Ratramno di Corbie
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Ratramno di Corbie ( ? - ~868) è stato un monaco di Corbie, coinvolto in alcune dispute teologiche tra le più celebri dell’età di Carlo il Calvo, in particolare la polemica sulla transustanziazione durante l'Eucarestia.
Con il suo De corpore et sanguine Domini partecipò alla discussione sulla presenza, simbolica o reale, di Cristo nell’ostia consacrata. Ratramno, difensore della visione simbolica, sostenne che il senso del sacramento eucaristico risiedeva proprio nella capacità del credente di oltrepassare il simbolo esteriore, con uno sforzo di fede utile a giungere al senso profondo e, dunque, nascosto del mistero.
Coinvolto anche nella discussione a distanza con Pascasio Radberto sulla nascita verginale di Cristo, Ratramno nel suo De nativitate Christi affermò la necessità che il parto fosse avvenuto secondo le regole naturali: solo così, infatti, esso sarebbe apparso realmente miracoloso. Il teologo dedicò, infine, una parte della sua produzione al dibattito sulla predestinazione, nel quale prese le difese del monaco Godecalco d’Orbais con un De praedestinatione Dei ad regem Carolum Calvum, e temi di psicologia, con due trattati, uno sulla localizzazione dell’anima (De anima), l’altro sul rapporto tra le anime individuali e l’anima universale (Liber de anima ad Odonem Bellovacensem); in quest’ultima opera, in particolare, Ratramno dimostra non solo le sue competenze teologico-patristiche, ma anche un’ottima padronanza degli strumenti e dei testi classici della dialettica altomedievale, dal Categoriae decem ai commenti ad Aristotele di Boezio.