Hussiti
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Con il termine hussiti (o talvolta ussiti) vengono definiti gli appartenenti ad alcuni movimenti riformatori e rivoluzionari sorti in Boemia nel XV secolo.
Il nome deriva dal teologo boemo Jan Hus ma le origini del movimento sono da ricercarsi in una concomitanza di fattori:
- il cristianesimo era giunto in Boemia arrivando da Oriente, questo e la conformazione geografica della zona fece sì che i legami con la Chiesa di Roma non fossero particolarmente stretti, al già fragile legame non giovò il calo di "immagine" dovuto ai movimenti scismatici dell'epoca;
- le fasce di popolazione più povera mal sopportavano l'avidità delle gerarchie ecclesiastiche, a ciò si aggiunsero episodi di comportamento dissoluto da parte di religiosi cattolici;
- il movimento assunse anche una connotazione "rivoluzionaria", oltre un terzo dei terreni era di proprietà della Chiesa, ciò diede luogo ad alcune ribellioni contadine, stava inoltre diffondendosi nel paese l'entusiasmo per il nazionalismo slavo.
Durante il Concilio di Costanza Hus fu condannato al rogo e fu ucciso il 6 luglio 1415. Hus aveva assunto delle posizioni molto critiche nei confronti del potere ecclesiastico e l'infallibilità del pontefice, posizioni vicine a quelle di John Wyclif e dei Valdesi, in seguito le sue opinioni influenzarono, tra gli altri, Martin Lutero.
Dopo l'esecuzione di Hus il movimento hussita assunse un carattere quasi insurrezionale, vi furono dei moti di protesta e nel settembre del 1415 452 nobili boemi e moravi inviarono una formale nota contro l'accusa di eresia che aveva portato alla condanna di Hus, la popolazione venerò Hus come un martire e dalle proteste prese origine il movimento nazionalistico ceco.
Nel 1420 furono stilati i Quattro articoli di Praga, una sorta di manifesto del credo hussita:
- Libertà per i preti e per i laici di predicare le Sacre Scritture in lingua locale.
- Comunione eucaristica sotto ambedue le forme, il calice contenente il vino e il pane, data sia agli adulti che ai bambini, (in particolare il calice divenne il simbolo degli hussiti).
- Espropriazione dei beni ecclesiastici, povertà del clero e rinuncia ai beni materiali.
- Pene severe per i peccati mortali commessi da membri del clero.
In seguito il movimento si divise in correnti:
- la corrente moderata degli hussiti, formata da studenti, nobiltà e alta borghesia, prese il nome di calixtini (dal latino calix, calice, chiamati talvolta anche calinisti, calicisti o utraquisti dalla locuzione latina sub utraque specie);
- la corrente più estremista prese il nome di taboriti da Tábor una collina nei pressi della città di Serimovo Ústí, nella Boemia meridionale nella fu fondato un insediamento, vi si aggregarono i contadini e le fasce più povere della popolazione;
- dai taboriti prese origine un'altra corrente radicale, quella degli horebiti guidati dal nobile Jan Žižka;
- la corrente degli adamiti o piccardi guidata da Martin Húska.
Come conseguenza dei moti di ribellione scatenati dall'esecuzione di Hus il sovrano di Boemia Venceslao IV tentò di escludere gli hussiti dalle cariche pubbliche e religiose, ciò provocò una sollevazione e il 30 luglio del 1419 alcuni taboriti, guidati da Žižka, dettero luogo alla prima defenestrazione di Praga uccidendo sette magistrati che si erano rifiutati di rilasciare alcuni taboriti precedentemente arrestati e imprigionati.
Poco più di un mese dopo il re Venceslao morì, gli successe al trono di Boemia il fratellastro Sigismondo di Lussemburgo, già re di Germania che nel 1420 sfruttando una bolla papale (Inter cunctas) di Martino V che scomunicava gli hussiti e indiceva una crociata contro di loro, invase la Boemia subendo però pesanti sconfitte da parte delle armate hussite guidate da Žižka nelle cosiddette Guerre hussite (1420 - 1434).
La fine delle guerre hussite è sancita dalla Dieta di Iglau (Jihlava) nella quale le due fazioni accettarono le decisioni del Concilio di Basilea (3 marzo 1431), gi hussiti calixtini accettarono di riconoscere Sigismondo come sovrano di Boemia e in cambio ottennero la libertà religiosa e numerose cariche nobiliari.