Ecateo
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Ecateo, Ἑκαταῖος Μιλήσιος in greco, (Mileto, ca 550 a.C. – ca 476 a.C.), geografo e storico greco.
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[modifica] Vita
Figlio di Egesandro, aristocratico, si vantava, secondo quanto racconta Erodoto (Storie, II, 143), di avere avuto, nella propria genealogia, un dio per antenato della sedicesima generazione: i sacerdoti egiziani del dio Amon gli mostrarono nel tempio ben 345 statue di sacerdoti della stessa stirpe e il più antico di essi era ancora un uomo. Il senso dell’episodio sembra essere che egli iniziasse a considerare razionalmente i miti e a basarsi sui fatti per valutare le tradizioni.
Sempre Erodoto (Storie, V, 36) racconta che al tempo della rivolta delle città ioniche contro i persiani (500 a.C. – 494 a.C.) Ecateo consigliò di costruire una flotta utilizzando il tesoro del tempio dei Branchidi per poter combattere con successo e fu poi tra gli ambasciatori che trattarono la pace col satrapo Artaferne; anche questo episodio mostrerebbe la sua spregiudicatezza e la sua noncuranza per ciò che allora era considerato sacro e inviolabile.
[modifica] Opere
Le Genealogie (Geneelogiai) sono un’opera in 4 libri di natura storica, con un’esposizione di avvenimenti mitici ordinati cronologicamente per generazioni – una generazione corrisponde a circa quarant’anni. Probabilmente Ecateo considerava il periodo dai deucalionidi, i discendenti di Prometeo, ad Eracle. Restano una trentina di frammenti dai quali non si può ricavare carattere e distribuzione della materia trattata anche se sono considerate un tentativo di razionalizzare gli elementi mitici della storia primitiva della Grecia. Nel II libro erano narrati alcuni miti di Eracle e nel IV delle leggende milesie.
Restano frammenti anche del Giro della Terra (Periegesis), opera di natura geografica, pubblicata alla fine del VI secolo, in due libri riguardanti l’Europa e l’Asia, una descrizione di luoghi visitati, con indicazione delle distanze e osservazioni etnografiche: secondo Erodoto, disegnò una carta geografica che rappresentava la Terra come un disco rotondo circondato dall'Oceano, concezione del resto a lui anteriore.
[modifica] La lingua
Ecateo scrive in prosa, utilizzando il dialetto ionico puro (akratos ‘Ias) con uno stile semplice e chiaro che sembra abbia influenzato Erodoto.
[modifica] Considerazioni
Esordisce nelle Genealogie: "io scrivo cose che credo vere; invece molti racconti greci sono ridicoli". Considerando leggende molte tradizioni della sua terra, cerca di comprendere i miti, razionalizzandoli: così, per esempio, spiega la leggenda di Eracle che, nel capo Tenaro, scende nell’Ade per portare il cane infernale Cerbero a Euristeo, verificando che in quel luogo non c’è nessuna strada sotterranea e nessun ingresso all’Ade; dunque, secondo lui, Eracle ha semplicemente catturato in quel luogo un comune serpente chiamato, per la sua velenosità, cane dell’Ade. In questo modo il mito viene adattato ai tempi ma mantenuto, perché Ecateo non interpreta e mantiene reali Eracle e l’Ade, che sono i fondamenti della leggenda. E’ il limite di ogni razionalizzazione: in realtà le mitologie vanno spiegate storicizzandole, cioè comprendendo come e perché siano sorte, altrimenti vengono soltanto modificate, creandone altre, come infatti la storia insegna. Ma Ecateo non poteva “storicizzare”, proprio a causa dell’inesistenza, ai suoi tempi, di una storiografia e perciò di una metodologia storiografica e tuttavia, per il suo sforzo di mettere in discussione le narrazioni del passato, per la ricerca della verosimiglianza dei fatti e il rifiuto dell’autorità, merita il nome di padre della storiografia greca.