Economia dell'Iraq
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L'economia dell'Iraq si basa fortemente sull'esportazione di petrolio che comprende i 2/3 delle esportazioni ma non bastano a equilibrare la bilancia commerciale.
[modifica] L'embargo e l'occupazione
Dopo l'embargo stabilito dalla risoluzione 661 delle Nazioni Unite (1990) l'economia del paese è entrata in crisi. Cibo e medicinali hanno iniziato a scarseggiare richiedendo l'intervento delle Nazioni Unite che decisero di scambiare petrolio in cambio di cibo e medicinali (Oil for food 1996). Attraverso vari meccanismi di controllo gli Stati Uniti e la Gran Bretagna avevano la possibilità di aprire e chiudere il flusso di petrolio a proprio piacimento. Il vecchio presidente Saddam Hussein riuscì con espedienti vari ad arricchire il proprio patrimonio contrabbandando petrolio sottobanco. La situazione globale del paese lentamente migliorò: i medicinali e il cibo comprati a caro prezzo iniziarono ad affluire fino alla guerra in Iraq iniziata ufficialmente il 20 marzo 2003 con l'invasione dell'Iraq da parte di una coalizione formata inizialmente da Stati Uniti, Regno Unito, Australia e Polonia. Ancora oggi l'occupazione e le tensioni interne tra i diversi gruppi etnici che risiedono in Iraq creano instabilità ed incertezza la ricostruzione sembra lontana come anche la pace. Le forze di sicurezza sono spesso attaccate e la rinascita economica è destinata a iniziare soltanto con la fine delle ostilità. Il vecchio regime è stato completamente cancellato.
Un analisi attuale dell'economia irachena è molto difficile da attuare: molte infrastrutture sono state distrutte dai bombardamenti il governo attuale non sembra in grado di avere la forza per controllare il paese e la sitazione potrebbe degenerare in una guerra civile a tutti gli effetti.