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Telescopio amatoriale - Wikipedia

Telescopio amatoriale

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Un telescopio amatoriale
Un telescopio amatoriale

Il telescopio amatoriale è lo strumento impiegato dagli appassionati di astronomia (astrofili) per il loro hobby, insieme ai binocoli. Sebbene questi strumenti non siano potenti come i grandi telescopi professionali e vengano acquistati o costruiti principalmente per diletto o passione per l'astronomia, hanno trovato anche dei campi in cui possono contribuire alla scienza, perfino nella ricerca dei pianeti extrasolari[1]. Esiste una grande varietà di telescopi amatoriali, dai più semplici ai più grandi e sofisticati. Tuttavia, a differenza dell'ambiente professionale in cui gli strumenti più grossi e potenti sono generalmente considerati i migliori, in ambito amatoriare vengono considerati altri fattori, tra cui la trasportabilità, infatti alcuni astrofili veterani tengono a ricordare[2] che:

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«il miglior telescopio è quello che puoi usare più spesso»

Alcuni appassionati si cimentano nell'autocostruzione dei propri telescopi, mentre gruppi di astrofili possono realizzare anche dei piccoli osservatori in comune[3].

Indice

[modifica] Campi d'utilizzo

Un piccolo telescopio può venire usato semplicemente per passione personale, ma anche per divulgazione scientifica e talvolta anche in cooperazione con ricerche professionali: i telescopi amatoriali sono infatti un numero molto maggiore rispetto a quelli professionali (comunque già oberati da intensi programmi di ricerca da svolgere) e possono sorvegliare perciò un numero maggiore di oggetti astronomici o d'area del cielo; questo li ha resi particolarmente utili per certi tipi di ricerche, come ad esempio quella della scoperta di supernovae e delle comete[4], insieme ai binocoli astronomici. Attualmente sono stati realizzati piccoli osservatori automatici robotizzati come il LINEAR, che hanno scoperto un grande numero di comete, ma succede ancora che una cometa porti il nome di un astrofilo.

Un altro vantaggio dei piccoli telescopi amatoriali è la loro portabilità, che consente di dispiegarli ovunque, rendendoli talvolta gli unici strumenti a disposizione per certi fenomeni astronomici osservabili solo da zone limitate.

[modifica] Modelli più usati dagli astrofili

La montatura equatoriale di un telescopio economico
La montatura equatoriale di un telescopio economico

Molti strumenti amatoriali, quando non sono usati in installazioni fisse, sono dotati di treppiedi ripiegabili e facili da trasportare, ma esistono altre soluzioni, come quella del telescopio dobsoniano) o più raramente di telescopi montati su una colonna dotata di un carrello o una base di supporto. Oltre alla trasportabilità e all'ingombro, viene valutata la stabilità, per evitare fastidiose vibrazioni che possono rendere più difficoltosa l'osservazione.

Al fine di orientare il telescopio per puntarlo verso il cielo, i tubi ottici vengono installati su montature altazimutali o equatoriali. Le seconde, di costruzione più complessa, sono generalmente preferite per la loro comodità d'uso, nell'inseguire gli oggetti nel cielo. Questo moto apparente, col sorgere e il tramontare degli astri (lungo un percorso più o meno inclinato sull'orizzonte, a seconda della latitudine di chi osserva) è dovuto alla rotazione della Terra sul proprio asse e risulta particolarmente evidente ad alti ingrandimenti: se non si muove il telescopio per inseguire l'oggetto che si osserva, resterà nel campo dell'oculare solo per pochi secondi. La montatura altazimutale, che permette di ruotare il telescopio in altezza o parallelamente all'orizzonte, non è allineata a questo moto (a meno che l'osservatore non si trovi all'equatore) e rende difficile e macchinoso l'inseguimento. La montatura equatoriale invece viene allineata al polo e perciò, per inseguire un oggetto, è sufficiente ruotare una manopola di un moto micrometrico. Lo stesso semplice moviento su questa montatura è svolto in alcuni modelli grazie ad un motorino, che oltre ad automatizzare l'inseguimento, evita anche le vibrazioni dovute al tocco dell'osservatore, create durante le continue regolazioni. Mentre questo è comodo ed utile nell'osservazione visuale, nell'astrofotografia diventa particolarmente importante, consentendo pose molto lunghe e senza scie, né mossi.

Esistono infine modelli computerizzati, che permettono il puntamento automatico (dopo un setup iniziale) degli oggetti da osservare (se la montatura è motorizzata) e perfino la gestione dell'inseguimento sulle montature altazimutali. L'inseguimento computerizzato su montatura altazimutale è comunque problematico per l'astrofotografia, perché senza ulteriori correzioni[5] crea una rotazione di campo.

Diverse aziende producono piccoli telescopi per uso personale o per piccoli osservatori privati o gestiti da associazioni di gruppi astrofili: i pezzi prodotti in serie e più commerciali hanno una qualità ottica inferiore, ma sono molto meno costosi dei ben più curati e prestigiosi strumenti costruiti da artigiani. Nelle pubblicità viene spesso indicato il numero di ingrandimenti dello strumento, ma per i neofiti può essere un dato fuorviante: in realtà la "potenza" reale del telescopio è data dal suo obiettivo (più è grande, più luce raccoglie e inoltre aumenta la sua capacità di risoluzione), mentre l'ingrandimento dipende solo dal rapporto della focale dell'obiettivo e qulla dell'oculare. In altre parole, con lo stesso ingrandimento, un tescopio dotato di un obiettivo più grande, fornirà un immagine generalmente migliore di quella data da uno più piccolo[6].

[modifica] Rifrattori

I rifrattori (con un obiettivo costituito da lenti) sono i primi strumenti ottici che vennero usati per l'astronomia. Sono più costosi e generalmente più ingombranti dei telescopi riflettori (il cui obiettivo è uno specchio): con gli specchi infatti è possibile creare configurazioni più compatte, ma la qualità dell'immagine cala, principalmente perché è necessario (tranne in alcune configurazioni sperimentali) inserire uno specchio secondario di fronte al primario, in modo da dirigere il fascio di luce verso l'oculare, ma questo secondario causa un'ostruzione nella luce in arrivo e un conseguente calo di qualità nell'immagine. Avendo perciò una grandissima nitidezza, i rifrattori sono generalmente preferiti dagli astrofili che vogliono osservare gli sfuggenti particolari dei pianeti, spesso poco contrastati (se il prezzo e l'ingombro sono compatibili con le loro possibilità). Alcuni astrofili sostengono che con lo stesso prezzo si può comprare un riflettore significativamente più grande e quindi dotato di maggiore potere risolutivo, ma c'è chi trova comunque preferibile l'immagine data dal rifrattore. Un altro svantaggio è che l'oculare si trova in fondo al tubo ottico, il quale spesso è molto lungo: questo costringe a posizioni molto scomode nell'osservazione di oggetti alti nel cielo.

Pur esistendo dei piccoli canocchiali montati su dei semplici treppiedi, coi quali si possono osservare già i crateri maggiori della Luna e poco altro, l'osservazione planetaria richiede anche una buona risoluzione e quindi un obiettivo più grande. Per le difficoltà di costruzione, questi telescopi si limitano generalmente a diametri relativamente piccoli e i rifrattori per uso amatoriale difficilmente superano 10-15 cm di diametro. Gli astrofili più interessati ai deboli oggetti del profondo cielo si orientano verso i riflettori.

[modifica] Newtoniani

Un newtoniano di 150mm di apertura su montatura equatoriale
Un newtoniano di 150mm di apertura su montatura equatoriale

I "newtoniani" sono particolarmente economici e convenienti: per molti astrofili il "114" (un newtoniano con uno specchio di 114 mm d'apertura e in genere 900 mm di lunghezza focale) è stato il loro primo telescopio.

Sebbene con alcuni modelli sia possibile fare astrofotografia, la posizione dell'oculare rende difficile posizionare la fotocamera e bilanciare lo strumento (in diversi modelli commerciali non è adatto neanche il focheggiatore), tuttavia un newtoniano su montatura equatoriale è sufficiente per fotografie con la macchina fotografica montata in parallelo (in questo caso il telescopio serve solo per inseguire il moto del cielo), che è una delle prime esperienze per chi si avvicina per la prima volta all'astrofotografia.

La configurazione newtoniana viene utilizzata anche per particolari telescopi chiamati dobsoniani: questi telescopi sono costituiti da un tubo ottico appoggiato su una montatura altazimutale ridotta all'osso, formata da una forcella e una piattaforma girevole appoggiata a terra. I dobsoniani vengono mossi a mano, senza moti precisi e non sono adatti all'astrofotografia, ma l'estrema semplicità di costruzione e l'economicità, insieme alle dimensioni contenute della montatura, consentono di creare telescopi anche molto grandi a costi ridotti (generalmente fino a 40 cm di diametro, ma sono ne stati costruiti anche di circa un metro), risultando molto adatti agli appassionati delle osservazioni visuali degli oggetti deboli come le nebulose e le galassie.

[modifica] Catadriottici

Uno Schmidt Cassegrain da 8" (circa 20cm)
Uno Schmidt Cassegrain da 8" (circa 20cm)

Altri telescopi molto diffusi fra gli astrofili sono gli Schmidt Cassegrain e i Maksutov Cassegrain, varianti della configurazione Cassegrain e dotati di una lastra correttrice (sono quindi detti catadriottici). Questi telescopi sono facili da trasportare, essendo caratterizzati da un tubo ottico particolarmente corto, senza dover sacrificare la lunghezza focale. Di contro l'ostruzione del secondario è generalmente maggiore dei newtoniani e la maggiore complessità li rende solitamente più costosi. Nonostante ciò, i Maksutov si distinguono ugualmente per una buona nitidezza e offrono buone prestazioni per l'osservazione planetaria.

Questi telescopi sono particolarmente adatti per l'astrofotografia e le fotocamere o i CCD vengono installati al centro della culatta. Di fatto molti obiettivi fotografici non sono altro che questo tipo di ottiche e viceversa degli obiettivi Maksutov sono stati convertiti in piccoli telescopi (o talvolta in grossi binocoli[7]).

Per via della compattezza di queste configurazioni, molti telescopi computerizzati portatili hanno un'ottica di questo tipo.

[modifica] Accessori

Oltre al tubo ottico e alla sua montatura, gli astrofili si dotano di un corredo di diversi accessori, che può partire da pochi oculari essenziali, fino ad un vasto parco di accessori specializzati.

[modifica] Oculari

Un set di oculari per un telescopio amatoriale. L'immagine migliore dell'oggetto osservato non è sempre data dall'ingrandimento maggiore, perciò il telescopio viene corredato di diversi oculari[1]
Un set di oculari per un telescopio amatoriale. L'immagine migliore dell'oggetto osservato non è sempre data dall'ingrandimento maggiore, perciò il telescopio viene corredato di diversi oculari[1]

Fra gli accessori spiccano gli oculari, che possono contribuire significativamente al rendimento dell'osservazione. I telescopi commerciali economici vengono solitamente venduti con un corredo di oculari di qualità modesta, generalmente dallo schema ottico Huygens e Ramsden o nel migliore dei casi un Kellner: questi oculari, pur essendo funzionali, sono solitamente scomodi (è necessario avvicinare molto l'occhio e non sono adatti ai portatori di occhiali) e hanno un campo apparente ridotto, oltre a mostrare evidenti aberrazioni ottiche e distorsioni, specialmente ai bordi del campo visivo. I Kellner hanno meno aberrazioni rispetto agli Huygen e ai Ramsed e possono essere un buon compromesso economico fra qualità e prezzo, in particolar modo quando quando sono ben trattati e opacizzati. Gli oculari di buona qualità attualmente più diffusi sono quelli basati sullo schema ottico Plössl e i più comodi sono gli Erfle o König, che hanno anche un campo apparente molto ampio. Un solo oculare di alta qualità può costare come un piccolo telescopio newtoniano economico.

[modifica] Lente di Barlow e riduttori di focale

Insieme agli oculari gli astrofili possono dotarsi anche di una lente di Barlow, che aumenta la focale dell'obiettivo e quindi gli ingrandimenti, o viceversa di un riduttore di focale. La qualità dell'immagine degrada ogni volta che la luce proveniente dall'obiettivo incontra o attraversa ulteriori elementi ottici, per cui molti astrofili non amano molto elementi aggiuntivi come questi o come i raddrizzatori d'immagine. Pezzi di buona qualità possono essere comunque validi e utili, mentre le lenti di Barlow fornite in corredo coi telescopi economici sono in genere di bassa qualità.

[modifica] Filtri

Gli astrofili più appassionati si dotano anche di filtri colorati di contrasto, che aiutano nell'osservazione planetaria o particolari filtri interferenziali e nebulari, per far passare solo certe lunghezze d'onda e vedere meglio certe nebulose o ridurre l'effetto dell'inquinamento luminoso.

[modifica] Accessori fotografici

Fra gli accessori fotografici, il principale è ovviamente la fotocamera. Chi usa la pellicola, preferisce le vecchie macchine reflex manuali, che possono tenere aperto l'otturatore per tutte le ore di posa, senza pericolo che si chiuda per l'esaurimento della batteria. Per chi punta sul digitale, la tecnologia migliora ogni anno: attualmente si può partire da comuni fotocamere digitali e webcam, per arrivare ai CCD dedicati (spesso dotati di sistemi di raffreddamento), che hanno una grandissima sensibilità e qualità. A queste vengono affiancati i vari raccordi e adattatori necessari, ma soprattutto il sistema di guida, che può essere basato su un telescopio guida montato in parallelo al principale oppure può essere una guida fuori asse, che intercetta parte della luce che va alla fotocamera, ridirigendola verso l'oculare di guida. Dell'oculare guida esistono diversi modelli, accomunati da un reticolo illuminato, con la funzione di mirino e riferimento.

[modifica] Note

  1. Sezione pianeti extrasolari, Unione Astrofili Italiani
  2. Acquistare il Miglior Telescopio, di Alan Dyer, Sky and Telescope
  3. Storia dell'osservatorio astronomico Copernico
  4. Sistemi di osservazione delle comete, Unione Astrofili Italiani, Sezione Comete
  5. Derotore di campo
  6. L'attrezzatura dell'osservatore, astrofili.org
  7. La realizzazione di un binocolo da 100mm con due MTO-1000, di Massimo D'Apice

[modifica] Bibliografia

  • Luca Parravicini. Osservare il cielo con il telescopio astronomico. Milano, G. De Vecchi, 1999. ISBN 8841261765
  • Walter Ferreri. Come osservare il cielo col mio primo telescopio: guida per conoscerlo, montarlo, metterlo a punto e ottenere le migliori prestazioni. Milano, Il Castello, 1996. ISBN 8880390856
  • Walter Ferreri. Gli accessori dei telescopi. Milano, Nuovo Orione, 2000.
  • Walter Ferreri. Il libro dei telescopi. Milano, Il Castello, 1989. ISBN 8880390937

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni

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