Discussione:Novalis
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Una lunga parte con la biografia era copiata da http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=139&biografia=Novalis, l'ho rimossa. Sul sito è esplicitamente vietata la riproduzione.
- Sbisolo 20:01, Mag 5, 2004 (UTC)
Il testo seguente è copiato da http://www.girodivite.it/antenati/xixsec/_novalis.htm, quindi open source ma deve essere citata la fonte. Visto il resto momentaneamente lo deposito qui e verifico il resto dell'articolo Sbisolo 21:26, Mag 5, 2004 (UTC)
Le opere di Novalis furono pubblicate solo in parte, durante la sua vita, in «Athenäum» e negli almanacchi dei romanticisti. Esse per la prima volta furono raccolte e pubblicate postume dai suoi amici Friedrich Schlegel e Tieck, nel 1802. Dopo gli esordi poetici influenzati da Schiller, Novalis acquistò una sua individualità che ne fanno il massimo lirico e narratore del primo romanticismo tedesco. Novalis esprime la sua struggente intensa nostalgia di morte negli “Inni alla notte “ (Hymnen an die Nacht). Essi furono scritti nel 1797 (pubblicati nel 1800), e celebrano in prosa ritmica l'amata perduta con idealizzata sensualità. All'arduo e acceso intellettualismo degli "Inni alla notte" fa riscontro nei “Canti spirituali” (Geistliche Lieder, 1799), e soprattutto nei "Canti a Maria" (Marienlieder) un certo tono popolare, in cui Novalis esprime uno spirito di devozione volutamente elementare. Nello scritto filosofico-religioso “Cristianità o Europa” (“Christenheit oder Europa, 1799) auspica una comunanza di fede dell'occidente, nello spirito del medioevo. Esso divenne un testo programmatico dei romanticisti.
La sua visione universalistica che include romanticisticamente letteratura e politica, si era già espressa nei frammenti Pòlline (Blütenstaub, 1798). Si tratta di pensieri sulla religione, la poesia, la filosofia, la scienza, la musica, la lingua ecc. Essi rivelano la tendenza di Novalis a una concezione mistico-romantica intrisa di sogno e di redenzione. Gli stessi elementi, approfonditi in senso lirico-allegorico, nel romanzo incompiuto I discepoli di Sais (Die Lehrlinge zu Sais, 1798-1799), con la delicata fiaba di Giacinto e Fior di Rosa. L'allegoria del concetto di verità è qui simbolo di una visione magica della natura: è visibile l'influsso del mistico Jakob Böhme, che Novalis aveva conosciuto tramite Tieck. L'opera più significativa di Novalis è il romanzo incompiuto Heinrich von Ofterdingen, scritto nel 1798-1801 e pubblicato da Tieck nel 1802. Il titolo riprende il nome di un minnesäanger. Si tratta di una biografia esemplare, un romanzo-fiaba, che riflette le vicende dell'autore e la sua concezione del poeta romanticista. Novalis lo concepì in polemica con il «prosaico» "Wilhelm Meister" di Goethe. Esalta l'unità magica del visibile e dell'invisibile attraverso la poesia, evocata nel simbolo del «fiore azzurro». Il romanzo fu definito da *L. Mittner come "l'opera più squisita del romanticismo tedesco". Oggi noi leggiamo questo romanzo soprattutto per le caratteristiche filosofiche e storiche legate ad un aspetto del romanticismo. “
Questo invece è copiato da http://utenti.lycos.it/southpunk/novalis.html, non trovo indicazioni sul copyright Sbisolo 21:31, Mag 5, 2004 (UTC)
[modifica] IDEALISMO MAGICO
il pensiero di Novalis, quale si esprime soprattutto nei Frammenti, ha il suo fulcro di novità nel cosiddetto "Idealismo magico" (Fichte, oppone al Realismo l'Idealismo gnoseologico-metafisico). Il realista fa dell'oggetto il prius e da esso cerca di derivare il soggetto; l'idealista, invece fa dell'Io e del soggetto il prius e cerca di derivare da esso l'oggetto. Analogamente, per Novalis, che accolse Fichte, trasformandolo secondo le sue esigenze, il Realismo magico era l'antico naturalismo occultistico, ossia quello che vedeva la magia prevalentemente nell'oggetto; l'Idealismo magico è, invece, la nuova concezione che vede nell'inconscia attività produttrice dell'Io che genere il non-io la vera magia. La nuova concezione idealistica della realtà è dunque la vera concezione magica, perché mostra come tutto derivi dallo spirito e quindi come lo spirito domini su tutto e sia potere sovrano assoluto. "Io = non-io: tesi suprema di ogni scienza": ecco il principio che sta alla base dell'"Idealismo magico".
Si comprende, pertanto, la massima che compendia il significato del romanzo I discepoli di Sais: "Arrise ad uno di sollevare il velo della dea di Sais. E bene, che vide? Vide - meraviglia delle meraviglie - se stesso".
Nella natura e nella Divinità, così nell'Io, c'è l'identica forza, l'identico spirito.
La filosofia è magia; ma ancor più lo è l'arte. La poesia coglie veramente l'assoluto: "La poesia è il reale veramente assoluto. Questo è il nocciolo della mia filosofia".
Su questo concetto è costituito il romanzo (incompiuto) Enrico di Ofterdingen in cui sogno e realtà si mescolano, così come la prosa e la poesia. Si tratta di un "romanzo di formazione" o "pedagogico", in cui il portagonista si forma attraverso varie esperienze e incontri, e in cui il sostrato magico del reale, la fiaba, il sogno e la poesia risultano essere la verità.
Già dalla prima pagina appare in sogno al protagonista il "fiore azzurro", che gli sfugge proprio quando sembra essergli più vicino, che è simbolo di quel "non so che" sempre agognato e sognato e mai raggiunto: il "fiore azzurro" è la raffigurazione visiva della romantica Sehnsucht (struggimento), che in questo romanzo raggiunge espressioni paradigmatiche.
Novalis passò, però, dall'Idealismo magico ad una visione ispirata al Cristianesimo e diede inizio ad una rivalutazione radicale del Medioevo cattolico (nel saggio La Cristianità o L'Europa) in cui vedeva realizzata quella felice unità distrutta di Lutero, considerato in un certo senso precursore dell'aborrito, aridissimo e sterile intellettualismo illuministico. "Erano belli, splendidi tempi quelli in cui l'Europa era una terra cristiana", così inizia il saggio, che colse di sorpresa gli stessi Schlegel e che era destinato a dare un grande impulso alla rivalutazione romantica del Medioevo.
Al cristianesimo egli piegò quindi lo stesso messaggio greco, che pure riteneva altissimo messaggio di serenità e di armonia. Quell'armonia, però secondo Novalis, senza il messaggio cristiano, che solo sa spiegare il senso della morte, non basterebbe. In uno degli Inni alla Notte egli fa quindi venire dall'Ellade un cantore (che simboleggia lui stesso) a venerare il Cristo venuto al mondo: "Da una costa lontana nato sotto il sereno cielo dell'Ellade, venne un cantore in Palestina e offerse tutto il suo cuore al fanciullo miracoloso", a quel fanciullo che dava nuovo senso alla morte palesandoci la "vita eterna".
La "notte" degli Inni è un importante simbolo: è l'antitesi di quella gretta "luce" dell'intelletto illuministico, che illumina parvenze, mentre la Notte è l'Assoluto. (Si tratta di una ripresa della celebre metafora della "notte" cara ai mistici). E in questi Inni la croce di Cristo si erge trionfalmente, simbolo di vittoria sulla morte: "Incombustibile sta la croce di Cristo si erge trionfalmente, della nostra stirpe": simbolo trionfale, perché sola sa dare il giusto aiuto nel dolore e nell'angoscia, e perché sola, come già si è detto, sa spiegare il senso della morte.
[modifica] Hymne an die Nacht
Non sono proprio convinto che la poesia debba proprio stare nell'articolo su Novalis. Dovrebbe piuttosto stare su Wikisource o Wikibook o al massimo, visto che è importante nella produzione di Novalis, in un articolo separato con dei commenti. Chopinhauer (四方山話) 13:50, Ott 12, 2004 (UTC)
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- D'accordo con Chopin: l'articolo è veramente pesante e portare parte del materiale in Novalis (opere) potrebbe non essere una brutta idea. Da approfondire, il discorso sul materiale da inserire invece eventualmente in wikibook o wikisource (non ho ancora guardato se sono testi integrali o solo citazioni, nel quale caso si può tener conto anche di wikiquote). Twice25 / "Segnali di fumo" 16:14, Ott 12, 2004 (UTC)
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- Ho spostato il testo degli Inni a Novalis/Inni per rendere l'articolo più maneggevole in vista di wikificazione. Poi bisogna decidere che se ne fa di tutto quel testo. Cat 13:14, nov 1, 2005 (CET)
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[modifica] Inni alla Notte (Novalis)
Per migliorare l'articolo propongo di creare la pagina Inni alla Notte (Novalis). In questa pagina si possono spostare alcuni contenuti di Novalis e anche del materiale da Novalis/Inni (previa wikificazione). Il resto di Novalis/Inni si potrebbe spostare su Wikisource o (usando il decespugliatore) su Wikiquote. Così la pagina su Novalis viene allegerita e non è più dominata dai temi degli Inni, ma dà spazio alla discussione delle altre opere o meglio ancora delle caratteristiche generali della sua poetica. Anche per le altre opere si potrebbero creare pagina apposite. Per gli Inni, vista la quantità di materiale, mi sembra la soluzione migliore. Cat 11:22, nov 2, 2005 (CET)
- Fatto. L'analisi contenuta nel materiale spostato a Novalis/Inni e parte del testo della sezione sugli Inni di Novalis sono stati spostati a Inni alla Notte (Novalis). L'articolo su Novalis ed il nuovo articolo sugli Inni alla Notte sono sempre e comunque da controllare, wikificare, etc. Per il testo ancora contenuto a Novalis/Inni, non saprei cosa farne. Non so se sia adatto a spostare in wikiquote o source. Probablimente verrà cancellato, vista la votazione in corso. Cat 12:23, nov 3, 2005 (CET)