Compagni di merende
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Compagni di merende è il nome dato dai mass media ad una banda accusata di aver compiuto gli efferati omicidi attribuiti al mostro di Firenze.
[modifica] Origine del modo di dire
Il 16 gennaio 1993 si riapre il caso giudiziario che ha diviso l'Italia tra sostenitori e detrattori di Pietro Pacciani, accusato di avere ucciso, con ferocia inaudita, otto coppie di giovani tra il 1968 e il 1985, approfittando del buio dei luoghi nei quali si erano appartati per avere un po' di intimità. È uno dei primi casi in Italia in cui si parla di serial killer. Durante il processo, viene chiamato a testimoniare Mario Vanni, il quale dichiara di non sapere nulla e di essere solo «andato a fare delle merende con il Pacciani». Vanni intendeva dire che faceva solo dei pic-nic con l'accusato, durante i quali si intrattenevano nelle campagne vicine al loro paese, chiacchierando e mangiando un panino, tanto per trascorrere il pomeriggio in compagnia. A causa delle gravissime accuse rivolte ai due, la frase ha assunto un significato negativo, in quanto tutti immaginarono che quegli incontri nei boschi non avvenissero solo per fare uno spuntino, ma che durante gli stessi i due prendessero accordi su come uccidere le vittime successive.
[modifica] Significato
Per traslato la frase ha assunto un tono ironico: oggi, quando di due o più persone si dice che sono compagni di merende, si vuol sottintendere scherzosamente che si riuniscono segretamente, magari per tramare qualche cosa alle spalle di altri.