Luigia Mazzotta
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Luigia Mazzotta (Lecce, 9 luglio 1900 – 21 maggio 1922), fu una laica dichiarata serva di Dio dalla Chiesa cattolica.
Nacque da una famiglia povera. Fin da piccola aveva manifestato la sua vocazione religiosa[citazione necessaria]. Ma la sua salute era malferma a causa di varie malattie, tra cui la spasmofilia dopo trentatré giorni dalla nascita. Subì molti interventi chirurgici. A causa di ciò, visse gran parte della sua vita a letto. Soffrì con pazienza e dignità[citazione necessaria], a detta di chi l'assisteva e l'aveva in cura. Sembra[citazione necessaria] fosse assidua nella preghiera a Gesù e a Maria, inoltre fu particolarmente devota a San Luigi Gonzaga. Morì a 22 anni e ai suoi funerali parteciparono migliaia[citazione necessaria] di persone.
[modifica] Il culto
Morì in "fama di santità"; il processo di beatificazione, cominciato 3 anni dopo la sua morte, è ancora in corso.
[modifica] La leggenda del giglio bianco
Documenti agiografici[1] raccontano che Luigia, quattro anni prima della sua morte, dopo aver piantato un bulbo di giglio bianco nel suo piccolo giardino avrebbe detto: "Questo è il giglio della mia purezza quando esso fiorirà, io morirò": in tutti quegli anni il bulbo non avrebbe dato segni di vita fino al giorno della sua morte, quando con la meraviglia della famiglia e di tutti i presenti la predizione si sarebbe avverata.
[modifica] Collegamenti esterni e note
- ↑ Vito Macrì, Nella follia della Croce, Roma, Tipografia della Pontificia Università Gregoriana, 1969, p. 126, 132, 134.; Le testimonianze del Vescovo e dei presenti si riferiscono al Processo informativo ordinario diocesano, 1926-1963 ed al Summarium del 1965, raccolte nel testo di Macrì.