Discussione:Giuseppe Garibaldi
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L'articolo và indubbiamente ampliato, se si vede la pagina Inglese si rimane un pò di stucco nel constatare il maggior rilievo che viene dato a uno dei più grandi eroi Italiani in da parte di stranieri rispetto alla medesima pagina dei suoi connazionali
Indice |
[modifica] frase non NPOV
"per le sue imprese militari a favore della libertà in Sud America ed Europa" la sua partecipazione alla guerra di secessione in Brasile non la vedrei molto come in favore della libertà --Francomemoria 20:55, 10 dic 2005 (CET) Gribaldi ha combattuto per l a provincia seccessiuonista di Rio Grande ke voleva separarsi dall impero zarista. peppino in quella guerra ha fatto azioni coragiose per i suoi estimatori e terroristiche per i suo nemici.--Angelo Not 21:01, 10 dic 2005 (CET)
Il problema che stai esprimendo un giudizio, quindi non è NPOV, l'impero non era zarista, comunque il Brasile era su una struttura federale anche all'epoca, e le posizione dei secessionisti erano repubblicane solo perché non avevano nessun re, non era certo un governo "popolare" quello dei secessionisti ma solo dell'alta borghesia del Rio Grande, la zona più ricca del Brasile, all'ora e credo anche ora --Francomemoria 21:13, 10 dic 2005 (CET)
Dipende da cosa intendi per federale. L'Impero del Brasile era diviso in province (art. 2, cost. del 25 marzo 1824) che godevano di una certa autonomia - secondo il dettato costituzionale -,ma non al punto da poterle configurare come stati federati. Inoltre ai sensi dell'articolo 165 il Presidente della provincia era nominato dall'Imperatore, che poteva anche rimuoverlo. Il senato era sì organizzato sulla base di elezioni provinciali, ma i suoi membri erano a vita (art. 40) ed in più ne facevano parte i principi del sangue. Tutto ciò stona con un'interpretazione federale - e anche popolare - della costituzione dell'Impero del Brasile, che ebbe anche una vita travagliata. Era una normale costituzione borghese, neanche tanto reazionaria, del XIX secolo ma tutto finisce qui. Ora, infine, è possibile che Garibaldi combattesse per l'alta borghesia del Rio Grande, ma l'Imperatore da chi era appoggiato, non credo dai poveracci di Rio! --Edoardo.Dedo 17:56, 14 feb 2007 (CET)
[modifica] ammiraglia
che le Garibaldi siano state navi ammiraglie della MM italiana è vero ma anche altre navi si sono fregiate di questo titolo fra cui ricordo la Vittorio Veneto (che precedette l'attuale Garibaldi), quindi non mi sembra del tutto esatta la curiosità riportata--Francomemoria 15:35, 14 gen 2006 (CET)
[modifica] Garibaldi
cb La discussione proviene dalla pagina Wikipedia:Bar
– il cambusiere Pietrodn 14:48, 2 giu 2006 (CEST)
leggendo la Vs biografia su Giuseppe Garibaldi, ho notato diverse cose che non combaciano con le notizie che ho raccolto un po' sui libri, un po' su documenti. Ma la cosa che mi fa specie, anche se può sembrare una sciocchezza, è come è scritto Tanganrog....io l'ho scritto giusto e voi? Tonino Arcibaldo Canella
- Usando un'approcio da ignorante della geografia russa ho fatto una query su Google e Tanganrog e' molto piu' frequente di Tganrog riportato nella voce Giuseppe Garibaldi. Ti suggerisco di modificare l'articolo direttamente. --TheCADexpert (talk) 05:55, 2 giu 2006 (CEST)
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- Anch'io sono un ignorante della geografia russa :-), ma la città si scrive Таганрог (quindi, Taganrog) oggi. Non so nulla delle versioni storiche del nome, ma google non ha rilevato perché il nome si scrive talvolta anche Tanganrog nell'alfabeto latino. Rgrg 08:56, 2 giu 2006 (CEST)
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- La traslitterazione delle parole russe in alfabeto latino non è unica. Per esempio en.wiki riporta en:Taganrog. La discussione potrebbe continuare nel Geobar --Rutja76(scrivimi!) 09:13, 2 giu 2006 (CEST)
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- Aiuto:Convenzioni di nomenclatura indica di usare questa convenzione convenzione ONU e fare redirect dalle altre.--Moroboshi 11:46, 2 giu 2006 (CEST)
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- Comunque, questo nome è composto da caratteri che hanno la stessa traslitterazione tra i sistemi diversi, e non vedo da dove viene questo n. Rgrg 13:03, 2 giu 2006 (CEST)
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Il nome corretto è Taganrog (dalla fondazione 1696), dato dai fondatori casacchi in quanto situato sull’istmo di Taganij Rog (Corno di Tagan) e da allora non ha cambiato nome. Tagan in russo è il treppiede che sosteneva la pentola sul fuoco, mentre tangan non esiste. La traslitterazione che ha aggiunto quella n (e non ne vedo la necessità), è un abuso o forse solo un errore accettato per versione corretta. Sta a noi decidere cosa scegliere. --IvaTrieste 14:27, 2 giu 2006 (CEST)
- Il bello è che Google restituisce tra i primi risultati il sito ufficiale della città: http://www.taganrogcity.com/index.html (che è riportato anche nella voce inglese), dove si vede chiaramente qual è il nome. Inoltre la stessa wikipedia italiana ha già la voce Taganrog. Per quanto riguarda la voce su Garibaldi, è evidente che si trattava di un semplice refuso e bastava correggerlo appena trovato (comunque l'ho corretto io). Lucio Di Madaura (disputationes) 18:26, 2 giu 2006 (CEST)
[modifica] Stile
Nelle sezioni biografiche della voce si usa sia il presente storico che il passato. Credo che si debba prendere una decisione e "uniformare" i tempi verbali... --AltraStoria 12:12, 5 lug 2006 (CEST)
- Tendenzialmente sarebbe preferibile il passato. Procedi pure ^_^. --Amon(☎ telefono-casa...) 12:33, 5 lug 2006 (CEST)
- Fatto :) --AltraStoria 15:10, 5 lug 2006 (CEST)
[modifica] GARIBALDI
Ho avuto modo di studiare varie biografie di Giuseppe Garibaldi, ed in alcune di esse il nostro eroe viene presentato in maniera diversa da quella che si studia a scuola fino ad oggi. In verità, le cronache dell'epoca riportano svariate nefandezze commesse da Garibaldi nel Sud America, mentre ben diversa è la storia che ha portato Garibaldi alla liberazione del Regno delle Due Sicilie. Molti testi riportano un aiuto economico (oltre all'appoggio delle navi militari) da parte del governo inglese, mentre di certo i mille - da soli - non hanno sicuramente conquistato un bel nulla in Sicilia ed in Campania: l'esercito piemontese e bande armate locali hanno fatto la maggior parte del lavoro. Anche in Sicilia, poi, le cronache riportano quello che in ogni azione di guerra, da chiunque condotta, ovunque ed in qualsiasi tempo perpetrata, si porta appresso: soprusi, angherie, ruberie, stupri. Infine, il famoso OBBEDISCO: perché, cos'altro avrebbe potuto dire - con alle spalle una banda più o meno raffazzonata e di fronte un esercito organizzato ed bene armato - il nostro eroe? Avete notizie in merito?
- Non so chi sei ma quello che dici è oggi normalmente riconosciuto da tutti gli storici non faziosi. L'intervento di Garibaldi con la spedizione dei mille ebbe il certo finanziamento del governo inglese e dei massoni. Non fu un caso che Garibaldi scelse di sbarcare a Marsala, città che all'epoca era praticamente in mano alle ricche famiglie inglesi; neppure fu un caso che l'armistizio fu firmato all'interno di una nave inglese. Tale denaro servì per corrompere generali e notabili borbonici. Evidentemente queste cose non si dovevano sapere e, infatti, Ippolito Nievo che, per il suo ruolo nella spedizione (capo dell'intendenza), era a conoscenza di come veniva amministrato il denaro, fu fatto annegare nel suo viaggio di ritorno da Palermo a Napoli a bordo dell'"Ercole" che affondò per una esplosione nelle caldaie. (Fonte: Vittorio Messori, "Pensare la storia", San Paolo, Milano 1992). Giusi La Tona
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- Ma erano pagati anche gli alti comandi borbonici? Su su fino al re? In tal caso, prego, fuori nomi e documenti storicamente accertabili, sennò il tutto si riduce a chiacchiera (sia pur divertente), pur nel dovuto rispetto per Messori e per le sue eccitanti sostanziali dietrologie. --Cloj 11:59, 30 nov 2006 (CET)
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- Mack Smith, in Cavour contro Garibaldi, accenna alla politica britannica del tempo. Non parla di finanziamenti, ma afferma che il governo vittoriano ha aiutato dietro le quinte Garibaldi. -- .mau. ✉ 12:08, 30 nov 2006 (CET)
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- Ma questo si sa e nessuno lo nega seriamente. Che i vapori arrivassero nella sostanziale chiusura di un occhio (e forse due), che l'ammonente presenza del naviglio di Sua Maestà ammonisse a non assumere decisioni troppo affrettate da parte borbonica (d'altra parte i Mille erano appena il triplo di quei dissennati sbarcati a Sapri... un'inezia!). Ma non si va oltre più di tanto. Simpatia, aiuti clandestini e compagnia cantando. Qualcuno vorrebbe però che tutta la Spedizione non fosse che una gran pagliacciata, o un gran complotto massonico (certo Garibaldi era massone, come tutti i re, compresa la casa regnante borbonica), con i Borbonici comprati dalle sonanti sterline di personaggi cion il grembiulino e il compasso in mano. Il che appare eccessivo, fuori misura, storicamente non documentato e animato (sembrerebbe) dalla smania di tirare giù dal piedistallo un personaggio fin troppo retoricamente amato (ma non dalle autorità ufficiali dell'epoca). Insomma si esagera alquanto. O sbaglio? --Cloj 00:06, 1 dic 2006 (CET)
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- È indubbio che Garibaldi fosse ben più amato dalla popolazione che dai politici, ed è anche abbastanza probabile che almeno nei livelli intermedi di esercito e nobiltà ci siano stati parecchi che abbiano subito pensato a fare il salto della quaglia. Poi è chiaro che le tesi sensazionaliste siano esagerate: purtroppo è una cosa comune, e la notorietà del Peppino G. non aiuta certo. -- .mau. ✉ 10:23, 1 dic 2006 (CET)
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- D'accordo su questo, anche se forse non si trattò sempre - per dirla con Longanesi - di "correre in soccorso del vincitore". La crescente inefficienza di un sistema (quello borbonico) che nel Settecento era stato per molti versi all'avanguardia culturale e scientifica, era ormai del tutto in disfacimento morale e le periferie erano sempre più intolleranti nei confronti delle prepotenze e delle ruberie del centro. Se vogliamo, un po' la situzione pre-rivoluzionaria in Francia. Da qui l'amore, anche smodato, (e talora disilluso, come mostrano i fatti di Bronte) per Don Peppino, il suo mangia-pretismo, il suo afflato rivoluzionario e repubblicano. Io contestavo soltanto la tesi troppo semplicistica e molto sensazionalistica secondo cui la Spedizione dei Mille fu destituita di significato e di conseguenze storiche di rilievo. D'accordo con la smitizzazione della storia oleografica ma l'eccesso è spesso più inaccettabile storicamente. --Cloj 12:20, 2 dic 2006 (CET)
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- A proposito di corse in soccorso dei vincitori, io non trascurerei - ben inteso, come indizio - lo stupendo romanzo "Il Gattopardo" di Tomasi di Lampedusa, che offre un quadro, pur romanzato, assolutamente realistico dell'atteggiamento delle classi dirigenti siciliane e meridionali proprio all'epoca dell'impresa dei Mille.
- Questo elemento non andrebbe trascurato ed aiuta, secondo me, a comprendere come l'impresa sia molto probabilmente accaduta, nel posto giusto ed al momento giusto, per uno di quegli accidenti che rendono la Storia umana imprevedibile nelle sue accelerazioni, a far precipitare un edificio già minato e pronto a crollare, per essere ricostruito, si badi bene, riutilizzandone in gran parte i materiali da costruzione.
- A chi sembra individuare senz'altro, in certi processi storici, il salto della quaglia come un atteggiamento tutto italiano e solo, caratteristicamente, indecorosamente italiano, forse conviene far notare che anche oggi, mentre si dispiega sotto i nostri occhi, la Storia non si muove secondo leggi e criteri molto differenti e che non ci sono popoli dotati di dirigenze esenti dalle miserie umane o del tutto immuni dai capricci della fortuna.
- Forse è la profondità della nostra esperienza storica a conferirci la prospettiva, l'acume e la spregiudicata libertà di riconoscere quel che siamo, ciò che probabilmente altri non hanno la forza o la possibilità di fare, almeno nella stessa misura.
- La retorica che vuole il Peppino nazionale bieco negriero in grembiulino massonico non è che l'altra faccia della stessa medaglia di quell'altra, che ha - per esempio - fortemente esagerato il significato militare di Calatafimi: una grande battaglia con una trentina di morti e feriti in tutto, da ambo le parti: la stessa retorica delle grida manzoniane, che ha lo stesso identico scopo: sottrarre ai popoli la coscienza di sé stessi manipolando la Storia, per farla: come Tomasi fa dire al Principe di Salina: «bisogna che tutto cambi, perché tutto resti com'è». --Piero Montesacro 18:14, 9 gen 2007 (CET)
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[modifica] la storiella dei mille e di marsala
>er gli amanti della Storia, possiamo citare alcuni eventi che illuminano quanto sia pieno di sfumature e contraddizioni ciò che ci raccontano. Garibaldi fu il conquistatore del Regno delle Due Sicilie? E come fece a raggiungere Marsala – con due piroscafi praticamente rubati – se a contrastarlo c’era la Marina Partenopea, ossia la più forte ed organizzata Armata Navale italiana dell’epoca? Come mai le navi di Francesco II non fecero a pezzi il Piemonte ed il Lombardo? Semplicemente perché nel porto di Marsala erano ormeggiate – casualmente – due fregate britanniche. Quando le navi borboniche giunsero nel luogo dello sbarco, non riuscirono a far molto per il timore di colpire i due legni inglesi – che a loro volta avrebbero chiamato qualche “fratello maggiore” della Flotta del Mediterraneo britannica – e Garibaldi riuscì ad inoltrarsi nell’interno indisturbato. Successivamente, parecchi alti ufficiali borbonici si fecero corrompere – ma qui entriamo già in aree dubbie – mentre la presenza delle due navi inglesi è inconfutabile. Molti, però, continuano a ritenere l’impresa dei Mille una semplice combinazione di coraggio e fortuna, mentre dietro all’impresa c’era la precisa volontà britannica, che vedeva in un futuro (e relativamente debole) stato italiano un contrasto all’espansione francese nel Mediterraneo.[1]
- Embè? Allora la Rivoluzione sovietica è opera della Germania per il fatto che essa aveva fornito il vagone piombato a Lenin? LOL --Cloj 11:54, 30 nov 2006 (CET)
Faccio notare che a quei tempi non c' erano i radar, era impossibile seguire una nave in alto mare se non inviando un naviglio apposito, e tanto meno sapere dove sarebbe sbarcata, se non avvistandola dalla costa. Inoltre era difficile credere al successo di una impresa guidata da un fanatico con al seguito una armata raccogliticcia (erano volontari, non uomini d' arme), sia pure in scala minore vi era l' antecedente nefasto della strage di Sapri. La marina partenopea non fece a pezzi le due navi garibaldine in quanto colta di sorpresa (avete una idea del tempo necessario per togliere dall' ormeggio navi da guerra, di quel periodo, e portarle in posizione di battaglia entro, o nelle vicinanze di un porto commerciale di quei tempi, qual' era il porto di Marsala?), come anche testimoniato dalle cronache e dai racconti dei presenti e probabilmente aggravato dalla solita inazione italica in assenza di ordini dettagliati. Riguardo alla capacita' effettiva della marina stessa e della sua velocita' di intervento rapido invito a leggere la storia dell' Isola Ferdinandea per averne una idea e farsi un giudizio. Le navi inglesi erano a Marsala in quanto la marina inglese faceva il bello e cattivo tempo coi borboni, dai tempi dell' ammiraglio Nelson, e non si capisce perche' avrebbe dovuto favorire la crescita di una nazione unica, per contrastare la Francia, nella penisola italiana da parte del Piemonte, che si era appena alleato con Napoleone III, ossia coi francesi!. Le sarebbe stato piu' utile brigare per tenere lo status quo ed i Borboni a regnare. Pensare che il neonato stato italiano avrebbe avuto la forza di compararsi con quello francese sul piano espansionistico meditterraneo era una farneticazione che nessuna mente politica e militare dell' epoca avrebbe potuto concepire e la storia espansionista inglese dimostra che costoro fossero tutt' altro che stupidi in questi calcoli geopolitici. (in Libia ci andammo nel 1911, ossia 50 anni dopo). Seguendo la stessa logica del solito grande complotto perche' la flotta francese allora non intercetto' Garibaldi nel Tirreno? Lasciamo lasciamo la dietrologia alle riviste e ai giornali che troviamo in edicola. --Bramfab parlami 12:16, 1 dic 2006 (CET)
è ridicolo come 2 professoruncoli napoletani scrivendo alcuni libelli, tr al'altro privi di qualsiasi fondamento ed esponendo solo teorie e ipotesi, ma alcuna prova, siano riusciti a ottenebrare non pochi meridionali facendoli credere che il Mezzogiorno dei servidella gleba spagnolo fosse una sorta di paradiso! facendoli credere che un paio di ferrovie lunghe 20 km in tutto il sud significassero "infrastrutture", facendo loro dimenticare che colera, tifo e peste erano ancora diffuse nelle città del sud e che la condizione della totalità del popolo, nobiltà e minuscola alta borghesia fosse di un paio di secoli indietro rispetto al nord del paese, che era entrato nella rivoluzione industriale quasi 50 anni prima e che aveva in Lombardia, Piemonte e Liguria un triangolo industriale già affermato a metà dell'800, quando in tutto il sud le "industrie" si contavano sulle dita di una mano. senza poi parlare della condizione subumana dei lavoratori e dei contadini, del più bieco analfabetismo, diffuso a percentuali prossime al 90% e alla proverbiale corruzione dello stesso Stato borbonico!
C'è anche da far notare un'altra cosa. Garibaldi sbarca in Sicilia anche perché nel 1848/49 la Sicilia ha combattuto una vera e propria guerra contro Napoli ma anche contro i Borbone, in difesa della autonomia e della costituzione siciliana. Per cui, a differenza di Sapri, la popolazione si pensava essere perlomeno non pregiudizialmente ostile ai garibaldini. Inoltre c'è da chiedersi come mai gli ufficiali dell'esercito borbonico avessero questa curiosa tendenza a farsi comprare da chiunque! Non credo che i loro parigrado sardo-piemontesi, garibaldini o francesi, avrebbero accettato a cuor leggero una tangente per far perdere il loro esercito o per tradirlo. Se uno stato ha degli ufficiali così allora è un problema di quello stato non dell'invasore. Si dimentica infine che i Borbone Napoli - che non credo fossero massoni come si dice sopra - avevano avuto la tendenza per tutto l'ottocento a concedere costituzioni sotto la spinta dell'opinione borghese armata, salvo poi ritirarle alla prima occasione, di regola in un bagno di sangue normalmente appoggiato da armate straniere (tipo gli austriaci). Ora perché meravigliarsi se alla prima occasione utile la stessa borghesia restituì alla famiglia reale il favore? --Edoardo.Dedo 17:38, 14 feb 2007 (CET)
[modifica] Immagine
Ho caricato una bella immagine del monumento equestre dedicato a Garibaldi che si trova alla Spezia, penso che potrebbe tornare utile per questo articolo, magari nel paragrafo finale in cui si dice che l'eroe è molto spesso citato in vie e piazze. La foto si trova su Commons se cercate la Spezia. --Icarus83 02:09, 29 set 2006 (CEST)
[modifica] luogo di nascita
ma garibaldi era originario di piana degli albanesi(pa) ???? questa cosa l'avevo letta mesi fa..ma non ricordo in quale versione(italiana,tedesca o inglese)
- sicuramente no, visto che era nizzardo. -- .mau. ✉ 12:18, 13 ott 2006 (CEST)
[modifica] Chi decide cosa scrivere? e cosa è vero?
Pi di qualche volta il sig. Nick1915 mi ha cancellato cambiamenti sulla voce Giuseppe Garibaldi. Cambiamenti che riguardano il vero, come un articolo de El Pais che contestava il fatto che Garibaldi fosse un eroe, o il fatto, risaputo, che Anita avesse 5 figli e fosse sposata prima di scappare col Garibaldi. Oppure che lo stesso fosse un massone, anche questo documentato. Oppure che in Sud America non è considerato l'Eroe dei due mondi, ma un vile, permettetemi la parola, negriero ed assassino. Vorrei una risposta Grazie --BonBartolomeo 00:28, 2 gen 2007 (CET)
Forse non in tutto il Sud America, dato che a Rosario, Argentina, per fare un esempio, nel Parco dell'indipendenza (Parque de L'Indipendencia) c'è un suo monumento, come credo a Buenos Aires, ma ci sono varie vie a lui dedicate anche in giro per il continente. Ora il fatto che ci siano monumenti a lui dedicati in Argentina contro la quale combatté per l'indipendenza dell'Uruguay può essere un dato interessante. C'è anche una municipalità brasiliana che si chiama Garibaldi nel Rio Grande do Sul- ovvio!- (Brasile), con circa trentamila abitanti. Sai che secondo me se vai a chiedere agli abitanti del Rio Grande do Sul - e ai loro storici - cosa ne pensano dell'Imperatore Brasiliano dell'epoca Pedro II, ti diranno, più o meno, quello che tu dici di Garibaldi. Questo non prova nulla per carità, ma forse indica che l'opinione che vede Garibaldi come un "vile negriero e assassino" non è l'unica né tantomeno la dominante in Sudamerica. Quanto al fatto di essere massone, potrà sembrarti strano ma i tre quarti dei libertadores sudamericani dell'ottocento lo erano e sono tuttora considerati i Padri della Patria nei loro rispettivi paesi. Diciamo forse che la verità si situa nel mezzo e che è storicamente corretto non incensare nessuno ma neanche cadere nell'errore opposto? Infine negli anni trenta/quaranta del XIX secolo di antischiavisti in giro per il continente americano ne trovavi pochini pochini.--160.78.97.169 12:50, 15 feb 2007 (CET)
[modifica] Giuseppe Garibaldi o Giuseppe Maria Garibaldi?
Ho letto da alcune parti che il nome completo di Giuseppe Garibaldi fosse Giuseppe Maria Garibaldi. E' così?
[modifica] Parlar male di Garibaldi
Non posso dire che Garibaldi mi sia molto simpatico, tuttavia mi sembra che in wiki-it inizi ad essere un po' troppo bistrattato. Capisco che la sua figura sia molto impopolare tra chi sogna ancora il Lombardo-veneto e/o il regno delle due Sicilie, o semplicemente verso chi pensa che la storia non abbia bisogno di eroi. Ed e' anche vero che il fatto che mori' quasi in miseria, senza garantire a se stesso ed ai suoi parenti e amici vantaggi economici lo pone quasi al di fuori dell' italianita' media. Tuttavia cancellare una frase che afferma che Garibaldi sia forse il personaggio storico più famoso e popolare nell'immaginario collettivo degli italiani, dicendo che questa e' POV e da dimostrare, mi sembra cozzi palesemente contro la realta':
- Quasi in ogni paese in Italia vi e' una piazza od una via intitolata a Garibaldi, se non una lapide appesa ad un edificio a suo ricordo. Non credo che nessun altro italiano sia cosi' celebrato pubblicamente.
- l' espressione "parlar male di Garibaldi" nacque appunto dal fatto che chiunque parlasse male di Garibaldi era oggetto di pubblica esecrazione.
- Se nel 1948 il Fronte Popolare uso' l' immagine di Garibaldi come emblema elettorale vi sara' un buon motivo?
- Poiche' e' quasi matematicamente certo che vi sia un personaggio storico piu' amato di altri in ogni nazione, mi sapreste indicare chi e' piu'unanimemente famoso e popolare di Garibaldi nell' immaginario collettivo italiano? (Intendo personaggi storici storici, per cui Totti, Cannavaro e Valentino Rossi non contano!). --Bramfab parlami 16:51, 9 gen 2007 (CET)
- uhm, direi che il problema sia di tutt'altro segno e ti segnalo che non ha a che fare con la valutazione del personaggio, che non ci competerebbe né in bene né in male. Non voliamo così alto, sono solo questioni di bassa metodica.
- La frase rimossa, "forse il personaggio storico più famoso e popolare nell'immaginario collettivo degli italiani" contiene un giudizio che potremmo accettare solo quando ne fosse precisato l'estensore, e quando questa eventuale menzione possa considerarsi un dato consono alla voce nell'economia della trattazione; in difetto, si tratta di un giudizio personale che - condivisibile o meno, non è affatto questo il punto - nelle nostre voci non può stare. A sua volta, l'immaginario collettivo degli italiani va descritto soprattutto a proposito di come questa "comune" percezione sarebbe stata registrata e da chi.
- Purtroppo nessuno degli elementi che mi inviti a valutare può tradursi in un giudizio del genere. Della toponomastica, ometto di dire della sua gestione essenzialmente politica (politica locale - non è un giudizio, è un dato di fatto che si può agevolmente riscontrare nelle procedure previste per la sua formazione). Altrettanto dal simbolo di un partito (a proposito, ma allora perché non l'hanno usato tutti? :-) non posso trarre indicazioni travalicanti l'ambito politico di riferimento, e comunque la si pensi, falce e martello - altro simbolo di quella formazione - non sono per analogia il simbolo "più famoso e popolare nell'immaginario collettivo degli italiani".
- Nemmeno posso ricavare una deducibilità del dato per assenza di elementi a confutazione, poiché sarebbe probatio diabolica e non la usiamo per le voci. Quindi il fatto che non sappiamo (o non ci interessi) indicare un personaggio che lo fosse più di Peppe, non fa ipso facto di lui il più famoso e popolare.
- Personalmente non mi interrogo, per amor di Patria, su cosa potrei attendermi scendendo in strada ed intervistando dei passanti su Garibaldi, la risposta - metterei in conto - potrebbe essere molto divergente dalle tue aspettative; e comunque non sarebbe un campionamento scientifico.
- Tutto questo per dire che se non si tratta del risultato di uno studio condotto con metodo scientifico ed opportunamente referenziato a fonte, nella voce non ci può stare. Tutto qui. Checché ne pensi io, checché ne pensi tu :-) --HVB 17:37, 9 gen 2007 (CET)
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- Se falce e martello fosse stato il simbolo piu' amato dagli italiani avrebbero usato quello nel 48 e sopratutto come simbolo sarebbe ancora ben in vista nel simbolo dei DS ed altri partiti di sinistra talmente ovvio ...
- Toponomastica; quante piazze e vie (ed anche citta') sono state rinominate nel dopoguerra? Idem quante lapidi e ambaradam vari del ventennio sono stai rimossi o cancellati? Non mi risulta che la toponomastica e gli 'arredi urbani" dedicati a Garibaldi abbiano subito cancellazioni. Su questo punto e sul precedente penso che nessuno obiettivamente possa ridire qualcosa. Idem la frase parlar male di Garibaldi non credo sia usata solo a Milano.
- Andando piu' in la' dello specifico, IMHO ritengo che sia POV anche rimuovere arbitrariamente una frase giudicata POV senza neppure metterla preventivamente in discussione.
- D'accordo che non e' possibile fare un sondaggio a riguardo. --Bramfab parlami 18:44, 9 gen 2007 (CET)
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[modifica] Episodio di Bronte
Non è assolutamente vero che a Bronte i contadini furono sterminati perchè non volevano arruolarsi nell'esercito garibaldino! Ma dove l'avete letto?? LOL In realtà i contadini, che vedevano in Garibaldi qualcuno che gli avrebbe ridato la terra, invasero il Municipio per bruciare i documenti che li legavano alla terra. Mentre facevano questo inneggiavano a Garibaldi e all'Italia. In realtà il progetto di Garibaldi era solo dedicato all'indipendenza italiana ed era di natura patriottica, e niente aveva a che fare con un'eventuale trasformazione sociale. Quando questi contadini si misero a saccheggiare le proprietà dei signori e borghesi in campagna, tra cui la duchessa Nelson che abitava da quelle parti (donna ovviamente influente negli ambienti inglesi, ed è facile capire il perchè). Garibaldi, che voleva assicurarsi la posizione favorevole dell'Inghilterra per la propria azione, accettò di buon grado l'invito via frequenti telegrammi della signora inglese ad inviare dei soldati nella città. Garibaldi allora inviò Bixio con l'ordine di dare un segnale forte di quello che realmente era l'intento garibaldino, contrario assolutamente a quelle rivendicazioni sociali della terra, e volto soltanto alla conquista di quei territori. Inoltre i contadini non furono sterminati brutalmente e indiscriminatamente, ma furono arrestati, e solo coloro che perseveravano furono fermati con la forza. Ora sono di fretta e non ho potuto metterlo giù bene..la fonte è "resoconto di Benedetto Radice (1910)" Se qualcuno può modificarlo il prima possibile è meglio..altrimenti lo farò io più avanti!--82.56.142.95 20:15, 2 apr 2007 (CEST)
- L'utente qui sopra si riferisce all'eliminazione della frase «una strage a Bronte dove, dai garibaldini furono passati per le armi, contadini e braccianti,di tutte le età ,che non accettavano di arruolarsi con la truppa garibaldina» ([2]). Invito chi è esperto a valutare. --Amon(☎ telefono-casa...) 18:19, 6 apr 2007 (CEST)