Roberto Ruffilli
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Il senatore Roberto Ruffilli (Forlì 18 febbraio 1937 - 16 aprile 1988) fu uno studioso di politica italiano.
Ruffilli è stato uno studioso severo, intelligente, impegnato. Ha sentito profondamente il dovere di partecipare attivamente alla vita politica e pubblica, considerandola come luogo e strumento per migliorare la società e la vita di tutti, specialmente dei meno fortunati; ha testimoniato con serenità, coerenza e generosità le sue convinzioni politiche, morali, religiose.
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[modifica] Lo studioso
Nel 1956, a Forlì, conseguì la maturità classica al Liceo Classico Giovanni Battista Morgagni, ottenendo anche un elogio dal Ministero della Pubblica Istruzione.
Partecipò, poi, con successo, al concorso per i dieci posti gratuiti banditi dal Collegio Augustinianum della Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove scelse di frequentare la Facoltà di Scienze Politiche: laureato nel 1960 a pieni voti. Gli studi proseguirono presso l'Istituto per la Scienza dell'Amministrazione Pubblica (Isap), sempre a Milano, dove poté sviluppare le esperienze di studio maturate negli anni precedenti e svolgere il suo tirocinio di ricercatore in un ambiente stimolante e innovativo.
Nel 1968, in un periodo fortemente tormentato e difficile della vita universitaria, Ruffilli tornò come direttore al Collegio Augustinianum. Lasciò l'incarico nel 1970 per volgersi più intensamente agli studi dell'evoluzione dello Stato nell'Europa moderna e nel mondo contemporaneo; sulla trasformazione dei regimi democratici nel XX secolo, con particolare riguardo ai processi di mutamento e di riforma istituzionale degli ordinamenti amministrativi e politici dell'Italia pre-unitaria e unita; sul processo di formazione della Carta Costituzionale italiana; sulle riforme istituzionali.
Gli studi di Ruffilli non sono solo accademici, ma individuano tecniche e metodi ben definiti. Nella sua visione politica ai partiti, dei quali ha sempre fortemente sottolineato la funzione insostituibile per la vita democratica, deve essere chiesto di prescegliere, in sede di competizione elettorale, la coalizione di Governo che andranno a formare, così da pervenire ad un sistema nel quale blocchi ideali e politici si alternino al Governo del paese. In questo modo, il cittadino è il vero arbitro nello scegliere e nel cambiare la maggioranza di Governo, e non affida ai soli partiti una delega in bianco, che rischiera di svuotare di contenuti il mandato elettorale conferito.
Tra i suoi testi più importanti vanno ricordati "Materiali per la riforma elettorale" ed "Il Cittadino come arbitro".
[modifica] Il politico
Negli anni '80 la vita di studioso di Ruffilli si intrecciò con l'impegno diretto nella vita politica.
Dapprima entrò a far parte del "gruppo di lavoro" del Segretario della Democrazia Cristiana, Ciriaco De Mita (come suo consigliere per le riforme istituzionali).
Nel 1983 accettò di candidarsi al Senato della Repubblica, dove venne eletto nelle file della DC.
Anche a Roma Ruffilli mantenne il suo stile semplice e sereno, di intellettuale discreto, di persona mite e attenta ai problemi e alle posizioni di tutti.
L'attività politica di Ruffilli fu un coerente sviluppo di quella di studioso: essa lo condussee ad assumere un ruolo di primo piano nell'analisi del sistema politico italiano, oltre che nello studio e nell'elaborazione del progetto di riforma istituzionale ed elettorale, del quale si occupa come dirigente del Dipartimento "Stato e Istituzioni" del suo partito.
[modifica] L'omicidio
Le Brigate Rosse, il 16 aprile 1988 (a dieci anni dall'assassinio di Aldo Moro, e proprio pochi giorni dopo la nascita del nuovo governo presieduto da De Mita, che Ruffilli aveva contribuito a creare), assassinarono Roberto Ruffilli. Appena rientrato nella sua casa forlivese da un convegno in città, due finti postini suonarono alla porta della sua abitazione con la scusa di recapitargli un pacco postale; entrati nell'abitazione, lo condussero nel soggiorno, dove lo fecero inginocchiare accanto al divano per poi ucciderlo con tre colpi di pistola alla nuca.
Dopo una telefonata al quotidiano La Repubblica, nel giorno stesso dell'assassinio, alle 10.40 del 21 aprile fu ritrovato, in un bar di via Torre Argentina a Roma, un volantino rivendicante l' uccisione, che esordiva così:
«Sabato 16 aprile un nucleo armato della nostra organizzazione ha giustiziato Roberto Ruffilli, [...] uno dei migliori quadri politici della DC, l'uomo chiave del rinnovamento, vero e proprio cervello politico del progetto demitiano, teso ad aprire una nuova fase costituente, perno centrale del progetto di riformulazione delle regole del gioco, all'interno della complessiva rifunzionalizzazione dei poteri e degli apparati dello Stato»
Firmato: "Brigate Rosse per la costituzione del Partito Comunista Combattente".
[modifica] La memoria
Per ricordare Roberto Ruffilli gli sono dedicati:
- la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Bologna, sede di Forlì;
- una Fondazione che promuove iniziative di studio, ricerca e formazione sui temi della vita pubblica;
- un Riconoscimento della Camera di Commercio di Forlì-Cesena, ai ragazzi maturati con 100/100.