Lancia (unità militare)
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Col termine lancia si indicava in età basso-medievale l'unità tattica di base composta da tre componenti, un cavaliere pesantemente armato e protetto - il cosiddetto capolancia - uno scudiero a cavallo, dotato tuttavia di solo armamento leggero (chiamato piatto e, in Francia, coustillier) e un paggio che assolveva alle consuete funzioni di servitore, vivandiere, portaordini.
La lancia fu introdotta in Italia verso la prima metà del Trecento da miliziani inglesi, a seguito dei brillanti risultati conseguiti nella Battaglia di Crécy (1346) e in quella di Poitiers (1356) nel corso della Guerra dei Cent'anni.
La lancia, che poteva combattere anche smontata, col tempo si rafforzò grazie all'apporto di almeno due tiratori (arcieri, balestrieri, archibugieri, o armati delle più piccole colubrine) che ne ampliavano le già notevoli capacità offensive e difensive, tanto che la lancia borgognona giunse a contare 9 elementi, di cui 3 fantaccini appiedati.
La lancia costituì nei fatti la struttura di base tattica degli eserciti anche del 1400, a causa della sua flessibilità operativa che si esaltava anche grazie al fatto che alla guida delle "lance" veniva di norma assegnato il condottiero più brillante, in grado quindi di farla manovrare al meglio e di sfruttarne la versatilità sui campi di battaglia.
[modifica] Bibliografia
- Piero Pieri, Il Rinascimento e la crisi militare italiana, Torino, Einaudi, 1952, pp. 232-233.
- Hans Delbrück, History of the Art of War (trad. dell'orig. Geschichte der Kriegskunst), Welport-Londra, Greenwood Press, 1985, III, pp. 287-288.