Navata
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La navata è lo spazio di un edificio di grandi dimensioni, suddiviso da una fila di colonne o di pilastri. Le navate furono adottate nell'architettura greca e romana per dividere edifici coperti ad uso pubblico, quali portici (o stoai) e basiliche civili.
Con l'ascesa del cristianesimo e l'abbandono del paganesimo ad opera dell'imperatore romano Teodosio I, i luogi di culto già esistenti, ovvero i templi romani e greci, entro i quali solamente il sacerdote officiante i riti religiosi poteva accedere(il popolo infatti rimaneva all'esterno di essi), vista la grande ed immediata necessità di nuovi edifici in cui svolgere i riti cristiani, vennero riutilizzati. Il colonnato esterno venne tamponato, mentre il nàos (ossia il volume parallelepipedo interno contentente la statua della divinità pagana a cui era dedicato il tempio) venne forato ai lati, andandovi a ricavare dei passaggi che mettevano in collegamento i nuovi ambienti creatisi. In questo modo si venivano ad avere gli spazi per i fedeli cristiano che seguivano i riti del sacerdote. Il tempio, dapprima contenente un unico ambiente chiuso, quello del nàos, circondato da colonnati, ora veniva ad avere tre nuovi ambienti: la navata centrale, costituita dal nàos a cui sono state applicate le aperture, e le navate laterali, costituite dai colonnati tamponati. Da qui nacquero i primi edifici religiosi cristiani, le basiliche. Sopra le navate laterali, vengono spesso collocati i matronei cioè la parte della chiesa riservata alle donne.