Narsete
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Narsete (nato nel 478; morto a Roma nel 574), generale bizantino.
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[modifica] I primi tempi
Eunuco di origine armena, nacque nel tardo V secolo in territorio Persiano, ma fu cresciuto alla corte di Costantinopoli, dove fu istruito come servitore al palazzo imperiale. Acquisì grande influenza alla corte di Giustiniano I grazie al favore di Teodora. In breve tempo scalò la gerarchia dei servitori della camera da letto Imperiale, raggiungendo la posizione di tesoriere e primo ufficiale nel 531. Per le sue capacità diplomatiche gli fu dato il compito di corrompere i soldati Persiani con denaro, in modo da indurli a disertare ed unirsi ai Bizantini. Nel 531 divenne uno spartiatos.
[modifica] La rivolta di Nika
Il 18 gennaio del 532 la corruzione da lui operata fu cruciale per insidiare il disaccordo tra i rivoluzionari a Costantinopoli; la rivolta di Nika stava per rovesciare l'Imperatore Giustiniano I di Bisanzio, e questa impresa lo rese un eroe agli occhi della corte e dell'Imperatore. Egli, insieme a Belisario, fu riconosciuto come salvatore dell' Imperatore e dell'Imperatrice.
[modifica] Guerra per la chiesa d'Egitto
Nel 535 intraprese un'altra delicata missione, questa volta per Teodora. Lo scopo era giungere ad Alessandria d'Egitto per rimettere a capo della cristianità Egizia il vescovo Teodosio ed esiliare i suoi nemici; per oltre un anno Narsete rimase ad Alessandria conducendo una guerra civile contro gli oppositori di Teodosio.
[modifica] La prima campagna in Italia
Nel 538, a sessant'anni, Narsete si imbarcò in quella che sarebbe stata una carriera militare incoronata dal successo, fornendo i rifornimenti a Belisario in Italia. Narsete criticò la condotta di Belisario, e la loro rivalità portò alla caduta di Milano. Narsete fu richiamato a Costantinopoli, per essere seguito dal contingente alleato degli Eruli, che rifiutavano di rimanere senza di lui.
[modifica] Intrighi a Costantinopoli
Nel 542 a Narsete furono di nuovo assegnati affari importanti: cercare di ottenere informazioni su un complotto che coinvolgeva il primo ministro delle finanze di Giustiniano I di Bisanzio ed in seguito sedare i moti di protesta a Costantinopoli.
[modifica] La seconda campagna in Italia
Nel 545 i suoi contatti con gli Eruli furono sfruttati per convincere i loro capi a spostare gli eserciti in Italia.
La grande possibilità di Narsete venne nel 551, dopo che Belisario non era riuscito a stabilizzare la posizione militare in Italia; la prima scelta di Giustiniano I di Bisanzio per condurre la campagna sarebbe stato suo nipote Germano, ma costui era morto poco prima. Al suo posto Narsete fu nominato generalissimo in Italia, posto che quest'ultimo accettò a condizione che venisse dotato degli uomini e del denaro necessario per concludere la guerra. Il raduno delle truppe e gli altri preparativi impegnarono Narsete nei Balcani; egli non arrivò a Ravenna prima del giugno del 552, dopo aver risospinto i contingenti dei Goti, bloccando gli attacchi principali. Più tardi quel mese Narsete marciò contro il capo dei goti Totila, e lo schiacciò in battaglia. Totila fu definitivamente sconfitto nella battaglia di Tagina (Gualdo Tadino, Umbria). A luglio Narsete riconquistò rapidamente Roma, ed affrontò i goti vicino Napoli. L'intelligente pianificazione gli assicurò nuovamente la vittoria, sebbene i contemporanei attribuirono quel risultato alla devozione di Narsete nella Vergine Maria, che sarebbe intervenuta. Sconfisse Teia in Campania nel (552-553) e spazzò via la dominazione degli Ostrogoti sull' Italia.
[modifica] L'Esarca Narsete
Per il decennio successivo Narsete fu occupato a ridurre la pressione gotica sull'Italia centrale e settentrionale ed a respingere l'invasione dei franchi. Gli fu affidato inoltre da Giustiniano I di Bisanzio il compito di far ritornare l'Italia una terra prospera, come pure assicurare l'aderenza alle dottrine religiose preferite all'Imperatore. Entro il 559 aveva ricevuto il titolo di patrizio, la più alta carica nobiliare nell'Impero Bizantino; nel 565 era diventato anche console onorario, una dimostrazione della sua posizione nella gerarchia bizantina tradizionale. Fu incaricato del governo e del riordinamento dell'amministrazione dell'Italia, che esercitò con durezza. La morte di Giustiniano I di Bisanzio nel 565 complicò l'ultimo decennio di Narsete come pure le sue relazioni con Giustino II di Bisanzio che erano naturalmente meno strette. La migrazione dei Longobardi nella valle del Po del 568 pose nuove sfide militari; fu però destituito da Giustino II di Bisanzio e sostituito da Longino (568). Ritornò a Costantinopoli nel 574, all'età di novantacinque anni.
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