Herpestes ichneumon
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Mangusta egiziana | ||||||||||||||||
![]() Herpestes ichneumon |
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Stato di conservazione | ||||||||||||||||
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Classificazione scientifica | ||||||||||||||||
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Nomenclatura binomiale | ||||||||||||||||
Herpestes ichneumon Linnaeus, 1758 |
La mangusta egiziana (Herpestes ichneumon) vive in Africa e in Spagna, ed è piuttosto comune nel Sudan. Proprio in quest'ultimo Paese è stato scoperto recentemente che questa specie è un serbatoio ospite della leishmaniosi viscerale.
L'origine di questo animale è senz'altro antichissima se si consideri che già Erodoto ne parla nelle sue opere. L'individuo adulto supera di molto la mole del nostro gatto domestico poiché la lunghezza del suo corpo è di circa 60 centimetri e quella della coda almeno 45 centimetri, ma sembra più piccolo di quello che in effetti è a causa delle zampe corte. L'altezza al garrese è di circa 25 centimetri. Il suo corpo è snello, ma non altrettanto elegante che nelle genette, ma robustissimo in confronto alla maggior parte delle specie della sua famiglia. Il suo peso infatti può raggiungere gli 8 o 9 chilogrammi. Le zampe sono corte, le piante dei piedi nude e le dita congiunte tra loro quasi sino alla metà da una corta pelle. Un folto e lungo pelame copre la coda e termina con un fiocco come un pennello. Tutto il corpo è coperto da un folto pelame, solo attorno agli occhi troviamo una zona nuda, ciò che dà un particolare risalto alla pupilla vivace e rotonda. Le orecchie sono corte, larghe e arrotondate; l'ano è circondato da una borsa piatta. Il tipo del pelame è del tutto particolare; vi è infatti un primo fitto strato lanoso, giallo-ruggine, quasi ovunque ricoperto di peli di una lunghezza di 8 centimetri circa, neri, con anelli bianco-gialli, che terminano in una punta giallo-fulva. Il mantello ha perciò dei riflessi bigio-verdognoli che ben si adattano con i luoghi più comunemente abitati da questo animale; il colore è più fosco sulla testa e sul dorso, più fulvo sui fianchi e sul ventre; le zampe e il fiocco della coda sono nericci o del tutto neri; si trovano tuttavia anche delle varietà.
Una variazione della mangusta egiziana è rappresentata dal topo di faraone, largamente diffuso in Africa. Il suo luogo di abitazione è sulle rive dei fiumi coperte di giunchi e fra i canneti. Là vive di giorno e fra le fitte canne si organizza degli stretti corridoi perfettamente puliti che fanno capo a delle buche profonde, nelle quali la femmina depone in primavera o nei primi mesi dell'estate da due a quattro figli che allatta poi a lungo e che vengono per molti mesi nutriti da entrambi i genitori. Per le abitudini e l'indole somiglia molto alle martore delle quali ha anche l'ingrato odore, la destrezza e la ferocia. È estremamente pauroso, cauto e diffidente. Va a caccia di giorno, ben protetto dal colore verdiccio del suo pelo che riesce a mimetizzarlo nelle sue scorribande fra i canneti. Mangia tutto ciò che riesce ad acchiappare: dalla lepre al coniglio, dalla gallina all'oca, dalle serpi alle lucertole, fino agli insetti e ai vermi.
Nei mesi estivi difficilmente si vede solo; è quasi sempre in compagnia della famiglia; il maschio apre la strada seguito dalla femmina e sulle orme di questa seguono i figli. Pare accertato che abbia un ottimo olfatto come quello di un cane, comunque è certamente guidato dal tatto quando va alla caccia. Se trova le uova, le succhia; mentre dei mammiferi e degli uccelli si limita a berne il sangue, e a mangiarne il cervello. Uccide generalmente molto più di quanto possa mangiare. Fa udire la sua voce soltanto quando è colpito da una fucilata, negli altri casi tace anche se è dolorosamente ferito.
Alcuni naturalisti francesi ci hanno tramandato notizie sul comportamento della mangusta egiziana in schiavitù. Essi affermano che questi animali possono essere addomesticati, che si mostrano mansueti, che sono perfino capaci di distinguere la voce del padrone e che lo seguono come cani; sono però molesti perché non stanno mai quieti e trascinano tutto quello che trovano sul loro cammino creando così uno spaventoso disordine in una casa. Per altri riguardi però si rendono utili: distruggono in poco tempo intere famiglie di topi.
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