Serafino di Sarov
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"Acquisisci uno spirito pacifico e migliaia intorno a te si salveranno" (San Serafino)
Serafino di Sarov (Russo: Серафим Саровский) (1759 - 1833), al secolo Prokhor Moshnin (Прохор Мошнин), è considerato dalle Chiese ortodosse orientali uno dei monaci e mistici più importanti.
Starec vissuto nel XIX secolo, è ricordato per aver esteso gli insegnamenti monastici di contemplazione e di disprezzo del proprio corpo ai laici, indicando lo scopo della vita cristiana nell'acquisizione in sé dello Spirito Santo.
Serafino fu canonizzato dalla Chiesa ortodossa russa nel 1903 ed è ricordato il 1 agosto e il 15 gennaio, date della sua nascita e della sua morte.
Il suo "figlio spirituale", Nicholas Motovilov, scrisse la Vita del santo.
[modifica] Biografia
Serafino trascorse la sua infanzia nella casa paterna, a Kursk, accudito dai genitori Isidoro e Agathia Moshnin. Nonostante il padre svolgesse la mansione di mercante Serafino mostrò in giovinezza scarso interesse per gli affari, preferendo trascorrere il suo tempo nella preghiera e nella contemplazione ascetica. La sua famiglia era profondamente religiosa, tanto che il padre finanziò la costruzione di una cattedrale a Krusk, opera che tuttavia non riuscì a vedere compiuta poiché morì poco dopo averla commissionata. Leggenda vuole che Serafino, caduto a sette anni da un'impalcatura della cattedrale, fu salvato grazie all'intercessione della Madonna e che pochi anni più tardi, ammalatosi gravemente, fu guarito da un'icona raffigurante la Vergine Maria, e da allora fu dotato della capacità di vedere gli angeli.
Nel 1777, all'età di 19 anni, entrò nel monastero di Sarov come novizio. Nel 1786 prese ufficialmente i voti monastici e cambiò il suo nome in Serafino, che nel linguaggio ebraico significa "focoso", "ardente". Poco dopo ricevette anche gli ordini sacerdotali di ierodiacono e ieromonaco, diventando nel 1793, il referente spirituale del convento femminile di Diveyevo. Non molto tempo più tardi decise di ritirarsi a vita contemplativa in una capanna di legno all'interno del bosco di Sarov, vivendo come eremita per 15 anni. Durante questo periodo i suoi piedi diventarono tanto gonfi da farlo camminare con fatica. Si racconta che, visto l'amore che prodigava verso gli animali che viveno nel bosco, questi non avessero alcun timore nell'avvicinarsi a lui. Leggenda vuole che un orso si fosse affezionato particolarmente al santo tanto da obbedire ad ogni ordine che quest'ultimo gli impartiva.
Un giorno. mentre tagliava legna, fu attaccato da una banda di briganti che lo picchiò senza pietà fino a quando lo credettero morto. Serafino, secondo la sua agiografia, non tentò in alcun modo di resistere e fu più volte colpito con il manico della propria ascia. I ladri cercavano soldi ma tutto quello che trovarono indosso al santo fu un'icona della Vergine. Nonostante questo avvenivemento lo avrebbe reso gobbo per il resto della vita, costringendolo ad una degenza di alcuni mesi all'interno delle mura monasteriali, Serafino chiese al giudice che in seguito li giudicò di perdonare il loro comportamento e di lasciarli liberi.
Nel 1807 morì il suo maestro spirituale, l'abate Isaia, e i monaci chiesero a Serafino di prendere il suo posto nella gestione del monastero ottenendo tuttavia un rifiuto da parte del santo. Il lutto per la perdita, Serafino passò tre anni senza parlare con nessuno, passando inoltre un gran numero di notti senza dormire, in preghiera con le braccia alzate verso il cielo. Diventato ormai vecchio e incapace di recarsi settimanalmente in chiesa per la funzione domenicale, nel 1810 decise di interrompere il proprio voto di silenzio e di tornare nel monastero di Sarov, rinchiudendosi in una piccola cella da cui non si allontanava mai neppure per i pasti e per la Comunione, che erano a lui portati dagli altri monaci.
Nel 1815 iniziò a permettere ai fedeli di raggiungerlo nel luogo ove viveva per farsi confessare. Da allora Serafino diventò estremamente popolare e la credenza popolare gli attribuiva i poteri di guaritore e di chiaroveggente. Ogni giorno lo visitavano centinaia di pellegrini e il santo li ascoltava tutti, prostrandosi e baciando ognuno di loro, e dando consigli per il futuro.
Morì in preghiera, inginocchiato davanti ad un'icona della Vergine, all'età di 73 anni.