Obriachi
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Gli Obriachi o Ubriachi erano una famiglia ghibellina di Firenze.
La prima menzione risale al 1173, ed erano un'importante famiglia ghibellina di Oltrarno. Essi ottennero un rapida fortuna con l'attività di banchieri, sopratutto trafficando con la Sicilia, per un periodo del XIII secolo ebbero un certo monopolio del mercato dell'isola grazie ai loro appoggi anti-angioini in seguito ai Vespri siciliani del 1282.
Dante li citò nell'Inferno tra gli usurai (XVII, 61-63), accanto ad altre blasonate famiglie fiorentine e padovane. Essi sono indicati da un anonimo dannato che porta al collo una borsa con lo stemma di famiglia la collo, un'oca bianca in campo rosso. Tra i banchieri fiorentini essi non erano certo i più strozzini da meritarsi la menzione (anche se per Dante qualsiasi banchiere era "usuraio" secondo il concetto medievale dei denari cavati dal denaro che erano contro natura), ma forse il poeta, dopo i rapaci Gianfigliazzi aveva bisogno di un'altra famiglia con uno stemma animalesco per sottolineare l'atnmosfera grottesca del girone infernale.
Dopo la Battaglia di Benevento, che vide la definitiva sconfitta dei ghibellini fiorentini, essi emigrarono a Bologna e in Veneto. Tra gli usurai ricordati ci sono un Locco Obriachi, che operava in Sicilia e un certo Ciapo che a Bologna prestava soldi agli studenti.
A Venezia in particolare, forti di una tradizione artigiana di massimo pregio acquisita da alcuni membri della famiglia, essi misero su la famosa Bottega degli Embriachi (venendo ribattezzati secondo il dialetto locale), uno dei più importanti laboratori di lavorazione del legno, dell'avorio e di materiali affini a livello europeo, che raggiunse dei vertici ineguagliati.
La famiglia si estinse nel 1436.
[modifica] Voci correlate
- Torre degli Ubriachi
- Bottega degli Embriachi