Testamento di Lenin
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La "Lettera al Congresso"(del partito russo-bolscevico), che si è soliti chiamare "Testamento di Lenin", venne dettata dal leader bolscevico, reso invalido dalla malattia, alla sua stenografa Maria Volodicheva, tra il 23 e il 26 dicembre 1922, durante il soggiorno nella casa di cura a Gorki.
Al testo, redatto in cinque copie, venne aggiunta una celebre nota il 4 gennaio 1923, in cui Lenin propose esplicitamente al Congresso la rimozione di Stalin (giudicato "troppo grossolano") dalla carica di segretario generale del partito.
Nella prima parte della Lettera Lenin avanzò la necessità di aumentare l'effettivo del Comitato Centrale facendovi entrare degli operai e dei contadini (50-100 membri), e delineò i ritratti dei maggiori leaders del partito candidati alla sua successione.
Dopo la morte di Lenin, il Testamento fu presentato alla commissione del Comitato Centrale. Il plenum del CC del 21 maggio 1924 adottò la risoluzione, dopo aver ascoltato il rapporto di Kamenev, di divulgare il contenuto della Lettera non alla seduta dello stesso congresso, ma separatamente, alle riunioni delle varie delegazioni. Si precisò anche che i documenti di Lenin non sarebbero stati riprodotti, e per questa ragione non vennero pubblicati.
Il testo venne rivelato solo al XX Congresso del Pcus, da Krusciov, e pubblicato integralmente nel 1956.