Sindacalismo rivoluzionario
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Sotto la definizione di sindacalismo rivoluzionario vengono compresi diversi movimenti ed esperienze politiche, sviluppatisi in Francia, Spagna ed Italia dalla fine dell'Ottocento fino agli anni trenta.
I principali ideologi furono il francese Georges Sorel e gli italiani Arturo Labriola e Enrico Leone le cui opere rappresentano una poco conosciuta alternativa al pensiero marxiano e poi comunista. Leone fu il teorico più organico. Labriola, invece, fu senz'altro il più estroverso e originale. Egli era piuttosto critico sia verso il pensiero marxiano, di cui rilevava i limiti, sia verso il pensiero liberale, che considerava sostanzialmente riprovevole per l'ipocrisia di fondo. L'idea di popolo e di comunità coesa superava, dunque, lo schema marxiano delle classi sociali e dell'antagonismo, dato che l'imprenditoria industriale contribuiva operosamente alla produzione, anche accumulando capitali per l'innovazione, ed era danneggiata anch'essa dalle speculazioni di cartello e dallo sfruttamento della manodopera da parte delle nascenti entità finanziarie. Rispetto a quella che sarebbe diventata negli anni trenta l'ortodossia socialista, Arturo Labriola poneva al centro del problema capitalistico i meccanismi della formazione del Grande Capitale e la speculazione finanziaria, le concentrazioni industriali e geopolitiche, l'abbassamento drastico delle tutele e la disgregazione dei gruppi etnici.
Per quanto riguarda l'Italia possiamo partire da quei gruppi particolarmente attivi soprattutto in Sicilia postgaribaldina, con sommosse ed azioni sovversive tra il 1894 ed il 1895, da cui il termine Fasci siciliani e Fascio . Ma il sindacalismo rivoluzionario, in senso stretto, nasce in seno al partito socialista come corrente di sinistra, avente i suoi prodromi nel socialismo partenopeo e il suo battesimo di fuoco nel primo sciopero nazionale del settembre 1904. I suoi leaders sono allora Arturo Labriola e l'economista Enrico Leone. Le due riviste teoriche più in vista sono : Il Divenire sociale e Pagine libere. Nel congresso di corrente del 1907 tenutosi a Ferrara, il sindacalismo rivoluzionario si scinde dal partito socialista e avvia un lavoro sindacale, dapprima nelle campagne emiliane, poi nei centri industriali del Nord, nelle miniere della Toscana e nelle Puglie. I suoi organizzatori più attivi sono Alceste De Ambris, Filippo Corridoni, Ottavio Dinale, Michele Bianchi. Nel 1912 nasce l'Unione Sindacale Italiana (USI) che farà concorrenza alla CGdL.
La crisi interventista, nel 1914, estese l'idea di Fascio e di unità popolare in chiave nazionalista da parte di Alceste De Ambris con un celebre discorso all'Unione Sindacale Milanese, cui fece seguito la ripubblicazione delle "Pagine Libere" da parte di Angelo Oliviero Olivetti. Questa componente, presente soprattutto a Milano e a Parma, venne espulsa dall'USI, diretta dall'anarchico Armando Borghi, che restò su posizioni internazionaliste. Con i possenti moti del dopoguerra che fecero sorgere la forte concorrenza dei socialisti massimalisti indi dei comunisti, confluenti sindacalmente nella CGdL, al sindacalismo rivoluzionario restò sempre meno spazio, decretando "de facto" il declino del Sindacalismo Rivoluzionario in Italia.
Il Sindacalismo rivoluzionario prese altra piega in Francia, dove fu sindacalmente maggioritario, essendo alla testa della Confédération générale du travail (CGT) a partire dal 1906, anno in cui fu votata la celebre Charte d'Amiens. Ma sin dal 1908, con l'arrivo alla direzione di Louis Neil e soprattutto di Léon Jouhaux, prese una piega più moderata che farà contrasto con la linea radicale delle componenti sindacaliste rivoluzionarie europee rimaste minoritarie nell'ambito delle rispettive realtà sindacali nazionali.
Fu soprattutto con la Repubblica Spagnola di Francisco Caballero, negli Anni '30, che il progetto raggiunse una vera maturità politica, pervenendo ad un Parlamento introdotto in Spagna composto non solo da politici "di professione", ma anche da rappresentanti sindacali, corporativi e di lobby.
L'esperienza fu cancellata durante la Guerra civile spagnola, a seguito del pronunciamiento fascista, appoggiato dai Borboni di Spagna, del Generale Francisco Franco (detto El Caudillo, le cui forze erano prevalentemente composte da ammutinati maghrebini e fascisti italiani (circa 100.000), cui si erano aggregate le Falangi, formazioni irregolari di ispirazione cattolica, e con il supporto aereo e logistico della Germania nazista di Hitler . Il blocco navale dei rifornimenti fu attuato dai sommergibili italiani, che condussero una feroce guerra corsara contro il naviglio civile e mercantile inglese, premessa poi per l'embargo internazionale contro l'Italia, all'atto dell'aggressione all'Etiopia.
A partire dall'esperienza sindacalista rivoluzionaria, che ebbe un certo peso fra l'altro in altri paesi, come gli Stati Uniti o l'Argentina, si possono introdurre alcune divagazioni.
Tra i combattenti repubblicani famosi, chiaramente di diverse provenienze politiche, è annoverato Ernest Hemingway, autore di "Per chi suona la campana?" ed è famosissima la fotografia del "Miliziano ucciso" di Robert Capa, che viene considerata, dalla critica, la prima fotografia "d'arte" della storia. Il quadro di Pablo Picasso, Guernica, è dedicato all'omonima città rasa al suolo dai bombardieri tedeschi, di supporto ai franchisti.
L'ipotesi sindacal-rivoluzionaria prevede il rivolgimento in chiave etica degli attuali rapporti sociali "a partire dal" blocco di tutte le attività produttive. Dallo sciopero generale, secondo Labriola ed i suoi, si avvia un processo civile, non violento, di ripensamento e ristrutturazione delle relazioni e degli scambi. Il riferimento è preciso e trova luogo nelle "ritirate" dei plebei e dei liberi romani sul Monte Sacro, al di là dell'Aniene, in attesa di migliori convincimenti da parte dei patrizi, tra le quali la più famosa fu quella che vide Menenio Agrippa come mediatore. La storia delle piramidi egizie o quella delle filande di Lione sono caratterizzate da scioperi generali, risoltisi (a differenza del mondo moderno) molto pacificamente e con soddisfazione delle parti.
Anche se nell'ambito di uno schema ideologico comunista sovietico, e dunque classista e "non socialista", il regista russo Sergei Mikhailovic Eisenstein fa riferimento al Sindacalismo rivoluzionario nel film "Sciopero". La Marcia su Roma ne fu anch'essa un'imitazione grottesca, ma fortunata per Benito Mussolini, che proveniva da formazioni socialiste "vicine" ad Arturo Labriola. Ancora oggi elementi di Sindacalismo rivoluzionario sono rintracciabili in formazioni politiche moderne, come alcune frange del Labour Party britannico (specie nelle zone minerarie del sud) e della FIOM italiana (specie nell'area padana).
E' possibile rintracciarne elementi di "ritirata plebea", di astensione pro-positiva, nel background dei "NO movements" attuali, attraverso i NO profit, NO Logo, NO Fur, passando forse per Linus Torvalds (Linux) e la GNU Foundation, fino al NO Global, alla do not generation, con un occhio al film Brazil ed una lettura del Fight Club "originale" di Chuck Palahniuk.
