Sabato fascista
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Dal giugno del 1935 Mussolini istituì il "sabato fascista" (riprendendo la gia lunga tradizione del sabato inglese) che interrompeva la giornata lavorativa del sabato alle ore tredici perché il pomeriggio venisse dedicato alla ginnastica, per mantenersi in forma e per dare sfoggio della propria abilità.
I ragazzi fanno volteggi, maneggiano il moschetto, si lanciano attraverso cerchi di fuoco. Le ragazze, in camicetta bianca e gonna nera, fanno roteare cerchi, clave, bandiere e si esibiscono nella corsa e nel salto. Le attività sportive vengono regolate nel 1928 all'interno del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI).
Nel piano di inquadramento del tempo libero rientrano anche il Dopolavoro nazionale e le numerose agevolazioni per viaggi e svaghi collettivi.
Si tratta di una delle prime forme di riduzione dell'orario di lavoro, tipico della dottrina socialista cui il primo fascismo si ispirava. Fu però uno specchietto per le allodole per i lavoratori dipendenti: infatti col fascismo la giornata lavorativa si allungò nuovamente di due ore (ufficialmente 8 erano le normali ore lavorative e 2 a discrezionalità del datore di lavoro, il quale quasi sempre le esigeva).