Joseph Fouché
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Joseph Fouché (Nantes, 31 maggio 1759 – Trieste, 26 dicembre 1820) è stato un uomo politico francese, Deputato alla Costituente e successivamente ministro di polizia.
Di umili natali (proviene da una famiglia di marinai e commercianti), distintosi negli studi diventa insegnante di matematica e latino presso vari collegi religiosi. Aderisce alla Rivoluzione francese e viene eletto deputato alla Convenzione nel 1792. Nel 1793, inviato dalla Convenzione con Collot d'Herbois a sedare la rivolta di Lione, che per decreto (12 ottobre 1793) deve essere distrutta, si macchia di crimini orrendi, facendo massacrare da cannoni caricati a mitraglia migliaia di persone e si guadagna il soprannome di Le mitrailleur de Lyon («il mitragliatore di Lione»). Tradisce l'ex amico Robespierre poco prima che questi perda il potere. Nel 1799 è nominato ministro di polizia del Direttorio. Dal 1804 al 1810 è ministro di polizia di Napoleone Bonaparte, che lo gratifica (1808) del titolo di duca di Otranto per la sua efficienza.
Tuttavia è un intrigante e spesso cerca di indirizzare l'Imperatore verso decisioni che questo non gradisce o non apprezza al momento. Tipico è il caso del tentativo, effettuato d'intesa con il Talleyrand, di convincere l'Imperatore a divorziare dalla moglie Giuseppina, ricorrendo artatamente anche alla diffusione di voci in proposito. [1] Cade in disgrazia presso Napoleone per sospetto di congiura (si sarebbe messo segretamente in contatto epistolare con Arthur Wellesley (futuro duca di Wellington), viene sostituito da Savary e viene privato del diritto di ricoprire cariche pubbliche. Nuovamente ministro di polizia di Napoleone durante i Cento Giorni, lo tradisce all'ultimo momento. Tuttavia, con il ritorno dei Borboni, la nobiltà francese ed il re stesso non gli perdonano i massacri di Lione: cacciato in esilio, respinto dalle corti europee a causa della fama sinistra che lo accompagna, muore solo ed in povertà a Trieste.
[modifica] Note
- ↑ Ecco quanto gli scrisse Napoleone a questo proposito nel novembre 1807: «Monsieur Fouché, da una quindicina di giorni mi riferiscono delle vostre follie. È ora che mettiate un termine a questo comportamento e che la smettiate di immischiarvi direttamente od indirettamente in una cosa che non potrebbe in alcun modo riguardarvi. Questa è la mia volontà.»
[modifica] Bibliografia
- Stefan Zweig, Fouché, Como, Edizioni Frassinelli, 1991, ISBN 88-7684-200-4
- Max Gallo, Napoléon, Paris, Edition Robert Laffont, 2002, ISBN 2-221-09796-3
- J.Tulard-J.F.Fayard-A.Fierro, Histoire e Dictionnaire de la Révolution Française, Paris, Éditions Robert Laffont, 1998 ISBN 2-221-08850-6