DoppioSenso Unico
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[modifica] 1932
DoppioSenso Unico nasce nel 1932 da un gruppo dadaista di contadini provenienti dal sud Italia (Calabria, Lucania, Campania): Marco Antonio Scicchitano, Minguccio Diciocia, Costante Ruocco, Gerolamo Talarico, Turibio Vecchio.
Mossi controtempo dal manifesto di Tristan Tzara abbandonarono presto il lavoro nei campi per darsi all’allestimento di rappresentazioni agresti mai messe in scena.
Artisti poliedrici e dissennati produssero nell’arco di pochi anni (1932 – 1935) un numero considerevole di trattati teorici che spaziavano dalla TermoMetafisica all’Apnea Scenica.
Il loro lavoro più importante, Comico ergo sum, per la cui preparazione il gruppo si adoperò forsennatamente nei tre anni di attività, consisteva nella ricostruzione di un lungo fescennino venato da influenze statistico-gestaltiche che culminava in una collettiva allucinazione scenica in cui la sovraesposizione luminare rendeva ciechi, e incapaci perciò di vedere altro, gli spettatori. Primi e unici artefici del delay visivo. Il lavoro fu bloccato dal Podestà F.Ventura per futili motivi di inimicizia personale. (La leggenda narra di una disdicevole facezia riguardante lo stazionamento non regolamentare di un carro bestiame di proprietà del gruppo su di una mulattiera bianca di proprietà del Ventura.)
[modifica] 1936
Marco Antonio Scicchitano, eclettico ispiratore del gruppo si suicidò in seguito all’ennesimo progetto fallito, lasciando nel suo testamento indicazioni sulla preparazione di uno spettacolare funerale in 4 atti e 1 variazione, sul modello asiatico giapponese dei riti estremi.
Gli altri componenti del gruppo, dopo aver disertato alle volontà dello Scicchitano (in particolar modo Gerolamo Talarico, che al tempo rifiutò di svegliarsi nel giorno del funerale) sciolsero il gruppo e si ritirarono a vita privata.
[modifica] 1956
Nel 1956 al Teatro Comunale di Matera, gli eredi del 4 superstiti (Mauro Diciocia, Luca Ruocco, Filippo Talarico e Domenico Antonio Vecchio) allestirono La Tempesta di Shakespeare, travisando parzialmente il testo, ispirati dall’oppio. I pochi spettatori non apprezzarono e pertanto allestirono Sogno di una notte di mezza estate sugli spalti. I membri DoppioSenso Unico rimasero impressionati, ma per invidia ne parlarono male.
[modifica] 1960
Con l’avvento del cinematografo nelle regioni meridionali la DoppioSenso Unico produsse quello che fu considerato il loro canto del cigno, La Radura degli alberi sottili, avveniristico porno-horror antelitteram girato in piano sequenza tra mercoledì e giovedì. Il film, proiettato al Cinema Masciari di Catanzaro registrò un discreto successo di pubblico, tanto che la DoppioSenso Unico aquisì il Teatro Cinema Masciari di Catanzaro dal 1960 al 1962, rendendo la città fulcro nazionale di cultura e sperimentazione.
[modifica] 1963
Un bel gioco dura poco. Questa seconda formazione della DoppioSenso Unico terminò nel capodanno 1963 giacché Mauro Diciocia, lasciando due bambini e una moglie gravida, partì per l’Arizona. Gli altri ci rimasero male.
[modifica] anni '70
La terza generazione (GianBattista Diciocia, Francesco Antonio Ruocco, Francesco Talarico e Gaetano Vecchio) a causa dei postumi della guerra fredda, non mai si conobbe e tutt’ora i suddetti rifiutano ogni forma di contatto.
[modifica] ora
I figli, per andar contro la Patria e il Potestà, decisero di rimettere in sesto la compagnia dei Trisavoli, estendendo la loro ricerca ad altre forme espressive, quali la letteratura sintetica, la fotografia latente, il disegno ornato, la musica claustrofonica e la scultura cadente.
Ma la storia si ripete e nel primo solstizio d'estate del nuovo millennio, il giovane Mauro Diciocia abbandona la patria natìa alla volta del nuovo mondo, in cerca del nonno scomparso.
Il mare, come sempre, tace.
Eredi di una forte tradizione, Luca Ruocco, Ivan Talarico e Lorenzo Vecchio, ricercano in ogni direzione il Grottesco e l’Inquietante.
La loro produzione spazia tra i generi indagando le malformazioni dell’espressione, rinunciando a qualsivoglia approccio sterilmente tecnico a càpito dell’IDea.