai loro lanciatori Mk 41 ( i VLS, per l'appunto)possono ospitare missili SAM, SSM, ASW. Ultimamente, in teoria, possono integrare i missili Standard SM con le loro versioni antimissile balistico, e con i Sea Sparrow a lancio verticale per la difesa ravvicinata.
In partivolare, questi ultimi dovrebbero essere i Sea Sparrow ESSM, più potenti ma, grazie alle alette retrattili ,capaci di andare in 4 esemplari in ciascuna cella, con una struttura che li rende simili ad un piccolo Standard SM. Così si è praticamente risolto ogni problema di difesa ravvicinata, senza imbarcare armi specifiche in sistemi fisicamente differenziati (per esempio, il Sea sparrow con lanciatore ottuplo standard).
In teoria, a seconda del carico missili,gli AEGIS possono essere usati come navi ASW con carico di ASROC , SAM con gli Standard, attacco al suolo e antianve a lunga gittata con i BGM-109 Tomawhak (ma la versione antinave non pare più essere in servizio da almeno 10 anni), per un carico di 122 armi, spesso riportate come 20 ASROC, 60-80 Standard e 20-40 Tomawhak. Esse hanno anche i sensori per la lotta ASW,con tanto di elicotteri imbarcati.
I loro limiti sono essenzialmente quelli di essere navi convenzionali, senza quindi l'autonomia richiesta per scortare le portaerei, specie quelle nucleari. Le turbine a gas hanno un consumo elevato, e una traccia infrarossa altrettanto notevole. Seguire una portaerei sopra i 20, o addirittura sopra i 30 nodi, depaupera le riserve in pochi giorni.Ovvero, un conto è dire che una certa nave ha 30 nodi di velocità, un conto dire che essa ha una autonomia massima di 6000 miglia. Non è la stessa cosa, perché la massima velocità comporta un'erogazione di potenza molto superiore e tale da superare ampiamente l'incremento di velocità: per una nave è abbastanza normale necessitare di 10.000hp per una velocità di 18 nodi, e di 50.000 per una di 30
Anche in termini di stabilità le unità Ticos soffrono il mare grosso come anche il vento al traverso, non si sa con quali effetti sulla loro efficienza operativa teorica, ma certo l'equipaggio ne può soffrire.
La cosa è particolarmente vera nelle tempeste dei mari settentrionali. Ripetute osservazioni hanno permesso di rilevare come le navi americane siano state molto più maltrattate dal moto ondoso delle unità sovietiche che navigavano vicino a loro. Il motivo non è difficile da capire: le grandi navi dell'US Navy sono generalmente pensate con sovrastrutture molto alte e pesanti, che alzano il loro baricentro, quando quelle sovietiche/russe sono generalmente dotate sì di alti alberi, ma anche di sovrastrutture basse e compatte (per referenze, si veda la differenza tra i caccia Classe Spruance e quelli Classe Udaloy).
La capacità antiaerea di ingaggio su bersagli multipli degli AEGIS, poi, è vera sopratutto ad alta quota: Infatti, se gli Standard necessitano di una guida radar solo per gli ultimi 10-16(?)km, allora, se si tratta di ingaggiare obiettivi a 50-70km è effettivamente possibile tentare di illuminare in sequenza i bersagli, sincronizzando il momento in cui ogni missile avrà bisogno del radar terminale (prima viene radiocomandato verso il bersaglio).
Ma se l'attacco viene portato a bassissime quote, magari direttamente a prua o a poppa, con la nave che generalmente manovra per fornire il minimo bersaglio (ovvero, tentando di mettere la prua direttamente verso l'attaccante) allora solo 2 radar saranno utilizzabili, e siccome l'AEGIS non ha capacità oltre l'orizzonte, non avrà che una manciata di secondi per reagire.
Così, se si trattasse di lanciare contro bersagli in volo a bassissime quote (sotto i 30 metri), allora l'ingaggio difficilmente potrebbe avere luogo al di sopra dei 20km, e ciò nonostante che l'AEGIS riduca enormemente i tempi di reazione rispetto a sistemi tradizionali (specie con i VLS).
Quindi cosa accadrebbe? Essenzialmente, che i Ticos avrebbero solo 2 radar capaci, per la prima salva, di attaccare forse solo 2 avversari ciascuno, per un totale di 4 simultaneamente ingaggiabili, al massimo. Con la seconda salva, verosimilmente vi sarebbe un solo bersaglio ingaggiabile per radar, essendo scesa la distanza sotto i 15km.
Quindi, invece di dozzine di bersagli ingaggiabili fino ad esaurimento missili, si potrebbe ottenere una mezza dozzina d'ingaggi, ciò che renderebbe possibile saturare le difese. I missili a guida radar hanno poi un PK, Kill Probability, molto diverso al variare del tipo del bersaglio e della quota: i Sea Dart durante la Guerra delle Falklands hanno dimostrato circa l'80% di PK contro aerei in volo ad alta quota, ma contro bersagli a bassissima quota si sono ritrovati ,quando sono risultati utilizzabili, circa l'11%.
Inoltre, i missili MR hanno una portata minima, ufficialmente di circa 3-4km. Se poi i bersagli hanno ridotta RCS (<0,1mq) ed elevata velocità, il tempo per reagire e attaccarli prima che giungano sotto la minima distanza sarà ridottissimo.
Tutto questo non è solo accademia. Sebbene i missili Moskit/SSN-22 sono tutt'altro che 'stealth', grandi come sono, la loro velocità e la bassisima quota, secondo i progettisti sovietici (vedi anche RID 6/93), erano intese proprio per superare le capacità di difesa dell'AEGIS, portando i missili sotto la gittata minima dei missili SAM prima che essi possano ingaggiarli.
Forse la prima generazione di Standard e di AEGIS,con i lanciatori Mk 26, erano effettivamente 'superabili'. I miglioramenti successivi ne hanno aumentato l'efficacia e la responsività, con i SM-2MR dei vari blocks, specie il IIIA adattati progressivamente 'per migliorare le capacità d'attacco a bassa quota', che però dice chiaramente come essi non fossero giudicati, nei modelli disponibili durante la Guerra Fredda, totalmente adatti contro bersagli a bassissima quota: i primi Standard non potevano ingaggiare bersagli in maniera affidabile se sotto una cinquantina di metri. I missili ESSM potrebbero migliorare ulteriormente la capacità di difesa a bassa quota e ravvicinata, essendo simili agli Standard in termini di guida ma anche maggiormente intesi per la difesa ravvicinata.
I missili Aster franco-italiani, basati sulle tecnologie del MICA francese, hanno autoguida radar e quindi la capacità di ingaggiare ogni bersaglio contro cui vengono sparati, sebbene per gli attachi a distanza necessitino di un data-limk dal radar della nave.
Essi sono più costosi, ma hanno la dote dell'indipendenza nell'ingaggio finale del bersaglio. Incidentalmente, le navi programmate per averli ne possiedono solo un ridotto numero (32-48), essendo per lo più della classe delle fregate o cacciatorpediniere.
In questo senso, la minaccia originaria portata dagli aerei dell'epoca contro le navi della Seconda guerra mondiale, se non altro ben armate contro minacce a brevi distanze, con la loro selva di armi automatiche, e la capacità di incassare colpi duri restando operative, non è necessariamente fronteggiabile al giorno d'oggi dalla maggior parte delle navi AAW: se un'attaccante sà come avvicinarsi, allora nessuna unità sarà al sicuro, perché non esiste difesa priva di punti deboli. Gli episodi del Princeton e del Cole dimostrano poi il concreto pericolo delle 'minacce asimmetriche' basate rispettivamente su mine da fondo e barchini esplosivi.
A tutt'oggi, se una formazione di 10-20 Zero Kamikaze tipici del 1945 si avvicinassero, consapevoli della forza ma anche della debolezza dei sistemi difensivi, attaccando a bassissime quote un Ticos o un Burke, non ci sarebbe garanzia che queste unità riuscirebbero a distruggere tutti gli attaccanti, nonostante le loro possibilità micidiali e la presenza di cannoni e 2 CIWS (però i 127mm hanno una ridotta cadenza di tiro e i Phalanx da 20mm. hanno una distruttività limitata e una ridotta gittata utile, insufficienti per disintegrare rapidamente un bersaglio, a maggior ragione se questi ha mezza tonnellata di motore nel muso).
Se si tratta di uno Zero o di un moderno equivalente, come l'addestratore Embraer Tucano, non c'è molta differenza, per cui la minaccia può essere attualizzata.
Se si tratta invece di jets allora la velocità sarà maggiore, ma pagata con una minore manovrabilità e una quota minima maggiore, come 15 metri (i primi SM-2 avevano ufficiamente 45m. di quota minima).
D'altro canto, se la storia insegna qualcosa, l'episodio del siluramento del V.Veneto nel 1941, da parte di un lento biplano Albacore, nonostante la sua potenza di fuoco e la scorta numerosa, dimostra come la teoria della difesa aerea navale sia spesso lontana dalla realtà: le 48 armi contraerei della corazzata italiana, più le dozzine delle 2 linee di navi di scorta avrebbero ben dovuto tenere a distanza apparecchi capaci di appena 280kmh, ma non avvenne.
Determinazione, un buon piano d'attacco e la consapevolezza della forza ma anche dei limiti dell'avversario sono degli elementi che da sempre costituiscono la chiave di successi militari anche clamorosi.
Inoltre, se la moderna tecnologia può in parte ovviare all'indeterminazione della casualità, è anche vero che essa può contribuire a confondere ulteriormente le cose. Il chaff, per esempio, è poco efficace se a lanciarlo è un'aereo ad alte prestazioni, perché è facile discriminare tra le pagliuzze metalliche trasportate dal vento e l'aereo che le ha lanciate. Il chaff, però, diventa molto più insidioso se a lanciarlo è un'aereo a bassa velocità. E i giapponesi, per referenza, già ne conoscevano l'esistenza, lo chiamavano gimanshi (carta che inganna) e lo utilizzarono addirittura prima degli inglesi nei famigerati e terrificanti raid su Amburgo. Questo ovviamente aggiunge incertezza alla questione. Se gli attaccanti arrivano a pelo d'acqua, in una formazione potente ma non troppo grande per non essere manovrata al meglio, e si aiutano anche con ECM primordiali ma non prive di efficacia, come per l'appunto i chaff/window/gimanshi, al prezzo di qualche kg aggiuntivo a bordo, questo non può che causare alla nave ulteriori problemi, riducendo almeno leggermente il PK medio dei suoi missili. Altre ECM, più sofisticate, possono causare problemi maggiori fino teoricamente ad accecare il radar stesso. La presenza poi di armi antiradar, come i missili HARM, rende l'avvicinamento degli aerei alla nave molto più pericoloso per quest'ultima, che potrebbe essere soggetta ad attacchi da parte di missili supersonici già da decine di km.
Per tutti questi fattori, indicare le unità AEGIS come potenti e modernissime navi dotate di capacità offensive elevatissime, come anche difensive, è certamente corretto e universalmente riconosciuto. Credere però alla loro invulnerabilità agli attacchi aero-missilistici (quelli di altro genere hanno già dimostrato la loro pericolosità in situazioni reali) solo in funzione di quanti missili hanno e di quanti bersagli possono ingaggiare simultanemante, è una semplificazione che in conflitti reali ha generalmente dimostrato di non corrispondere al vero.
[modifica] Voci correlate
[modifica] Bibliografia
- RID dic./85, 6/96
- Enciclopedia 'Armi da guerra' De Agostini, n.30