Emilio Santucci
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Emilio Santucci (Siena 1897-1946), studioso dell'arte senese, è vissuto in una casa di fronte alla Chiesa del Santuccio, nella Contrada di Valdimontone.
Appassionato della cultura della propria città, fu membro dell'"Istituto Senese d'Arte e di Storia" e della "Società degli Amici dei Monumenti".
La sua passione per l'arte e la Contrada lo spinse a promuovere i lavori di restauro della Basilica di Santa Maria dei Servi (Siena) alla cui inaugurazione (15 Agosto 1927), di fronte alla storica tavola della Madonna detta del Bordone, opera di Coppo di Marcovaldo (sec. XIII), ebbe parole commemorative per i parrocchiani caduti nella grande guerra del 1915-18.
Emilio Santucci nel suo discorso ricorda l'altra guerra che vide vincitori i senesi contro i fiorentini (la Battaglia di Montaperti del 1260, citata anche da Dante nella Divina Commedia) e nella quale Coppo fiorentino fu tratto prigioniero e poté salvare la propria vita soltanto grazie ai buoni uffici di quei Frati Serviti e dipingendo per i vincitori, come riscatto della propria libertà, quella mirabile immagine della Madonna.
"La leggenda è bella e pietosa. Quei gentiluomini fiorentini che vestono il rozzo saio nella terra dei vincitori della patria loro, e dopo l'obbrobriosa sconfitta, con umiltà impetrano per il loro concittadino la libertà, offrendo a prezzo l'omaggio più desiderato per la loro Signora; l'adesione dei senesi che nel momento del pericolo supremo Le avevano donato in perpetuità durante il mondo la loro città, e che nulla possono rifiutare quando è chiesto in nome di Lei, tutto ciò reca la viva immagine di quel sentimento mistico-cavalleresco, fiorito da gentil sangue italico, che resta tra le più belle tradizioni di nostra terra... ... Con questo pensiero possiamo compiere il rito che qui ci ha riuniti, e inchinarci riverenti innanzi alla memoria dei valorosi soldati nati del popolo di Val di Montone i cui nomi rimarranno eternati in questa cappella. L'immagine della vergine Madre, eletta protettrice e Signora di Siena, che dipinta dal guelfo prigione fu pegno del suo riscatto, nell'ombra tenue di questo sacello veglierà come lampada inestinguibile la memoria di quegli umili, la cui morte oscura fu parimenti prezzo del suo riscatto, offerto nel nome di supremi ideali di libertà e di patria." ... tratto dal testo "Basilica di S. Maria dei Servi: restauri e lavori artistici" conservato presso la Biblioteca degli Intronati di Siena.
L'Ordine dei Servi di Maria gli dedicò, a memoria perenne, una lapide tuttora visibile nella Basilica.
Dello stesso autore si cita il volume "Per la fede e per l'arte" edito a Siena da Lazzari nel 1925 e conservato presso la Biblioteca Comunale di Piombino.
Fu nominato Commendatore ed insignito della Croce di Cavaliere dell'Ordine Pontificio di San Silvestro.