Monastero di Santa Maria delle Cacce in Pavia
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L'abbazia di Santa Maria foris Portam, detta dal XIV secolo Santa Maria delle Cacce, fu fondata nell'VIII secolo da un re longobardo, Rachis o Desiderio, ed era abitata da monache benedettine. Si trovava appena fuori dalla più antica cinta della città, presso la porta all'estremità orientale del decumano massimo (da cui la qualifica foris portam), forse presso un parco reale destinato alla caccia, da cui il nome con cui fu comunemente nota. La zona fu inclusa all'interno della città con l'ampliamento della cinta nel X secolo. Nello stesso periodo iniziò la grandezza del monastero, ad opera soprattutto dell'imperatrice Teofano, che ne fece ampliare e ricostruire gli edifici e concesse privilegi e terre. Queste si concentravano soprattutto nell'Oltrepò Pavese, a Montalto Pavese, Oliva Gessi e Casteggio; in particolare il possesso di Mairano presso Casteggio durò fino alla soppressione del monastero. In queste zone il monastero ebbe anche il giuspatronato su molte chiese.
Nel XVIII secolo il monastero, che rimase sempre nell'ordine benedettino, contava circa cinquanta monache, ed era uno dei principali della città. Nel 1799, come quasi tutti i monasteri pavesi, fu soppresso e i suoi beni incamerati.
L'edificio del monastero e la chiesa esistono ancora: si trovano in Via Scopoli, in posizione aperta ed elevata. Il chiostro cinquecentesco, arioso e armonico, è utilizzato come edificio scolastico. La chiesa della fine del XVII secolo, è un grazioso edificio barocco, che conserva una finestrella e una colonnina forse del primitivo edificio longobardo.
