Sterilizzazione (igiene)
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La sterilizzazione consiste in qualsiasi processo chimico o fisico che porti all'eliminazione di ogni forma microbica vivente, sia patogena che non, comprese le spore e i funghi. Un materiale è considerato sterile se il SAL (livello di sicurezza di sterilità) è inferiore a 10^-6; ovvero quando la probabilità di trovarvi un microrganismo è inferiore ad uno su un milione .
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[modifica] Come agisce
I vari processi distruggono i microrganismi provocando l'alterazione letale di alcune loro componenti essenziali ; in particolare la sterilizzazione determina la denaturazione delle proteine e degli acidi nucleici e la degradazione di componenti della membrana e parete cellulare.
[modifica] Quando deve essere praticata
È necessario sterilizzare: ogni oggetto che deve entrare in contatto con la cute o le mucose del paziente; ogni presidio che deve essere introdotto nell'organismo; ogni presidio da introdurre in cavità, sia sterili che non sterili, dell'organismo. Questo vale sia per attività chirurgiche che diagnostiche e terapeutiche.
[modifica] Procedure preliminari
Per legge la procedura di sterilizzazione deve essere compiuta garantendo la sicurezza dell'operatore; questo avviene con l'uso di guanti e indumenti protettivi e dispositi di protezione del volto da schizzi di sostanze pericolose. Prima della sterilizzazione vera e propria è inoltre disposto di seguire una serie di procedure preventive. Tra queste c'è il lavaggio, che porta a una diminuzione della carica microbica sull'oggetto, in modo da rendere più efficente il successivo trattamento. È seguita l'asciugatura, tramite pistole ad aria compressa o panni che non rilasciano fibre; eliminare residui acquosi è anch'esso importante per non ostacolare la sterilizzazione. Il prodotto viene infine riposto in confezioni sterili di varia natura a seconda dei casi; queste devono comunque rendere possibile l'azione dell'agente sterilizzante e ridurre il rischio di una successiva contaminazione.
[modifica] Sterilizzazione con processi fisici
[modifica] Calore
- Calore umido. È una tecnica che sfrutta l'azione del vapore fluente (pentola di Koch) o saturo (autoclave); elimina i microrganismi mediante denaturazione di loro proteine e altre biomolecole. La sterilizzazione mediante autoclave è quella più diffusa essendo poco costosa e non tossica e data la sua buona capacità di penetrazione. Condizione essenziale per il corretto funzionamento è l'assenza di aria all'interno; per eliminarne l'eventuale presenza gli apparecchi sono quindi provvisti di una valvola di sfogo che viene chiusa una volta che l'autoclave contiene solo vapore. Per garantrire la sterilizzazione è necessario applicare una temperatura di 121°C alla pressione di 1 atm; la durata del processo è molto variabile a seconda della concentrazione e dal tipo dei microrganismi . Non può essere applicato a oggetti che non resistono alle temperature di utilizzo. Il test di Bowie-Dick viene utilizzato per assicurarsi il corretto funzionamento dell'autoclave.
- Calore Secco. La sterilizzazione avviene attraverso il contatto dell'oggetto con aria calda che agisce per ossidazione dei componenti cellulari; sono utilizzate la stufa a secco o il forno Pasteur. In media, per una sterizzazione completa è necessario che sia raggiunta una temperatura di 160° per un'ora o di 180° per 30 minuti. È comune uso lasciare aperto lo sportello dell'apparecchio per la sterilizzazione fino a temperature di 80/100°: in questo modo si permette la fuoriuscita dell'eventuale vapore acqueo che si potrebbe creare e che andrebbe a ridurre l'efficenza del processo. È comunque una tecnica ormai in disuso e soppiantata dalla sterilizzazione a vapore, avendo lo svantaggio, a causa delle temperature molto alte, di non poter utilizzare molti materiali termosensibili .
[modifica] Radiazioni
- Radiazioni ultraviolette. Sono utilizzate soprattutto per la sterilizzazione dei piani di lavoro o dell'aria sotto cappa. Non hanno grande capacità di penetrazione per questo sono efficaci solo su oggetti non troppo spessi o su liquidi fatti passare attraverso recipienti sottili. Devono essere utilizzate con cautela e a distanza dagli operatori, essendo agenti mutageni e estremamente dannosi per gli occhi.Sono prodotte da lampade a vapori di mercurio.
- Raggi γ. Sono utilizzati prevalentemente in ambito industriale avendo un'ottima capacità di penetrazione e avendo la possibilità di trattare contemporaneamente grandi quantità di oggetti.
- Microonde. Tecnica utilizzata in vari ambiti data la sua praticità d'uso è il basso costo. È caratterizzata da una buona capacità di penetrazione; vengono raggiunte temperature intorno ai 70°C ed è in grado di eliminare anche le spore più resistenti in pochi minuti. I microonde più recenti sono in grado di trattare anche oggetti contenenti materiali metallici.
[modifica] Sterilizzazione con mezzi chimici
L'unico mezzo chimico ancora in uso per sterilizzare è l'Ossido di etilene o etossido (EtO). È usato soprattutto in ambito ospedaliero data la sua pericolosità: è infatti un gas esplosivo e infiammabile. L'etossido ha, inoltre, la caratteristica di impregnare a lungo gli oggetti trattati; per evitare danni all'organismo, dunque,prima di usare questi oggetti è necessario riporli in ambienti aerati o in armadi ventilati fino alla completa eliminazione dello sterilizzante.
Altri mezzi chimici usati sono la glutaraldeide e l'acido peracetico. La formaldeide è stata utilizzata in passato come sterilizzante chimico ma il suo uso è stato fortemente limitato per legge avendo mostrsto indizi di essere cancerogeno.
[modifica] Gas Plasma
Rappresenta una delle tecniche più avanzate per la sterilizzazione: consiste nel'applicazione di perossido di idrogeno allo stato gassoso in presenza di un forte campo elettrico. Questo porta il perossido allo stato di plasma strappandone gli elettroni e generando radicali liberi. I radicali hanno un'alta capacità germicida andando a danneggiare notevolmente le membrane cellulari. A fronte dell'unico svantaggio che consiste nell'alto costo, il gas plasma è molto promettente in quanto: assolutamente non tossico ( genera solo acqua e ossigeno ); ha una temperatura operativa molto bassa, intorno ai 40°-45°C; può essere utilizzato praticamente su ogni materiale, tranne alcune stoffe e composti in grado di assorbire il perossido.
[modifica] Bibliografia
S. Barbuti, E.Belelli, Igiene, Monduzzi Editore