Ditirambo
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Il ditirambo (in greco διθύραμβος) era, nell'antica Grecia, un inno cantato e danzato in onore del dio Dioniso (detto anche Bacco).
Si trattava di una composizione poetica corale, dove poesia, musica e danza erano fusi insieme e tutti e tre indispensabili in ugual misura. Il ditirambo era una danza collettiva eseguita in circolo da cinquanta danzatori incoronati da ghirlande. Era una danza drammatica e rapida, nella quale il solista rappresentava lo stesso Dioniso, mentre i coreuti lo accompagnavano con lamentazioni e canti di giubilo. il Ditirambo accompagnava anche i cortei(pompè) di cittadini mascherati che,in stato d'ebbrezza, inneggiavano a Dioniso suonando flauti e tamburi. il ditirambo infatti era costituito da cori accompagnati dal suono di questi strumenti.. un suono cupo, poco melodico, ma di profonda potenza, furente, che accompagnava alla perfezione il corteo barcollante di uomini mascherati: alcune feste a Dioniso infatti presupponevano il totale mascheramento, con pelli di animali e grandi falli; le Menadi, seguaci dirette del Dio, portavano il Tirso, un bastone con in cima o un ricciolo di vite o una pesante pigna.
Aristotele, nella Poetica, afferma che esso diede origine alla tragedia. Secondo la tradizione il ditirambo venne inventato nella città di Corinto da Arione di Metimna (c. 625 - c. 585 a.C.), e da Corinto si diffuse in tutto il mondo greco insieme alla diffusione del culto di Dioniso. Il ditirambo attrasse poeti di valore come Pindaro, Simonide e Bacchilide, e dal VI secolo a.C. divenne oggetto di competizioni nell'ambito delle feste dedicate a Dioniso.
Nella letteratura italiana il ditirambo è un componimento giocoso sul tema del vino e dell'allegrezza conviviale. Il più celebre componimento ditirambico italiano è il Bacco in Toscana di Francesco Redi. Friedrich Nietzsche, uno dei maggiori filosofi contemporanei, usa il ditirambo come strumento filosofico: gran parte della sue poesie ed anche alcune sue opere posseggono la forma metrica ditirambica, proprio in onore al dio (o filosofo, come lui lo chiama) Dioniso. Esemplare in tal senso è l'opera maggiore di Nietzsche, Così parlò Zarathustra.