HMS Agincourt (1913)
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| HMS Agincourt | |
|---|---|
| Descrizione generale | |
| Tipo | corazzata |
| Classe | HMS Agincourt |
| Caratteristiche generali | |
| Velocità | nodi nodi |
| Autonomia | n.mi. a nodi ( km a km/h) |
| Equipaggiamento | |
| Armamento | *artiglieria alla costruzione: 14 cannoni Mk X da 305/45mm. in torri binate |
| Corazzatura | cintura 229mm. |
La HMS Agincourt era un progetto di nave da battaglia originariamente pensato per il Brasile, con il nome di Rio de Janeiro, ma il precipitare degli eventi in prossimità dello scoppio della Prima guerra mondiale la fece requisire dalla Gran Bretagna, nei cui cantieri era in costruzione.
LA particolarità di questa nave era la presenza, su di un lunghissimo scafo, di ben 7 torri d'artiglieria binate da 305mm, cosicché essa ha rappresentato un tipo di corazzata dotata di un numero di cannoni principali mai più eguagliati da nessuna altra nave da battaglia, nemmeno la Dante Alighieri con le sue 4 torri trinate, nemmeno le successive navi migliorate, la classe Cavour e la Classe Andrea Doria con i loro 13 cannoni in 5 torrette.
Ma lo scafo era talmente lungo e leggero, che sparare una salva completa non era consigliabile, per non causare danni alla struttura per via del momento torcente che tali armi causavano. Anche la corazzatura era relativamente leggera, con circa 230mm alla cintura corazzata.
La nave era assai veloce, data la notevole efficienza idrodinamica data da uno scafo tanto lungo, e lo spazio per le macchine risultante.
L’armamento principale merita una ovvia menzione, si trattava di cannoni da 305/45mm. Mk X, sviluppati dalla Elswick come armamento esclusivo per queste navi, con tanto di torri appositamente studiate, sempre dalla stessa ditta.
La massa del cannone Mk X, 45 calibri, era di circa 57.000kg senza culatta, mentre il peso delle torri binate era di 460 tonnellate.
Esse erano 7, 2 sovrapposte a prua, 2 a mezzanave, 3 a poppa, 2 delle quali sovrapposte. Non sorprendentemente, queste torri, tutte lungo la linea di mezzeria della nave (con cannoni da 13,5+ metri ) davano la necessità di disporre di uno scafo di una lunghezza mai prima raggiunta da una nave da battaglia. Non sorprenderà nemmeno che le torri, un piccolo universo a sé nella struttura delle navi dell’epoca, anziché i soliti nomi tipo A,B (prua), X e Y (poppa), si chiamavano come i nomi della settimana, Da Monday a Sunday.
I proiettili APC perforavano circa 406mm (16 pollici) a 0 metri, 269mm. a 9.144m. La munizione con cappuccio balistico, la APC, migliorava dal 10 al 50% questi valori, a seconda della velocità d’impatto.
La cadenza di tiro era di 1,5 colpi al minuto, e la carica di lancio, ripartita in 3 sacchetti, di 117kg. Quella di scoppio, invece, variava tra i 9,2-12,4kg per i colpi perforanti e i 36-48kg per quelli esplosivi ,mentre la lunghezza della munizione partiva dai 96cm dei proiettili AP per giungere ai 122 degli HE.
LA gittata ottenibile, con munizioni di 5 tipi diversi AP o HE, ma tutti di peso pressoché identico, circa 386kg., era di 17.200 metri, questo non per via delle doti balistiche delle armi, che sparavano proiettili dotati di una velocità iniziale di circa 830 m.s., ma per l’affusto limitato a 13,5 gradi di alzo.
Più tardi le torri vennero sottoposte ad una costosa modifica, che non valse molto per il beneficio che recò, consistente in un’incremento modesto della gittata a 18.700m. grazie all’elevazione portata a 16 gradi.
