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Discussione:Lingua sarda - Wikipedia

Discussione:Lingua sarda

Da Wikipedia.

Indice

Salve a tutti, sono uno studente di lettere di Roma e sto studiando proprio adesso, con vivo interesse, il processo di formazione della lingua italiana. Se può esservi utile, cito un testo: L'Italiano contemporaneo, di Paolo D'Achille, il Mulino. Nel suddetto testo (ma la cosa è stata ripetuta anche durante la lezione dallo stesso prof. D'achille) ho potuto leggere che il Sardo non è noverabile fra i dialetti italiani. Secondo le fonti da me citate, infatti, mentre i vari dialetti della nostra penisola si sarebbero originati dalla "frammentazione romanza" succeduta al crollo dell'impero romano, il sardo sarebbe stato influenzato, durante il suo processo di formazione, da tipi linguistici diversi e si sarebbe inoltre originato in tempi molto più antichi. In pratica mi è sembrato di capire che il sardo non abbia avuto le stesse influenze linguistiche di sostrato e super-strato che invece sono comuni nei processi formativi degli altri sistemi linguistici italici, che poi sono stati chiamati dialetti. Questo basterebbe a fare del sardo una lingua, se non ho capito male. Mi scuso in anticipo nell'eventualità di aver male interpretato le fonti che ho preso in considerazione.

In realtà la faccenda è ancora più complessa (tra l'altro oggi la distinzione tra lingua e dialetto non ha più valore scientifico) ma sono ormai più di 100 anni che gli studiosi di linguistica sono concordi nel considerare il sardo una lingua. --Dch discutiamone 16:38, 7 nov 2006 (CET)


Sebbene all'inizio dell'articolo si pigi sul pedale per farla passare per una lingua (cosa contraddetta vistosamente poi nel testo, dove viene ridotta sempre più a quello che in realtà è), anche in questo caso - come già per la lingua veneta e la lingua friuliana - secondo me si dovrebbe parlare di dialetto. Con tutto il rispetto per la Sardegna, i sardi e la parlata sarda. E senza voler far esplodere una guerra dialettica e ... dialettale. - Twice25 (talk) 15:28, Set 9, 2004 (UTC)

La lingua sarda è riconosciuta dallo stato, tant'è che in Sardegna è in vigore il bilinguismo. La lingua friulana e quella veneta no. Vedi legge regionale 15 ottobre 1997, n. 26, (qui un po' di materiale). Il tuo punto di vista mi ricorda quello di un Senatore a vita occhialuto... passato DC?-)

BW
Guarda BW (intanto: bentornato) che a me sta bene che i sardi siano fieri e consapevoli di essere titolari di una propria lingua originale (sia pure posta in minoranza rispetto a quella nazionale, l'italiano); ho molti amici originari della Sardegna ma nessuno mi ha mai fatto accenno di ciò. Ripeto: con la mia osservazione non volevo scatenare alcuna guerra. Casomai ho dimostrato, mio malgrado, che può capitare che un italiano non conosca a fondo e a pieno certe realtà del paese in cui vive. Ultima cosa: non ho capito bene il tuo riferimento a un senatore a vita occhialuto ... con quel che segue. Se vorrai darmi lumi ... (magari nella mia talk) - Twice25 (talk) 09:32, Set 13, 2004 (UTC)
Tutte queste discussioni andrebbero secondo me fatte in un'unica pagina; cmq lo stato italiano ha riconosciuti anche la minoranza linguistica friulana, tanto nelle scuole si insegna il friulano; se poi non c'è il bilinguismo in Friuli, è perchè purtroppo una regione friulana non esiste...--Klenje 10:01, Set 13, 2004 (UTC)
Scusami hai ragione. :BW 12:08, Set 13, 2004 (UTC)


Se Twice avesse frequentato anche un solo anno di liceo saprebbe bene che la lingua sarda è riconosciuta come tale all'unanimità dai glottologi. Il sardo, infatti, è una lingua oltre che giuridicamente (fonti principali: carta europea delle lingue regionali e minoritarie, 05/11/1992; convenzione-quadro europea per la protezione delle minoranze nazionali, 01/02/1995; articoli 6 e 9 della Costituzione della Repubblica italiana; legge costituzionale 23/09/1993 n. 2; legge della Regione autonoma della Sardegna 15/10/1997 n. 26) anche, e soprattutto, perché lo hanno stabilito i glottologi. Questo è chiaramente indicato in tutti i testi di latino che mi sono passati di mano, i quali hanno di norma sempre un breve capitolo di linguistica, di solito all'inizio, propedeutico al fine di inquadrare correttamente il latino, il greco e le lingue derivate. Tutti i testi presentano la canonica suddivisione del macrogruppo indoeuropeo nei ceppi romanzo, ugro-finnico, slavo e germanico; il ceppo romanzo a sua volta comprende le lingue neolatine occidentali, di cui fa parte il sardo (e non ho MAI trovato un testo che non lo includesse, e vi assicuro che nella mia lunga carriera di studente e studioso me ne son passati a centinaia per le mani), e le lingue neolatine orientali, di cui fa parte il ladino (o romancio). Cito queste due lingue perché si tratta delle lingue neolatine più conservative, dette appunto reto-romanze: altro elemento puntualmente riportato in tutti i libri, anche quelli della scuola media. Eh sì, caro Twice, perché anche alle medie si studiano queste cose; non dirmi che non ti ricordi di aver studiato Dante e Petrarca e la storia della lingua italiana... perché se così fosse ti devo fare i miei complimenti per l'arroganza. Ho il massimo rispetto, infatti, per chi ha un basso livello di scolarizzazione, ma che pretenda di insegnare cose a chi è più preparato di lui... e beh, questo non lo tollero. Detto questo, siccome oggi mi sento buono, e anche perché la intranet aziendale non funziona e quindi non posso lavorare, ti offro io una ripetizione della storia di questa lingua. Dalla disgregazione del latino sono nati i cosiddetti volgari, o dialetti (si definisce dialetto, infatti, la degenerazione di una lingua, parlata localmente e diffusa prevalentemente per via orale, motivazione per cui non ha una grammatica ben definita e presenta numerose varianti al suo interno), tra cui il toscano, elevato a lingua nazionale poiché imposto come tale da Dante Alighieri e Francesco Petrarca, che l'avevano imposto come lingua letteraria. Il sardo è considerato più conservativo del toscano perché nella zona della Barbagia si era già sviluppato circa 200 anni prima del toscano. Infatti tutti gli idiomi parlati nella penisola italica e nelle isole vicine sono contemporanei o addirittura antecedenti, e di molto, al toscano (come appunto il sardo) e se c'è un solo motivo per cui è sbagliato chiamarli dialetti è questo. Quando li si chiama dialetti, infatti, sarebbe bene specificare che sono dialetti del latino e non dell'italiano, e che lo stesso italiano è un dialetto del latino (il toscano). Oltretutto, se vogliamo essere precisi, il sardo è una lingua neolatina occidentale (come il francese, che sarebbe la langue d'oïl, il franco-provenziale, alias langue d'oc, lo spagnolo castigliano, lo spagnolo catalano e lo spagnolo galiziano) e l'italiano, cioè il toscano, è una lingua neolatina orientale (come il romancio e il rumeno). Detto questo, mi chiederai allora perché l'italiano presenta una sola variante ufficiale e il sardo no. Te lo spiego sùbito. L'italiano è stato adottato come lingua ufficiale anche dal Regno di Sardegna, poi divenuto Regno d'Italia, in quanto come ben saprai il Regno di Sardegna non è mai stato in mano ai Sardi (l'inglese e il francese si parlano in mezzo mondo ma non per questo sono da considerarsi le lingue originarie dei rispettivi luoghi in cui si parlano). Per cui il sardo si è continuato a parlare, ma negli atti ufficiali e nell'insegnamento si utilizzava l'italiano e questo ha fatto sì che il sardo prendesse direzioni diverse, al punto che esso stesso ha generato dei dialetti (esistono i dialetti sardi, ma non i dialetti italiani, e questo anche perché l'italiano è stato imparato dalla stragrande maggioranza della popolazione quando si è diffusa la televisione, quindi in tempi fin troppo recenti per potersi essere già 'disgregato'. Sta giusto ora ora cominciando a mescolarsi con altri dialetti del latino, creando slangs regionali, e a generare alcuni gerghi di classe, anche questi quasi sempre a livello regionale, almeno fin quando non sono ripresi dalla televisione). Ed è proprio su questo che i sardisti non si mettono d'accordo: qualcuno ritiene che la lingua sia una sola, qualcuno due (logudorese e campidanese), qualcuno tre (logudorese, campidanese e gallurese, che poi sarebbe la stessa lingua che in Corsica si parla ufficialmente con il nome di "corso"), qualcuno quattro (logudorese, campidanese, gallurese, sassarese) e così via, tant'è vero che mentre l'ISO (istituto internazionale per la standardizzazione) le ha classificate tutte come un'unica lingua il [[1]] utilizza 4 codifiche distinte per logudorese, campidanese, gallurese e sassarese. Questa non è una scusa plausibile per considerarli dialetti, però, visto che i glottologi non si sono mai messi d'accordo neanche per il ladino, eppure tale lingua è riconosciuta ufficialmente in due stati: l'Italia nella sua variante di ladino dolomitico (che al suo interno presenta numerose altre varianti: non sono neanche 10mila a parlarlo eppure la stessa parola negli atti ufficiali di diversi comuni è scritta con almeno quattro grafie diverse... Neanche si capisce se Bolzano si chiama Balsan, Bulsan, Bulsán o in quale altro modo) con il nome di ladino e nella sua variante di friulano con il nome di friulano; il Cantone dei Grigioni, stato della Coenfederatio Helvetica, con il nome di romancio. Nello specifico in Italia è lingua ufficiale (anche di insegnamento, nelle scuole afferenti allla Soprintendenza scolastica di lingua ladina, uno dei tre equivalenti degli ex provveditorati agli studi competenti per la provincia autonoma di Bolzano), parificata all'italiano con legge costituzionale, in alcuni comuni dell'Alto Adige (provincia autonoma di Bolzano) e lingua minoritaria, protetta come minoranza e utilizzabile facoltativamente negli atti ufficiali, in alcuni comuni della Val di Fassa (provincia autonoma di Trento). D'altronde anche per l'italiano gli studiosi non si son mai messi d'accordo se trattasi del toscano nella variante fiorentina o in quella senese, solo che dopo 150 anni di ufficialità e imposizione all'uso come lingua ufficiale ci sono delle grammatiche che, a prescindere da questo, ci insegnano come usarlo in modo corretto. Se domani imponessimo veramente, non con leggi di protettorato ma con una garanzia di bilinguismo come quello presente in Alto Adige con il tedesco, l'uso ufficiale della lingua sarda allora sta' pur sicuro che i glottologi si metteranno d'accordo in quattro e quattr'otto per scrivere una grammatica e magari commetteranno degli errori... ma almeno dopo gli ignoranti come te riconosceranno il sardo come lingua perché sarà stato imposto a un popolo di parlarlo e quindi non ti apparirà più come 'minoritario' (mi sembra veramente ridicolo parlare del sardo come minoritario in Sardegna... Non è molto diverso da dire che il tedesco è minoritario in Alto Adige!!!).

Se tu avessi speso lo stesso tempo per scrivere o integrare un articolo e ti fossi risparmiato un po' di spocchia e di dare gratuitamente dell'ignorante, sarebbe stato molto meglio. Cmq la sottoscritta, che ha fatto le elementari, le medie, il liceo e l'Università, la lingua sarda a scuola non l'ha mai sentita nominare (ma con questo non intendo entrare nel dibattito lingua-dialetto e men che meno dare valutazioni sul "minoritaria"). Frieda (dillo a Ubi) 16:06, Feb 7, 2005 (UTC)
Cara Frieda, l'articolo non andava integrato poiché non riporta tesi discordanti da quelle esplicitate dal nostro amico, il quale rispondeva alle obiezioni di Twice25. Ti chiedo che liceo hai frequentato, poiché effettivamente credo che la glottologia propedeutica allo studio della lingua latina si faccia solo al classico. Io ho fatto il classico e mio fratello, che allo scientifico ha usato lo stesso libro di testo di latino che a suo tempo adottava la mia classe (il celebre Cesare Peri), ha saltato a pie' pari tutta la parte introduttiva, ragion per cui non poteva sapere quello che c'era scritto, e cioè che (me lo sono andato a rileggere) il sardo è una lingua. Il testo riporta infatti una tabella con tutte le lingue divise per gruppi, e nel gruppo delle lingue romanze è indicato anche il sardo. Ora è vero che il latino si fa in tutti i licei, ad esclusione dell'artistico, ma bisogna vedere come lo si fa: non credo che al liceo linguistico di ordinamento (cioè senza sperimentazioni), dove si studia solo al biennio, si faccia con lo stesso rigore con cui si fa al classico.
Peraltro ricordo che nel primo volume del testo di geografia di Formica e Messina (Nuova geografia, editrice Ferraro), anch'esso abbastanza diffuso (pensavo che lo fosse solo dalle mie parti e invece ho scoperto intere scuole di città del centro e del nord Italia che l'avevano adottato), che usavo alle scuole medie nel capitolo dedicato alla Sardegna portava un intero paragrafo sulle lingue sarde, individuando un'unica lingua e una cinquantina di dialetti. Stessa cosa che ho letto su un atlante d'Europa dell'istituto geografico de Agostini: alla voce «Italia», nel campo "lingue", riportava italiano, francese, tedesco, sardo, friulano, albanese e greco. Quanto all'università, pur qui ovvio che dipende da cosa hai fatto nel variegatissimo mondo accademico. Neanch'io all'università ho mai sentito parlare di lingua sarda, ma io studio Scienze della comunicazione, non Lettere o Lingue e culture moderne. Ti rendo noto che all'Università degli studi di Cagliari esistono un corso di laurea in Lingua, letteratura e cultura della Sardegna, afferente alla classe 5 (delle lauree in Lettere) e un corso di laurea specialistica omonimo, afferente alla classe 16/s (delle lauree specialistiche in Filologia moderna). Inoltre numerosi miei amici che hanno svolto esperienze di scambio con università tedesche nell'àmbito dei programmi Socrates azione Erasmus mi riferiscono che lì si studia quasi ovunque il sardo come lingua moderna (addirittura molti dipartimenti di filologia romanza, laddove presenti, hanno un'apposita sezione di sardistica, oppure l'attività didattica e di ricerca nell'àmbito della/e lingua/e sarda/e si svolge all'interno delle sezioni di romanistica dei dipartimenti di lingue e letterature straniere moderne o equivalenti).
Infine a rigor di cronaca è giusto che riporti una cosa. Mi è capitato di leggere sempre su un libro di testo, non ricordo di che materia e di che ordine di istruzione, elencate tra le lingue neolatine il campidanese e il logodurese. Ovvio che se chi legge non ha idea di dove si trovino il Campidano e il Logoduro, e neanche l'insegnante glielo dice o glielo sa dire, se ne dimenticherà e non gli verrà in mente di associarlo alla Sardegna. Non credo che i più conoscano le regioni storico-geografiche di quella meravigliosa isola (Nurra, Trexenta, Campidano, Sarcidano, Barbagia, Ogliastra, Sulcis, iglesiente, Gallura e chi più ne ha più ne metta). Utente:Afragolese 10:15, Feb 13, 2005 (UTC)
Sottoscrivo. Svante T 16:16, Feb 7, 2005 (UTC)
Ma chi cacchio è che ce l'ha con me e perché? ... Mi rifiuto di leggermi l'intero post (vivaddio su Wikipedia ho altro da fare ...). Mi limito a replicare all'anonimo che per apprendere non serve fare le scuole alte (che io non ho fatto, limitandomi al pianterreno) e io cerco quotidianamente di apprendere; per dare lezioni invece ci vuole stile, che il sig. anonimo invece non credo abbia. Manco per niente. Twice25 · "TW25 / discussioni" · mordi il server, segui il flusso Icona del wiki-love 22:27, Feb 9, 2005 (UTC)


"Mi rifiuto di leggermi -si dice leggere ah ah- l'intero post" (..) e io cerco quotidianamente di apprendere". Se ti rifiuti di leggere e' difficile che tu riesca ad apprendere. Non conoscendo l'argomento, la tua replica e' sterile. Zaccaria 20:00, Oct 13, 2006 (UTC)


[modifica] Una lingua propria

Anche se l'anonimo fa qualche errore spicciolo (il franco-provenzale non è la lingua d'oc, ma un'altra lingua neo-romanza, parlata nella regione di Lione e della Savoia — ed è dunque la vera lingua originale del Valle d'Aosta), confermo pertanto come linguista che il sardo è una lingua a sé (quello che il calabrese, il piemontese o il siciliano non sono, perché semplici dialetti). Trovo strano che nessuno impari questo fatto in Italia. E confermo che i due dialetti parlati nel nord della Sardegna (a Sassari o il Gallurese sono semplici varianti della lingua corsa, influenzati però dal sardo, e dunque più affini al toscano. Mi scuso per gli errori in italiano (sono Francese). Enzino 10:02, Feb 10, 2005 (UTC)

Anch'io ho sentito dire che il franco-provenzale è l'evoluzione della lingua d'oc. Non l'ho mai letto su nessun libro – ammetto – ma me lo ha riferito un caro amico laureato in Lettere e studioso di filologia romanza. Sapevo comunque che fosse la lingua originaria della Valle d'Aosta; infatti l'ufficializzazione del francese, e non del franco-provenzale, nella Regione (iniziata da Mussolini per compiacere i Savoia) è stato un grosso errore storico, a causa del quale l'uso del franco-provenzale si è perso non in favore del francese, mai acquisito come lingua corrente perché praticamente boicottato dalla popolazione (che a quanto rilevo dalle testimonianze di numerosi amici valdostani è visto più come un'imposizione dall'alto, o per meglio dire da Roma), ma dell'italiano, che ha quasi completamente soppiantato il franco-provenzale (che peccato).
Comunque non vedo una consequenzialità nella tua frase «[...] i due dialetti parlati nel nord della Sardegna (a Sassari e in Gallura) sono semplici varianti della lingua corsa, influenzati però dal sardo, e dunque più affini al toscano». Non vedo il nesso tra l'influenza sarda e l'affinità col toscano, in relazione al fatto che il sardo e il toscano (che poi è diventato italiano) sono due lingue diverse. Per quel che ne so io il gallurese, il sassarese e il corso sono probabilmente la stessa lingua, che più propriamente andrebbe chiamata gallurese visto che pare essersi sviluppata prima in Gallura, la quale nelle varianti parlate nel nord della Sardegna ha acquisito influssi non solo sardi ma anche, e soprattutto, toscani, ispanici (in particolare catalani) e genovesi, ragion per cui è più simile all'italiano (inteso come toscano, ma anche ad alcuni altri dialetti italici quali quelli liguri) che al sardo vero e proprio, il quale è molto più vicino al latino. Utente:Afragolese 10:25, Feb 13, 2005 (UTC)

Tra gli stessi linguisti sardi c'è un vespaio a riguardo.... Ci sono almeno 5 opinioni differenti, a seconda della lingua o dialetto preferito. Comunque, quasi tutti sono d'accordo che il sardo più antico e meglio conservato sia il nuorese dell'interno, meno esposto a contatti con altre lingue.-- BW Insultami 06:21, Feb 14, 2005 (UTC)

Infatti come giustamente ci faceva osservare il nostro amico qualcuno ritiene che la lingua originaria sia una sola, qualcuno ritiene che siano due etc. etc.. Il punto è considerare campidanese, logudorese, gallurese e sassarese lingue a loro stanti oppure dialetti di un unico progenitore sardo, che probabilmente si continua a parlare nei comuni interni della provincia di Nùoro (e che qualcuno considera il sardo originario mentre qualcuno ritiene che sia un dialetto logudorese o comunque una variante del logudorese). Utente:Afragolese 15:32, Feb 15, 2005 (UTC)
No, non mi sono fatto capire : il franco-provenzale non è un'evoluzione della lingua d'oc, ma una lingua a sé stante, diversa dalla lingua d'oc. Inoltre, non sono stato chiaro con il Gallurese : difatti non esiste un nesso tra l'influenza sarda (tardiva) e la parentela toscana (originaria). I maggiori linguisti considerano il gallurese come una variante del corso (e non il contrario, anche perché si suppone che il centro di diffusione di questo dialetto non tragga origine in Gallura... ma in Toscana). Anche se chiamare corso, un dialetto che copre le due isole può sembrare poco corretto. Enzino 19:52, Feb 16, 2005 (UTC).

[modifica] Una versione francese migliore di questa

La versione francese del sardo è decisamente migliore di questa (una stella!). Perché invece di discutere un po' a vuoto, qualche bonanima non la traduce in italiano. Forse certe discussioni finirebbero. Enzino


[modifica] La lingua Sarda in Corsica

Caro Enzino, per la semplice ragione che furono i sardi a colonizzare la Corsica e non il contrario. Archeologicamente, storicamente e culturalmente parlando. Il corso meridionale, guarda caso e' il dialetto sardo settentrionale che ha subito le influenze tosco-liguri. Il sito francese dice tutt'altra cosa. Zaccaria

Che i sardi in epoca storica abbiano colonizzato la Corsica non mi risulta. Che durante la preistoria vi siano stati notevoli scambi reciproci, questo sì (e sono testimonianza di ciò sia la presenza della civiltà torreana in Corsica con manifestazioni simili a quelli della civiltà nuragica in Gallura, la presenza stabile di genti còrse in Gallura nel periodo pre-romano e romano che alcuni elementi fonetici e lessicali che accomunano i dialetti corsi alle parlate della Sardegna settenrionale, e non mi riferisco solo a gallurese e sassarese!).
La Corsica è stata invece ripopolata dai toscani nel corso del medioevo (e lì è avvenuta la forte toscanizzazione linguistica), periodo dal quale hanno avuto inizio flussi migratori anche verso la vicina Sardegna: inizialmente verso Sassari e Castelsardo - dove si sovrappone agli elementi pisani e genovesi - ,poi l'Anglona e la Gallura che invece all'epoca erano prevalentemente logudoresi, ma ben presto anche fino al Campidano, attestati fin dalle fonti medioevali (si veda la diffusione del cognome Cossu in tutta l'isola).
Sono inoltre documentatissime le immigrazioni succedutesi dalla seconda metà del '500 fino al '700 verso la Gallura e il Sasserese, dove a causa dello spopolamento dei territori seguito alle epidemie l'elemento còrso diviene dominante e sovrasta l'elemento linguistico sardo dando luogo alle due varianti linguistiche locali del gallurese e del sassarese, che - nonostante i contatti con le parlate logudoresi- hanno mantenuto il carattere del tipo linguistico corso. --Dch discutiamone 00:31, 14 ott 2006 (CEST)
Salve Dch, ho qualche perplessità su quanto hai scritto sopra; non ci sono fonti per provare che le tribù Corse che abitavano la Gallura meridionale provenivano dalla Corsica e non viceversa. Secondo una ricostruzione dei territori abitati dalle tribù nuragiche, i Corsi che abitavano la Sardegna occupavano un territorio confinante con gli Iliensi ad est, con i Balari ad ovest e a nord con i Lestrigoni (tutta la Gallura dal golfo di Cugnana a Trinità d'Agultu era abitata dai Lestrigoni). Secondo questa disposizione delle tribù i clan dei Corsi erano inseriti tra Ozieri, Tempio ed Olbia e perciò era una tribù nuragica vera e propria al pari dei Nurrensi, degli Iliensi dei Galilensi ecc..ecc.. Probabilmente poi si sono spinti sino in Corsica (a quell'epoca molto più vicina alla Sardegna che adesso), abitata comunque da altre tribù nuragiche, ma senza mai abbandonare la Sardegna. Non ci sono fonti che affermino che i Corsi abbiano abbandonato la Sardegna. Immagino anzi... - al pari degli Iliensi (io dovrei essere... uno di loro!) - hanno opposto resistenza alla penetrazione romana. Le due isole hanno avuto la stessa cultura nuragica e non capisco perchè si voglia a tutti i costi differenziarla chiamandola torreana anzichè nuragica. I Corsi erano una tribu nuragica abitanti sia la Sardegna che la Corsica. Anche il substrato pre-nuragico è lo stesso: la cultura di Arzachena si estendeva sino al sud della Corsica. (fonte G.Lilliu) --Shardan 16:11, 7 nov 2006 (CET)

Dunque, caro Dch, siccome a te non risulta che i sardi abbiano invaso la Corsica (e a me guarda caso invece si) dobbiamo escluderlo a priori? E che mi sai dire delle influenze linguistiche sarde pre-fenicie nella penisola Iberica? O non sai neanche questo? E dei ritrovamenti nuragici, e quindi influenze sarde in Lazio, Campania, Calabria, Sicilia, Grecia...? Mi parli delle influenze linguistiche dei sardi in quelle regioni? Io sono pienamente daccordo con Shardan, e se devo ripeterlo, ci fu una vera invasione della Corsica, isola che prese probabilmente nome da quella ultima tribu' sarda che la invase, che la colonizzo' e che poi eresse torri. Aneddoto. I medesimi Corsi, che non possono negare la presenza delle torri sarde, preferiscono ignorare ciò e dire che i primi a colonizzarli sono stati i fenici. --Zaccaria 00:30, 30 gennaio 2007(CET)

Che popolazioni sarde si siano insediate nella Corsica meridionale nel periodo nuragico è credo dimostrato dalla presenza della civiltà Torreana (pur limitata alla Corsica del sud, mentre il nord sembra maggiormente legato alla civiltà Ligure). Inoltre la presenza di menhir e allineamenti di betili nel sud della Corsica (Cucuruzzu, Palaghju) indica certamente la presenza di numerosi punti di contatto tra la cultura delle due isole anche nel periodo precedente. Ma è altrettanto vero anche la civiltà torreana sviluppa con alcuni caratteri autonomi che la fanno distinguere dalla civiltà nuragica propriamente detta e che tutt'al più possiede punti di contatto con alcune delle rare costruzioni nuragiche della Gallura (come il Naracu Albucciu di Arzachena e il Naracu Maiori di Tempio), poco popolata e che i romani sostenevano essere abitata da tribù "còrse" (le quali hanno sicuramente costituito un tramite la la cultura delle due isole).
Se tra le due isole sorelle sicuramente ci sono stati ampi travasi reciproci, così come anche con le Isole Baleari (vedi la civiltà delle Talaiòts), è anche vero che altre influenze (su alcune costruzioni micenee e delle isole di malta e Lapedusa) sono da ricollegarsi a contatti e scambi tra diverse popolazioni, come è testimoniato dal fatto che tutti gli altri resti di queste zone presentano caratteristiche assolutamente differenti. Quanto alle influenze "archeologiche" e "linguistiche" della Sardegna preistorica su Lazio, Campania, Calabria, Sicilia e Grecia sinceramente non so di cosa stai parlando... Gli unici elementi che accomunano le parlate sarde e corse con quelle siciliane e calabre sono una certa arcaicità rispetto al latino (nel lessico e nell'uso delle vocali) e la presenza del -ll->-dd- cacuminale, peraltro presente anche in Garfagnana e in Guascogna, in ognuna di queste zone secondo regole differenti e la cui origine e diffusione è ignota e forse anche recente, non avendosi attestazioni storiche di questo fenomeno in documenti precedenti al 1500.
Quanto al Gallurese, ribadisco che nel medioevo la Gallura era pressochè spopolata e la sua lingua ufficiale (almeno in periodo giudicale) era quella sarda logudorese (anche se era probabile la presenza di nuclei còrsi specie nelle campagne al di fuori dei centri abitati, non solo nella spopolata Gallura ma tutta la Sardegna come testimoniato dalla diffusione medioevale del cognome Corsu/Cossu). Del resto questa Gallura era spopolata e i suoi maggiori centri, inclusa la capitale, non superavano qualche centinaio di abitanti (difficile pensare che possano avere "colonizzato" la vicina isola...dove invece diveniva sempre più influente l'elemento toscano). Le forme più arcaiche del sardo e del corso, pur con quelche elemento comune (del resto le due isole si sono sempre relazionate tra loro), differiscono comunque alquanto tra loro e non presentano il medesimo patrimonio etimologico (si pensi ai più arcaici vocaboli sardi indicanti nomi di piante od animali), rimanendo perfettamente riconoscibili. La situazione della Gallura prevalentemente sardofona cambia invece tra il 1400 e il 1600 quando a seguito di flussi immigratori i rapporti tra le due popolazioni si invertono e la popolazione còrsa si mescola a quella sarda penetrando nei maggiori centri urbani divenendo maggioranza a Tempio (e dintorni) oltre che a Castelsardo e a Sassari. Da Tempio nel 1700 parte il ripopolamento delle campagne galluresi (rafforzato da ulteriori immigrazioni còrse) e si stabilizza l'impiego del dialetto gallurese, pur nelle sue particolarità strettamente imparentato ai dialetti còrsi meridionali. Difficile quindi sostenere che il còrso abbia avuto origine dal gallurese. --Dch discutiamone 16:11, 31 gen 2007 (CET)

[modifica] Documenti

Credo che andrebbero riassunti qui espostati su Wikisource. Opinioni? --BW Insultami BWB 07:19, 25 gen 2006 (CET)

[modifica] Morfologia e sintassi

Non sono sicurissimo di quello che dico, ma mi sembra che ciò che è scritto nel paragrafo "Morfologia e sintassi" sia da riferirsi solo al Sardo campidanese... qualcuno che ha maggiori conoscenze delle mie sul sardo, può per favore controllare il contenuto del paragrafo e, nel caso, spostarlo sull'articolo Sardo campidanese? Ciao a tutti --GAÚCHO (Dimme tutto!) 13:49, 28 gen 2006 (CET)


Salve sono l'autore della sezioni morfologia e sintassi.No Gaucho si tratta di un tratto generale del sardo sia nella variante campidanese che in quella logudorese che fra'altro é la mia lingua materna mentre il campidanese lo conosco nella varietà parlata a Cagliari per avervi soggiornato per oltre un quindicennio.Anzi negli esempi che ho fatto potrei essere accusato di aver utilizzato solo vocaboli nella forma logudorese.Per altro nei tratti fondamentali non esistono differenze fra le due varianti che non siano fonetiche o lessicali.Se interessasse sul sito http://www.limbasarda.it/ ci sono maggiori dettagli sui vari aspetti della grammatica sarda.Ciao a tutti --Gmfx

Sempre riguardo questo paragrafo... dov'è esattamente che si parla della sintassi (Ordine delle parti del discorso) del sardo? Io non lo trovo... È una lingua Soggetto Verbo Oggetto, Soggetto Oggetto Verbo o che altro? Andrebbe anche spiegato nel template:lingua sotto al parametro "tipologia". -- ||| Admin HILL ||| CONTATTAMI  18:23, 24 mag 2006 (CEST)

[modifica] C'è qualcuno?

Ma a questo articolo non viene a contribuire mai nessuno? Rimpiango la vitalità con la quale abbiamo contribuito alla crescita delle voci dialetto gallurese (in vetrina!) e lingua corsa. --Dch 10:56, 25 mag 2006 (CEST)

[modifica] Mappa linguistica

Salve, ho preparato un primo schizzo della mappa, vi sarei grato se mi aiutaste ad individuare con buona precisione i confini dialettali tra Logudorese, Nuorese, Campidanese ed eventuali microvarianti. Mi sarebbe molto utile il riferimento a città, monti, fiumi etc... Grazie, --jkens 10:11, 6 lug 2006 (CEST)

Grazie, come sempre. Nella legenda riporterei le voci:

  • Isola linguistica;
  • Sardo logudorese e nuorese;
    • Logudorese settentrionale;
    • Logudorese centrale o comune;
    • Limba sarda comuna;
    • Nuorese e baroniese;
    • Barbaricino
  • Sardo campidanese;
    • Limba de Mesania
    • Campidanese comune;
    • Ogliastrino;
    • Campidanese interno;
    • Sulcitano;
  • Gallurese;
  • Sassarese;
  • Algherese;
  • Tabarchino;

Colori:

  • sfumature del verde chiaro per i dialetti corso-meridionali incluso gallurese e sassarese, come nella mappa già realizzata.
  • Sfumature ad esempio dal rosso all'arancio/giallo per i dialetti della lingua sarda (dal logudorese al campidanese).
  • Due differenti colori per l'isola catalofona di Alghero e le zone di dialetto ligure tabarchino delle isole sulcitane.

Per le città mettiamo tutti i nuovi capoluoghi di provincia eventualmente in maiuscoletto (Cagliari, Sassari, Nuoro, Oristano, Olbia, Tempio Pausania, Tortolì, Lanusei, Sanluri, Villacidro, Carbonia, Iglesias), le altre città storiche (Alghero, Bosa, Castelsardo, Ozieri) e le località significative sotto l'aspetto linguistico (Luras, Bonorva, Bitti, Orosei, Fonni, Macomer, Samugheo, Sant'Antioco, Calasetta).

Preso per buono il confine tra gallurese/sassarese, tracciamo il confine tra le 2 varietà principali (è il più certo). La linea passa a sud di: Cuglieri, Sanbtu Lussurgiu, Bonarcado, Paulilatino, Ghilarza, Ula Tirso, Ardauli, Nughedu, Teti, Ovodda, Desulo, Fonni, Orgosolo, Dorgali (comuni compresi nella zona logudorese/nuorese) e a nord di Seneghe, Milis, Bauladu, Fordongianus, Busachi, Neoneli, Austis, Tiana, Tonara, Belvì, Aritzo, Arzana, Villagrande Strisaili, Talana, Urzulei, Baunei (compresi nella zona campidanese).

Le aree di transizione dei 2 gruppi comprendono da parte logudorese quella che oggi è stata ribattezzata "limba sarda comuna" (include la zona di Bonarcado, Abbasanta, Ghilarza, Teti e comprende dal confine tra le 2 varietà a nord fino a Sennariolo, Scano Montiferro, Santu Lussurgiu, Norbello, Aidomaggiore, Sedilo, Teti) e da parte capidanese la cosiddetta "limba de mesania" (include la zona di Samugheo e comprende dal confine tra le 2 varietà a sud fino a Seneghe, Milis, Bauladu, Fordongianus, Busachi, Samugheo, Neoneli, lasciando fuori Meana Sardo Atzara, Ortueri e Austis) e l'"ogliastino" (l'ambito è grosso modo quello della provincia). Per le zone di trasnsizione si potrebbe anche, per non moliplicare l'uso dei colori, usare una campitura mista diagonale (come per Olbia).

Per le altre varietà nel logudorese abbiamo il "logudorese settentrionale" (include la zona di Bonorva, Ploaghe, l'Anglona, il Monteacuto, Luras e Olbia e comprende dal confine con gallurese/sassarese a sud fino a Villanova Monteleone, Padria, Pozzomaggiore, Semestene, Bonorva, Nughedu San Nicolò, Ozieri, Oschiri, Berchidda, Monti, Berchiddeddu, Olbia), il "logudorese centrale o comune" (include la zona di Bosa, Macomer, Il Goceano, Alà, Buddusò, Posada e comprende la fascia compresa per differenza tra il confine con il logudorese settentrionale a sud fino a Tresnuraghes, Flussio, Sagama, Dindia, Macomer, Borore, Dualchì, Noragugume, Bolotana, Illorai, Bottida, Bono, Benetutti, Nule, Pattada, Buddusò, Alà dei Sardi, Padru, Torpè, Posada e parte di Budoni). Per il gruppo "nuorese" abbiamo il "barbaricino" (include la zona di Ollolai, Fonni, Orgosolo, Oliena, Ovodda, Mamoiada, Lodine, Gavoi, Olzai e comprende la fascia compresa per differenza tra il confine con il campidanese a nord fino a Ovodda, Ollolai, Mamoiada, Orgosolo, Oliena, escluso Dorgali) e il "nuorese e baroniese" (include il nuorese e le Baronie e comprende la fascia compresa per differenza tra il confine con il limba sarda comuna/barbaricino a nord fino a Ottana, Orotelli, Oniferi, Nuoro, Orune, Osidda, Bitti, Lodè, Siniscola).

Più problematiche sono le divisioni interne del campidanese (che è comunuqe relativamente omogeneo). L'"Oristanese o Arborense" comprende oltre alla LDM, Oristano, Cabras, fino ad Arbus, grosso modo a sud i confini provinciali più Arbus). Il "campidanese delle zone interne o barbaricino" comprende grosso modo la zona dei comuni di Austis, Tiana, Tonara, Belvì , Aritzo, Seulo, Gadoni, Laconi, Meana Sardo, Atzara, Sorgono, Ortueri.

Ovviamente correggetemi se sbaglio. Che prog. utilizzi per la carta? --Dch 13:45, 6 lug 2006 (CEST)

Ok, appena trovo un attimo di tempo traccio i confini e disegno la legenda. Ho utilizzato il programma PhotoFiltre (http://www.photofiltre.com/) è gratuito e di semplice utilizzo. I contorni delle mappe sono tratte da google maps. Ci sentiamo.--jkens 13:59, 6 lug 2006 (CEST)

Ho inserito i centri principali e creato una legenda, purtroppo ultimamente ho pochissimo tempo. Ora si tratta di individuare con precisione i confini dialettali, Dch se hai un pò di tempo in più puoi provare tu stesso a tracciarli. --jkens 13:23, 8 lug 2006 (CEST)

[modifica] Wikibooks

Vedo che la voce e molto dettagliata e contiene anche la grammatica e il vocabolario. Sicuramente e anche interessante, però io che non voglio imparare il sardo;) aspettavo una voce più leggibile che contiene solo i concetti fondamentali. Una parte del contenuto potrebbe essere trasferito su wikibooks facendo un corso di sardo o simile (vedi per esempio wikibooks:Corso_di_napoletano. Credo anche, che il contenuto di qualche paragrafo non è da enciclopedia, ma non metto il template Template:Trasferimento per darvi un po' di tempo prima. --Trifi 18:34, 25 ago 2006 (CEST)

Preferirei si spezzasse la voce in più parti.. non sono quasi mai d'accordo a disperdere e rimadare ad altri progetti il lavoro di wikipedia. Felisopus (abusa pure del mio tempo) mail 18:45, 25 ago 2006 (CEST)

[modifica] Intervento di Roberto Bolognesi

Vedo che questa pagina `e poco visitata. Forse `e meglio cos`i. Sono un linguista sardo e sono rimasto sgradevolmente sorpreso dalla povert`a e imprecisione della informazioni sulla mia lingua. Ho intenzione di rimediare al pi`u presto. Oggi ho solo iniziato. Non me ne voglia chi in buona fede e con tanta buona volonta` ha curato la pagina esistente. Un grazie di cuore ai miei predecessori.

Roberto Bolognesi

Ma forse "sgradevole è un po troppo... Sicuramente la pagina sarà ricca di imprecisioni, ma era un tentativo, troppo spesso solitario, di creare un articolo sulla lingua sarda che quanto meno facesse capire le sue origini, le sue varianti e alcuni elementi del lessico e della grammatica e che rappresentasse su una cartina la distribuzione geografica delle sue varianti. Di imprecisioni ben più gravi sono ricchi anche molti libri sulla lingua sarda. Inoltre la classificazione delle varianti non la ritenevo poi così scandalosa: vi saranno termini errati e alcuni errori di attribuzione e ogni forma di classificazione è scientificamente soggettiva, ma aveva lo scopo di chiarire le principali differenze tra le varie parlate: sei liberissimo e invitato a modificarla, nel pieno spitito di Wikipedia. Ben vengano gli interventi e l'aiuto di Roberto Bolognesi la cui competenza è indiscutibile, ma ci si renda conto che Wikipedia è un grande progetto collettivo, nel quale sono bene accetti apporti anche da chi, come me, non è certamente un linguista ma cerca di affrontare i relativi argomenti con passione e approfondimento. In ogni caso, il mio più sincero benvenuto. --Dch 18:04, 31 ago 2006 (CEST)

Scusate sono il solito elefante! In parte dipende anche dal legame affettivo di un sardo per la sua lingua: un po' di gelosia, la mia? Va bene...Mi rendo conto anche che ho molto da imparare sul funzionamento di Wikipedia. Rispetto ai contenuti in fondo quello che non mi va bene e` solo la mancanza degli sviluppi che si sono avuti soprattutto fuori dalla Sardegna (e dall' Italia). E ovviamente chi ha curato la pagina difficilmente poteva esserne al corrente. Io lavoro in Olanda (Amsterdam) e sono in contatto soprattutto con linguisti che lavorano sul sardo in altri paesi rispetto all' Italia. Adesso serve immediatamente un' altra modifica: la questione della parola " proite" che sarebbe soltanto particelle interrogativa, come l' inglese "why". Non `e cosi'! Ieri ho cancellato quella parte, ma oggi c'e' di nuovo. Va davvero eliminata: " proite" e' sia domanda che risposta, come l'italiano "perché". A presto.

Roberto Bolognesi



Sono il responsabile della ricomparsa del paragrafo :) l'ho reinserito non avendo trovato riscontro delle motivazioni, e nel dubbio ho preferito lasciarlo. Su Wikipedia ogni aggiunta è benvenuta, ma le cancellazioni o revisioni profonde vanno motivate. Buon lavoro a tutti! Felisopus (abusa pure del mio tempo) mail 16:43, 1 set 2006 (CEST)

Vorrei aggiungere una considerazione generale rispetto alla questione lingua vs. dialetto: "Una lingua `e un dialetto con un esercito e una flotta", E. Haugen. Chi nega la dignita` di lingua alle lingue minoritarie ha come argomento principale solo la sua capacita` di reprimere le minoranze. I sardi sono riusciti, grazie soprattutto all'Europa, a vedersi riconosciuta la propria lingua come tale. Il sardo, in quanto tale e` rimasto lo stesso: lontano era e lontano e` dalle altre lingue romanze. Vedere alcuni interventi in cui si sostiene di "non aver mai sentito parlare di sardo come lingua, neanche all' universita` (italiana)" e usare questo come argomento per sostenere che il sardo non e` una lingua mi lascia allibito. L'Italia ha sempre represso le sue minoranze etnico-linguistiche e chi ha scritto quelle parole all' universita`, chiaramente, non ha studiato logica. Ora, per fortuna non abbiamo piu` bisogno dei riconoscimenti di chi, all'universita`, ha imparato solo a mettere le parole una dietro l' altra, perche' tanto quello che conta e` il potere coercitivo.

Roberto Bolognesi


Salve a tutti. A mio modesto parere la varietà campidanese dell'alto campidano (Narbolia, Milis, SanVero,Zeddiani, Riola, Baratili, Nurachi, Tramatza e Bauladu; per alcuni anche Seneghe, con l'importante differenza che loro utilizzano sos e sas, non is)dovrebbe essere tenuta distinta sia dai dialetti del Barigadu (finali in os, es e non conservazione delle velari es. angelu e non anghilu, dexe e non deghi; a Busachi e Neoneli si usa poi sos e sas), nonchè dall'oristanese (anche Cabras rientra nell'oristanese visto che non usa i termini abba, limba, fizzu, ozzu, bezzu, ma aqua,lingua, fillu, etc.)


[modifica] Pro ite e Pro ki

Il sardo logudorese corretto vorrebbe "pro ite" in posizione interrogativa, "pro ki" in posizione causale; ma come in italiano, sebbene sia più giusto rispondere con "poichè", si ripete "perchè", cosi è accaduto anche in sardo, e "pro ite" ha sostituito del tutto "pro ki".

Galaemyam 19:12 17 nov 2006

[modifica] Dizione sarda dei paesi

Salve a tutti, sono un abitante di un paese della marmilla. Il mio commento non riguarda sicuramente una questione di vitale importanza ma vorrei stigmatizzare il fatto che qualche mese fa ho corretto in questa pagina la dizione sarda del mio comune di appartenenza che è Genuri e dopo qualche giorno ho notato con disappunto che la mia correzione è stata eliminata. Essendo un abitante del posto so per certo che il nome del paese in sardo è Giaùni e cosi è conosciuto in tutto il circondario. Chiunque si appresti ad eliminare o correggere il mio contributo, di certo non significativo ma comunque corretto, è pregato di farlo con cognizione di causa. Grazie. P.Piras

Ero stato io a correggere la denominazione del paese. Avevo verificato su diverse fonti (Il "Dizionario degli etnici e dei toponimi italiani (DETI)" di T.Cappello e Tagliavini che riporta la trascrizione rilevata in loco dei toponimi, i dati della ricerca del 2003/2004 di quella che era allora la Provincia di Cagliari sulla denominazione in sardo dei suoi comuni) e tutte concordavano per confermare la denominazione Genùri/Genùri. Gli stessi documenti storici in sardo del periodo giudicale sembrano riportare ancora una volta Genùri, che è inoltre confermato da diversi siti internet locali in sardo ( [2] , [3] , [4] , [5] ). Giaùni, invece non mi risultava documentato in alcun modo (non esiste neanche alcun sito che utilizzi questa grafia). Pertanto mi ero documentato e quindi avevo provveduto alla rettifica (ritenendo che si trattasse di un fake!).
Ora, assunto per vero quanto sostieni (non ho motivi per ritenere il contrario) e avendo trovato citato su [6] l'aggettivo "giaunesus", mi viene il dubbio che si tratti di un problema di trascrizione della pronuncia locale. Si potrebbe pensare che sia avvenuta nel tempo un'inversione Genùri>Gerùni poi evoluta a Gianùi>Giaùni con l'elisione della r (anch'essa avviene talvolta in campidanese) o - meno probabilmente - della n intervocalica (tipica dell'Alto e Medio Campidano, come Aristanis e Pabillonis che vengono localmente pronunciati Aristãis e Pabillőis) e con l'evoluzione e>a. Tieni comunque conto che nella trascrizione non si tiene conto di alcuni fenomeni fonetici esclusivamente locali (inversioni e elisioni di pronuncia). Occorre comunque per prima cosa verificare se a Genuri viene esattamente confermata la pronuncia da te riportata e soprattutto se questa è effettivamente la trascrizione consolidata (anche a livello letterario) del toponimo. Se trovi qualcosa fammi sapere. Nel frattempo va bene la tua versione. Ciao. --Dch discutiamone 12:20, 26 ott 2006 (CEST)

[modifica] Dizione sarda dei paesi

Ciao Dch, ho letto con molto interesse la tua risposta al mio commento. Io ti posso assicurare che in sardo Genuri si pronuncia Giaùni. Al momento non posso fornirti alcun documento storico su tale fatto ma puoi certamente verificare di persona che la dizione invalsa da almeno un secolo è questa. Prendo atto del fatto che la trascrizione di molti toponimi non tiene conto di fenomeni fonetici e in effetti basta leggersi una tavoletta sarda dell'IGM per renderseno conto. Semmai mi sorge qualche perplessità sul metodo epistomologico adottato in questo e altri campi del conoscere quando vengono citati come fonte di verità ufficiale dei siti Web che forniscono informazioni al riguardo ma senza alcun richiamo bibliografico o comunque documentaristico e sono dunque da verificare anchessi. Tornando a noi, quando vuoi venire qua a verificare di persona che Genùri in sardo si pronuncia Giaùni sarai il benvenuto e se magari verrai a Novembre discuteremo amichevolmente di toponimi della zona davanti a un buon bicchiere di vino novello di produzione propria. Atrus'annusu e Deu Bollada. Ciao. P.Piras


[modifica] Se posso dire la mia...

Posso confermare che in Sardegna purtroppo esiste una vera e propria martirizzazione dei vocaboli, nomi, toponimi etc. un' "italianizzazione" dei termini sardi spesso per favorire la lingua ufficiale e comunque sempre a danno di quella dei nativi. Questo spesso porta a credere che molti termini siano di pronuncia e derivazione italiana (o di altro genere). Nella realta', checche' ne dicano i linguisti che continuano a scrivere su falsarighe e sempre pronti a screditare con studi campati per aria, abbiamo solitamente una metamorfosi inversa, un passaggio dal sardo all'italiano. A Cagliari -ad esempio, c'e' un quartiere chiamato "Genna e'Cruxi". In meno di trent'anni il nome proprio e' diventato piu' scorrevole, "Gennereruxi", per poi trasformarsi definitivamente(?!) in "Generusci. Il quartiere e' infatti registrato con questo nome. Oggi solo pochi anziani lo ricordano e lo chiamano con quello originario, usando quindi una pronuncia diversa. Vorrei anche ricordare che la lingua parlata nell'estremo nord dell'isola di Sardegna non e' corso o derivato dal corso. E' esattamente l'opposto. E' storicamente ed archeologicamente provato che furono colonie sarde a spingersi nell'estremo sud della Corsica portando la loro lingua e cultura (e non mi riferisco solo all'architettura, le famose torri dei torreani). Ci si dimentica pure che i Toscani erano nell'isola di Sardegna ben prima del XV secolo. Sarebbe pertanto piu' corretto dire che il dialetto del sud della Corsica e' di base sarda, derivante dalla lingua parlata nel nord Sardegna. Non il contrario, voluto forse da alcuni autori perche' dire che in Sardegna si parla la lingua corsa o una variante del corso fa piu' esotico. --[Utente:Stefano] 12:39, 30 dic 2006 (CEST)

Certo che puoi dire la tua, Stefano ... è proprio questo che caratterizza e distingue Wikipedia. Ti rispondo per punti:
  1. Sull'italianizzazione dei toponimi sardi credo che questo sia un fenomeno presente in verità già da alcuni secoli (e tra i cui precedenti vi è stata anche la spagnolizzazione di altri toponimi come Elmas, Las Plassas), ma comunque in diminuzione da diversi anni (visto che ha crescente diffusione l'impiego dei nomi originali anche nella toponomastica ufficiale) e in ogni caso meno grave che in altre parti d'Italia. Da esterno conoscevo "Genneruxi" (peraltro attestato da tantissime fonti), in questa forma grafica. Potevo desumere che derivasse da "Genna 'e Cruxi" (o se preferisci "Genna 'e Gruxi") ma non mi era mai giunta la forma alterata "Generusci", probabibile frutto dell'ignoranza. Ma per converso mi fanno paura anche le sardizzazioni a tutti i costi secondo regole ortografiche strampalate tipo "Armunja", "Jrexei" o "Cuartuçu" per Armungia (Armungia), Gerxei o Grexei (Gergei) e Cuartucciu (Quartucciu), che insinuano il dubbio su possibili pronuncie errate /armunia/ /ireʒei/ o /kwartussu/, quando il sardo possiede tradizioni scritte quasi millenarie abbastanza consolidate (altro che lingua orale...). Comunque colgo l'occasione per invitarti a integrare e correggere l'elenco dei toponimi in lingua sarda dell'articolo secondo le tue conoscenze.
  2. Per quanto riguarda l'influenza del sardo sul còrso non posso essere d'accordo con te. E' per vero che esistono collegamenti tra la cultura sarda del periodo preistorico e quella della Corsica del Sud, come testimoniato dalla presenza delle civiltà torreana (sia pure con alcune specificità). Che la matrice culturale dei due popoli fosse anticamente simile non è solo possibile ma anche probabile, così come il fatto che si siano verificati scambi economici e demografici. Così nella Gallura interna è attestata la presenza di genti còrse già in periodo romano. Intorno all'anno mille, in una realtà ormai romanizzata in entrambe le isole, con elementi anche comuni alle due lingue (a questo periodo risale probabilmente buona parte del lessico comune delle due isole) diversi documenti del periodo giudicale attestano la presenza di cognomi còrsi fino al sud della Sardegna. Al crescente spopolamento della Corsica cerca di porre rimedio Pisa, incentivando la colonizzazione dell'isola con popolazioni toscane (prevalentemente pisane) incidendo profondamente sulla situazione linguistica dell'isola, a noi sconosciuta ma probabilmente in parte riconducibile alle caratteristiche le varianti pomontinche più conservative dell'Alto Taravo e dell'Alta Rocca, comunque profondamente differenti dal sardo sotto l'aspetto linguistico. All'epoca in tutta la Sardegna veniva parlato il sardo in una forma arcaica ma già matura e perfettamente riconoscibile (come attestata dai vari condaghes e in parte sopravvissuta nelle varianti più conservative del nuorese), nelle sue due varietà principali, inclusa la Gallura in cui si parlava il logudorese. Nelle città la situazione poteva essere differente, con Cagliari, Sassari e Castelgenovese dove la lingua dominante (sia in periodo pisano che genovese) era ormai divenuta il toscano, sorta di "lingua franca del Tirreno" e dove in questi ultimi centri sono attestate forti presenze di nuclei di origine toscana e còrsa, mentre in tutto il nord Sardegna inizia dal '300 al '700 quel fenomeno di insediamento sparso di popolazioni corse (solitamente nelle aree di margine), che almeno nella spopolata Gallura riescono a divenire maggioranza e sostituire le popolazioni sarde, portandovi il dialetto gallurese, ancor oggi il più simile a quello còrso delle zone interne dell'Alta Rocca, ma che presenta alcune caratteristiche tratte da dialetti di altre zone dell'isola, a testimonianza della sua origine immigratoria. Il sassarese si sviluppa con lo stesso meccanismo ma trattandosi di una città dove era stata più forte la presenza pisana e genovese e dove il retroterra era sardofono, ha aquisito delle particolarità che lo hanno differenziato dal gallurese soprattutto nella fonetica e nel vocabolario. Questo flusso migratorio dalla Corsica verso il Nord Sardegna è stradocumentato ed è testimoniato anche dalle caratteristiche antropologiche differenti dei galluresi. E' vero che la civiltà torreana è legata a quella nuragica, ma non è vero può essere stato il gallurese a influenzare il còrso, sia in quanto in questa regione prima della colonizzazione era abitata da sardi e si parlava il logudorese, e sia in quanto il còrso pur nella differenziazione delle sue varietà possiede una certa uniformità che travalica la toscanizzazione medioevale e che comunque lo differenzia nettamente dalle caratteristiche della lingua sarda. E il gallurese, come il sassarese, è un dialetto solo geograficamente sardo, ormai pienamente autoctono ma che mantiene ancora oggi la struttura delle parlate còrse più conservative.
Un solo appunto. Un cortese invito a registrarti, visto che sembra che il tuo IP abbia poco a che fare con l'utente registrato come Stefano... Ciao. --Dch discutiamone 01:36, 31 dic 2006 (CET)

[modifica] Rimozione copyright

O_o Sinceramente ma di questo avviso ci capisco poco. E' stato rimosso un elenco di comuni, ovvero dei contenuti oggettivi, provenienti da una legge, un atto pubblico. E solo gli admin possono fare rollback. --Felisopus (abusa pure del mio tempo) felis@katamail.com 20:18, 9 feb 2007 (CET)

[modifica] contatto linguistico

Salve a tutti

Mi son permesso di modificare e riformulare alcune affermazioni riferite alla variante campidanese o meridionale della lingua sarda, soprattutto laddove insistentemente si affermava l'importanza del contatto linguistico esterno a partire in particolare dall'inizio del II millennio, come principale responsabile delle differenze osservabili tra queste varietà e quelle "conservative" centrosettentrionali.(tesi dalla linguistica classica wagneriana) Laddove attualmente autorevoli studiosi riterrebbero il problema in realtà ben più complesso, collocando l'origine di alcuni fenomeni che hanno portato alle attuali divergenze già ai tempi della latinizzazione (Pittau, Blasco, ecc)e attribuendo importanza ben più sostanziale alle dinamiche intrinseche al sistema linguistico, ridimensionando così notevolmente il ruolo del contatto esterno, sulla base di ragioni storiche, linguistiche, antropologiche ecc ecc.(bolognesi, virdis, ecc) Tuttavia non essendoci ancora comune accordo a riguardo all'interno della comunità scientifica, ho preferito presentare la questione in maniera quantomento più problematica.

Ovviamente se ne può discutere.. saluti rhubex

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