Crisi del Teatro Dubrovka
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Il 26 ottobre 2002, il teatro Dubrovka a Mosca fu teatro di un sequestro, da parte di terroristi ceceni, di oltre 700 civili. Dopo alcune trattative, peraltro poco convinte, le forze speciali russe fecero irruzione nel teatro dopo aver immesso del gas di tipo non dichiarato attraverso il sistema di aereazione. Secondo alcune fonti si sarebbe trattato di gas nervino, ma l'allora vice ministro degli Interni Vasilev, vagamente, dichiarò: "Mi chiedete se abbiamo usato o meno del gas. Bene, sono autorizzato a dire solo che sono stati usati metodi speciali".
In seguito all'azione, tutti i terroristi ( 50 ) e 129 ostaggi morirono, molti non in seguito a colpi di arma da fuoco; inoltre un numero di persone che, a seconda delle fonti varia da 300 a 500 fu ricoverato nei vari ospedli della città, dove i medici diagnosticarono "un avvelenamento da gas sconosciuto".
Tra i personaggi conivolti nelle trattative vi fu anche Anna Politkovskaja, la giornalista assassinata nel 2006 e nota per il suo impegno contro la corruzione. La conclusione rispecchia in effetti la tradizionale "linea dura" adottata da sempre dalle autorità russe verso le azioni terroristiche che coinvolgessero ostaggi, tesa ad affermare la secondarietà del singolo individuo rispetto alla società ed alle sue istituzioni.