Ignazio Giunti
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![]() Ignazio Giunti |
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Carriera in Formula 1 | |
Stagioni | 1970 |
Scuderie | Ferrari |
Miglior risultato | 4° (1970) |
GP disputati | 4 |
GP vinti | 0 |
Pole-position | 0 |
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Ignazio Giunti, (nato a Roma, Italia il 30 agosto 1941, morto il 10 gennaio 1971 a Buenos Aires, Argentina) è stato un pilota di Formula 1.
Ignazio Giunti incominciò la sua carriera agonistica con l'Alfa e in particolare mettendosi in luce nel 1968 con l'Autodelta 33T finendo secondo alla Targa Florio e quarto alla 24 ore di Le Mans.
Nel 1969 guidò regolarmente in team con Nanni Galli e gli ottimi risultati gli portarono l'attenzione della Ferrari aprendogli le porte nella Sport Prototipi alla guida della 512.
Nel 1970 firmò in team la vittoria della 512S alla 12 Ore di Sebring, il secondo posto alla 1000km di Monza, i terzi posti alla Targa Florio e alla 6 Ore di Watkins Glen. Questi risultati gli garantirono l'accesso alla massima serie automobilistica al volante della 312.
Il debutto in F1 avvenne sul difficile circuito di Spa-Francorchamps dove Giunti, con una Ferrari 312B finì con un invidiabile quarto posto. Quello stesso anno corse altre 3 gare alternandosi allo svizzero Clay Regazzoni, e guadagnandosi la riconferma per l'anno successivo.
La tragedia avvenne all'inizio del 1971 sul circuito di Buenos Aires durante la 1000 km. Jean-Pierre Beltoise, su Matra, esaurì il carburante in prossimità dell'ultimo tornante prima del rettilineo principale; decise pertanto di riguadagnare la corsia dei box spingendo a mano la sua 650. Quasi in prossimità dell'ultima piega a sinistra Beltoise decise di correggere la traiettoria della vettura che stava derivando troppo verso il centro della pista, spostandosi a fianco di essa per poter girare il volante. In quel preciso istante giunsero Giunti e Parkes. Giunti, ampiamente in testa con la Ferrari 312, stava tallonando il doppiato Mike Parkes su Ferrari 512 quando, affrontato l'ultimo tornante prima del traguardo, la coppia si trovò in piena traiettoria la Matra che Beltoise stava spingendo a mano. Parkes ebbe modo di evitare l'impatto mentre per il povero Giunti non ci fu scampo.
La violenza dello scontro e il conseguente incendio della Ferrari non lasciarono al pilota romano possibilità di sopravvivere.