Ma se ghe penso
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Ma se ghe penso ("Ma se ci penso") è una canzone in dialetto genovese, che è diventata ormai simbolo della musica e della presenza di Genova nel mondo.
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Narra la storia di genovese costretto a emigrare in America Latina in cerca di fortuna, il quale, ripensando alla bellezza della sua città e sopraffatto dalla nostalgia per essa, decide di ritornare.
Non gli importa che il figlio preferisca rimanere: lui partirà in un viaggio a ritroso - nel tempo e nello spazio - senza tante cose, per tornare a fare il suo nido a Genova".
[modifica] Storia
La canzone fu lanciata in un primo momento con il titolo Se ghe penso, senza la preposizione iniziale "Ma", che non si sa bene quando e da chi sia stata aggiunta in un secondo momento.
La paternità della canzone è invece sicuramente attribuibile a Mario Cappello (tanto per i versi quanto per la musica) mentre Attilio Margutti collaborò soltanto alla stesura musicale.
L'anno di nascita del brano fu il 1925. La prima interpretazione del brano fu quella del soprano Luisa Rondolotti, che lo cantò al Teatro Orfeo, una sala genovese che oggi non esiste più.
Erano gli anni in cui nasceva la canzone dialettale genovese derivazione degli antichi trallallero, e che sarebbe poi sfociata in un certo senso nella scuola dei cantautori genovesi passando prima attraverso lo swing dell'immediato dopoguerra di Natalino Otto e il gruppo degli urlatori anni sessanta di cui faceva parte il cantante con il saltino: Joe Sentieri.
[modifica] Curiosità
In tempi recenti è stato eseguito da diversi cantanti, fra cui - in una memorabile versione - la cantante Mina.
[modifica] Collegamenti esterni
- Ma se ghe penso recitata da Gilberto Govi
- Testo della canzone con traduzione italiana
- Mario Cappello e la canzone genovese