Delfino (nuoto)
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Delfino è uno stile del nuoto. A livello agonistico prende il nome di Farfalla, anche se quest'ultimo stile presenta delle differenze. Il delfino nasce storicamente come evoluzione dello stile a Farfalla, che si differenzia soprattutto nell'azione della gambata: nella farfalla infatti le gambe si muovono come nella Rana, e per ogni bracciata viene effettuata solo una gambata. A livello di regolamento comunque è possibile effettuare entrambi gli stili, anche se ormai la Farfalla non viene più nuotata da nessun atleta. La Farfalla a sua volta fu una evoluzione della Rana, nel momento in cui degli atleti si resero conto che recuperare le braccia fuori dall'acqua piuttosto che sotto il suo livello aumentava la velocità. Nel momento in cui quasi nessuno nuotava più secondo lo stile canonico, fu introdotta la regola che nella Rana era vietato sollevare le mani sopra il livello dell'acqua (regola mutata solo negli anni ottanta, limitata però solo all'azione degli avambracci) e conseguentemente fu codificato questo nuovo stile.
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[modifica] Descrizione del movimento
Prevede il movimento simmetrico di gambe e braccia, appoggiando molto sulla spinta degli arti superiori. Si effettua mantenendo il corpo in posizione prona (cioè con la pancia rivolta verso il basso), il tronco e le spalle vanno tenuti in linea con la superficie e tutti i movimenti che vengono compiuti dopo la partenza, sia dagli arti inferiori sia da quelli superiori, devono essere simultanei ed eseguiti sullo stesso piano orizzontale.
[modifica] Bracciata
Possiamo scomporre la bracciata in quattro fasi, ovvero presa, trazione, spinta e recupero.
- Presa: le mani entrano in acqua simultaneamente, davanti alla testa e comunque all'interno dell'ipotetica ampiezza delle spalle.
- Trazione: le braccia si muovono similmente come nella rana, fino ad una profondità di 20-30 centimetri,
- Spinta: successivamente, anziché chiudersi continuano la spinta in maniera simile a quella del crawl, fino a distendersi completamente sfiorando le coscie.
- Recupero: una volta che le mani hanno sfiorato la cosce, inizia la fase di recupero aerea che consiste nel riportare le braccia distese appena al di sopra del pelo dell'acqua immergendo le mani davanti alla testa leggermente interne rispetto alla linea delle spalle per iniziare un nuovo ciclo.
[modifica] Gambata
La gambata invece consiste in un movimento ondulatorio (da qui il nome delfino) che parte dal bacino che fa immergere prima le ginocchia leggermente flesse, poi i piedi (fase discendente). Poi le gambe tornano in superficie seguendo sempre il movimento ondulatorio (fase ascendente). La gambata non deve mai avvenire in maniera spezzata, cioè con le ginocchia eccessivamente flesse.
[modifica] Coordinazione
Per ogni bracciata si effettuano due gambate, una nel momento in cui le mani entrano in acqua, e una nel momento in cui escono. La respirazione può essere indifferentemente effettuata frontalmente o lateralmente, anche se questa versione la effettuano atleti agonisti molto esperti (il russo Denis Pankratov è il più famoso). Fondamentale è riuscire ad effettuare ogni fase spostandosi descrivendo un onda che si sviluppa dalla superficie fino a 30-50 cm sott'acqua: indispensabile è oscillare con il bacino nel senso alto-basso con un'armonia e una fluidita' che si devono diffondere anche in gambe e braccia. In sostanza piu' la nuotata è armonica piu' è efficace e meno faticosa. Si tratta dello stile più difficile, non perché comporti dei movimenti meno naturali per l'uomo, che viene insegnato più tardi nelle scuole di nuoto e quello che a livello amatoriale viene svolto raramente, da nuotatori in genere esperti, poiché per effettuare correttamente la nuotata è necessario sfruttare al meglio la spinta delle braccia ed avere un ottimo tempismo e coordinazione globale. Altrimenti la fase più difficile da effettuare è proprio la respirazione, causando immediatamente un affaticamento che peggiora ulteriormente la situazione.