John Woolfe
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John Woolfe è stato un ricco gentleman driver inglese degli anni’60. Nella stagione automobilistica 1968, con un prototipo Chevron Repco 3000, vince a Silverstone (in una gara minore), mentre nel mondiale marche si ritira a Watkins Glen e nella 24 ore di Le Mans (al 27° giro). Nell'estate del 1969 la Porsche ha bisogno di vendere alcuni esemplari del modello 917 per rientrare un po’ nei costi di produzione della vettura Sport e dunque non sta troppo a guardare il pedigree degli acquirenti. Jhon Woolfe vuole fare il salto di qualità nelle gare di durata e paga 140.000 marchi per avere la sua immacolata 917 coda lunga. Si iscrive alla 24 ore di le Mans con Digby Martland, un altro pilota inglese dilettante. La 12 cilindri tedesca non è auto facile da guidare per gli assi e Martland decide di rinunciare alla corsa dopo che in prova è uscito alla curva Tertre Rouge. Per tutelarsi e per non per non lasciare deluso il suo munifico cliente, la Porsche mette a disposizione del John Woolfe Racing un suo pilota, l’allora quarantunenne Herbert Linge. Alla guida della sua macchina, Woolfe non va oltre un 3m 45,2s, tempo che lo collocherebbe in 21a posizione. La casa di Stoccarda corre nuovamente in suo soccorso “prestandogli” per le sole prove il velocissimo Kurth Ahrens che con la vettura di Woolfe, segna un tempo di 3m 35,8s, e le fa guadagnare ben 11 posizioni in graduatoria. Più di un pilota è perplesso circa la decisione di Woolfe di voler effettuare lui e non Linge, la partenza. All'abbassarsi della bandiera l'inglese si è lanciato nella gara con un entusiasmo forse eccessivo...Ha seguito a distanza il gruppo dei primi spingendo a fondo e superando, senza apparenti problemi, le prime difficoltà del percorso. Rincorso da una muta di Porsche 911, velocissime allo start, e da una “vettura rossa”, nel tentativo di non farsi raggiungere ed anzi di recuperare posizioni, affronta però con troppo slancio l’ultima parte del circuito che segue la curva di Arnage. La strada è in leggera pendenza. Si deve dunque controllare la vettura combinando frenata, sterzo e cambio, con una guida decisa, ma precisa, anche perché la carreggiata si restringe fino a sette metri… Woolfe impostata invece in modo scomposto la prima piega a destra della Maison Blanche, mette due ruote nell’erba perdendo il controllo della Porsche n°10 nel settore verso sinistra. Uscito scomposto dalla “esse” l’inglese finisce completamente fuori traiettoria, andando a schiantarsi violentemente di coda sulle fascinate che sostengono il lungo terrapieno che bordeggia il circuito in quel punto. La macchina si disintegra. Il povero pilota inglese, che nella fretta della partenza non si è allacciato le cinture, viene proiettalo fuori dall’abitacolo, mentre la benzina fuoriuscita dalla Porsche 917 prende fuoco . Sopraggiunge nel frattempo la Ferrari 312 P di Amon e si trova la pista occupata dal relitto della vettura di Woolfe e da un muro di fuoco. Un pezzo del serbatoio in fiamme si incastra sotto la Ferrari che lo trascina per diverse decine di metri prendendo a sua volta fuoco. Amon aziona l’impianto di spegnimento e, dopo aver spalancato lo sportello del lato destro, scende dall’auto ancora in movimento. Chris Amon è sano e salvo, mentre John Woolfe è già morto quando lo trasportano in ospedale.
