Diseguaglianza sociale
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La diseguaglianza sociale è una differenza (nei privilegi, nelle risorse e nei compensi) considerata da un gruppo sociale come ingiusta e pregiudizievole per le potenzialità degli individui della collettività. É una differenza oggettivamente misurabile e soggettivamente percepita.
Gli elementi che la compongono sono le differenze oggettive esistenti, ossia il possesso minore o maggiore di risorse socialmente rilevanti. Le differenze sono conseguenza dell’azione di meccanismi di selezione sociale più che del merito e sono interpretate dai soggetti e dai gruppi sfavoriti (o da coloro che li rappresentano) come ingiuste; il ritenersi vittima di ingiusta discriminazione è una compononente soggettiva.
É quindi importante distinguere tra differenza e diseguaglianza sociale. Se la prima è il contrario del concetto di assimilazione, la seconda corrisponde all'esatto contrario di eguaglianza sociale.
[modifica] Due letture
La sociologia affronta il tema della diseguaglianza sociale elaborando due distinte interpretazioni, entrambe valide ed ineliminabili:
- L'interpretazione valutativa consiste nello studio dell’ordine, della divisione del lavoro e della stratificazione sociale. Per es. la posizione di amministratore delegato di una grande azienda è molto elevata; l'individuo sarà collocato nella fascia medio alta della gerarchia sociale.
- L'interpretazione politica consiste nello studio degli interessi e del potere e spiega la diseguaglianza con la differenza di potere; quindi con un’ingiustizia di fondo.